Composizione etnica delle Americhe

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  1. Vidkun Quisling
     
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    Il continente americano è uno dei continenti con la presenza di composizioni etniche tra le più varie, mescolate fra loro e di qualsiasi provenienza.

    Stati Uniti d'America

    Secondo le stime ufficiali del 2009 il 79,6% della popolazione statunitense è bianca (di cui il 15,8 ispanici o latinoamericani), il 12,9% nera o afroamericana, il 4,6% asiatica, e solo l'1% di origine amerindia.
    Secondo il vecchio censimento ufficiale del 2000, i residenti di ascendenza tedesca erano il 12,2%, quelli di origine irlandese il 11,9% ed inglese il 8,7%. I residenti di ascendenza italiana rappresentavano il 5,6% della popolazione totale. Il gruppo comunemente identificato come WASP, Bianco, Anglosassone, Protestante, pur detenendo ancora le leve del potere politico ed economico, non costituisce più la maggioranza della popolazione del paese.
    La popolazione è generalmente in crescita, specie grazie ad una forte immigrazione, proveniente in buona parte dall'America Latina e dall'Asia orientale. La presenza di immigrati - o di loro discendenti diretti - è molto rilevante nella parte sud occidentale del paese. Più di 37 milioni di cittadini sono nati all'estero e circa 15 milioni di questi sono stati naturalizzati cittadini statunitensi.
    L'Affirmative Action, una politica a favore dei gruppi minoritari, ha permesso negli ultimi decenni agli appartenenti alle minoranze etniche un più facile accesso alle Università, a molti posti di lavoro che precedentemente erano loro preclusi e ad incarichi di grande responsabilità nel mondo politico e nell'alta finanza. Questo però da qualcuno è visto come una sorta di razzismo al contrario nei confronti di una parte di popolazione.
    Per quanto riguarda le origini della popolazione statunitense (stima del 2006) si calcola che abbiano le seguenti discendenze (anche se solo lontane o parziali):
    Circa 40,7 milioni sono afroamericani, compresi i neri ispanici.
    Circa 198 milioni sono bianchi non ispanici così suddivisi: 50,7 milioni sono originari della Germania, 36,5 milioni del Regno Unito, 36,5 milioni dell'Irlanda (esclusi 3,5 milioni di scozzesi/irlandesi), 17,8 milioni dell'Italia, 11,8 milioni della Francia (compresi franco-canadesi), 10 milioni della Polonia, 5 milioni dei Paesi Bassi, 4,6 della Norvegia, 4,4 milioni della Svezia, 3 milioni della Russia, 1,5 milioni dell'Ungheria, 1,5 milioni della Danimarca, 1,4 milioni della Grecia e altrettanti dell'Armenia e del Portogallo. Di minore consistenza qualche altro milione rappresentato dai paesi europei non elencati sopra.
    Circa 15 milioni di persone sono di origine asiatica, soprattutto da Filippine (4 milioni), Cina (3,5 milioni), India (2,7 milioni), Vietnam (1,6 milioni), Corea (1,5 milioni) e Giappone (1,2 milioni).
    Da una stima fatta nel 2007 risultavano 45,5 milioni di cittadini statunitensi di origine ispanica (di qualsiasi razza) in particolare dal Messico (28 milioni), da Porto Rico (4 milioni), da Cuba (1,5 milioni), da El Salvador (1,4 milioni). Nel censimento governativo del 2009 gli statunitensi ispanici erano circa 48,5 milioni, con un incremento di quasi 3 milioni di unità in soli 2 anni[36].
    I nativi americani sono circa 4,5 milioni.
    L'immigrazione ispanica è tutt'oggi la più numerosa (molti sono i clandestini entrati illegalmente dal Messico) e si dice che tra qualche decennio il numero degli ispanici supererà quello degli americani di lingua inglese.
    È stato inoltre calcolato che negli Stati Uniti vivano approssimativamente 12 milioni di clandestini (unauthorized immigrants), principalmente messicani, salvadoregni, guatemaltechi, filippini.

    Canada

    Nel censimento canadese del 2001, ai canadesi veniva chiesta la loro origine: (le percentuali superano il 100%, a causa della multipla origine etnica di buona parte dei residenti)
    Canadesi (29,43%)
    Britannici (34,2%)
    Francesi (15,8%)
    Irlandesi (12,9%)
    Tedeschi (9,25%)
    Italiani (4,3%)
    Cinesi (3,7%)
    Ucraini (3,61%)
    Olandesi (3,12%)
    Polacchi (2,76%)
    Norvegesi (1,23%)
    Portoghesi (1,21%)
    Russi (1,14%)
    Svedesi (0,95%)
    Ungheresi (0,90%)

    Importanti ondate migratorie provenienti dall'Europa si ebbero poi nei primi del Novecento e negli anni cinquanta.
    La modifica della legge sull'immigrazione (l'Immigration Act del 1976) ha nella sostanza aperto le porte a nuovi flussi provenienti dai paesi non europei. Negli anni ottanta prima, e dall'inizio del nuovo millennio poi, si stimano tra i 225.000 e i 275.000 il numero dei nuovi ingressi annui.
    Le varie immigrazioni succedutesi nel corso della sua storia (e in parte ancora in corso), hanno reso il Canada un paese fortemente variegato dal punto di vista etnico e culturale. Diversamente da altri paesi (in particolare i vicini Stati Uniti), dove si è affermata nel tempo una forte tendenza all'assimilazione delle varie culture a quella anglosassone, che dovrebbero essere superate per dare vita ad un'identità nazionale il più omogenea possibile, in Canada si è invece affermato un modello multiculturale in senso stretto, che tende cioè ad offrire maggiori spazi e tutele alle singole culture d'origine, come è esplicitamente sancito nell'Immigration Act. Per descrivere questa realtà multiculturale canadese si usa spesso l'espressione "mosaico culturale", in opposizione al modello statunitense del melting pot (letteralmente: "crogiolo"). Va tuttavia osservato come nel lungo periodo, e di loro spontanea scelta, gli immigrati si riconoscano e si inseriscano in uno dei due modelli culturali storici, ovvero quello francofono e quello anglosassone.

    Messico

    Il 60% della popolazione è costituita da meticci, di discendenza mista europea (soprattutto spagnola) ed indigena. Gli Amerindi, appartenenti a varie Nazioni indigene, rappresentano il 20% dei Messicani.
    Il 19% degli abitanti è invece di origine europea. Si tratta soprattutto di creoli (di origine spagnola), anche se vi sono italiani, francesi, tedeschi, polacchi, russi ed inglesi. Circa 4.000 italiani vennero nella seconda metà dell'Ottocento e crearono alcune colonie di italo-messicani ancora esistenti (come Chipilo, vicino Puebla). Il restante 1% della popolazione è composta da ebrei, arabi, turchi, cinesi e giapponesi.
    Il Messico è lo Stato che ospita il maggior numero di statunitensi che vivono al di fuori degli U.S.A. Ciò è dovuto in primo luogo ai legami economici, sempre più importanti, fra i due Paesi a seguito agli accordi di libero commercio firmati con Stati Uniti e Canada (NAFTA, operativo dal gennaio 1994). Inoltre, gli statunitensi considerano il Messico un'ottima meta di ritiro dalla vita frenetica: questo vale in particolare per San Miguel e per altre località della Baja California.
    In Messico coesistono 56 differenti etnie indigene, le quali affondano le loro radici nella storia precedente al colonialismo. Dallo Stato di Sinaloa al Chiapas vivono 10 milioni di indio. Il Messico è il Paese dell'America latina con la più bassa presenza di popolazione di origine italiana.

    Costa Rica

    L'89% bianchi di origine europea, 6% meticci (tra spagnoli e indiani), 2% neri, 2% cinesi, 1% indios (amerindi). Nel 1821 erano presenti in Costa Rica 80.000 abitanti, da allora l'immigrazione europea è venuta principalmente dalla Spagna. Specialmente dopo le politiche antisemite del regno spagnolo dal 1492, molti marranos -ebrei convertiti- si sono trasferiti qui, dando origine alla seconda comunità ebraica dell'America Latina, dopo quella argentina. L'immigrazione italiana, alla fine del XIX secolo, aiutò a costruire il Teatro Nacional e parte della ferrovia dell'Atlantico. Il primo sciopero in Costa Rica fu organizzato da italiani. L´immigrazione europea è stata intensa, da Italia, Francia, Inghilterra, Germania, Istria, così come da Stati Uniti d'America e Cile, in America, ma cittadini di molti stati hanno contribuito allo sviluppo di questo paese.

    Belize

    Gran parte della popolazione è di discendenza multirazziale, quasi la metà della popolazione ha origini miste europee e maya (i cosiddetti mestizos), un quarto è di origine africana o afro-europea, a questi si aggiungono i Garifuna (afro-amerindi) le popolazioni Maya, europei, indiani, cinesi, mediorientali e nord-americani.
    La popolazione è composta da: meticci (mestizos) 48,7%, creoli 24,9%, Maya 10,6%, Garifuna 6,1%, altri 9,7%.

    El Salvador

    E' uno dei paesi che dal 1992 ha iniziato un processo di democratizzazione, essendo piccolo e crocevia di popoli, il 90% della popolazione è meticcia, 9% europei, 1% nativi americani.

    Guatemala

    Secondo i dati del CIA World Factbook (2007) il 59,4% della popolazione è composta da popolazione di discendenza europea (soprattutto spagnola ma anche tedesca, inglese, italiana e scandinava) o mista, questi ultimi sono chiamati Ladinos.
    Il rimanente 40% circa della popolazione è suddiviso fra diverse etnie:
    K'iche 9,1%,
    Kaqchikel 8,4%,
    Mam 7,9%,
    Q'eqchi 6,3%,
    altre etnie maya 8,6%,
    indigeni di origine non maya 0,2%,
    altro 0,1%
    Fra le etnie di tipo ladino vi sono i Garifuna, discendenti da schiavi di origine africani residenti nell'area di Livingston e di Puerto Barrios e altri gruppi di colore o mulatti per un totale compreso fra l'1 e il 2% della popolazione. Circa il 3% dei ladinos è di origine araba (libanese o siriana) e asiatica (cinesi), in crescita la comunità coreana a Città del Guatemala e nella vicina Mixco (circa 50.000 persone).

    Honduras

    Meticci 90%, neri 5%, amerindi 4%, bianchi 1%.

    Nicaragua

    La maggior parte della popolazione del Nicaragua (7 milioni di persone, circa il 90%) è meticcia o bianca: di questi il 69% sono meticci ed i bianchi (17%) provengono dalla Spagna, dalla Germania, dall'Italia, Inghilterra e Francia. Meticci e bianchi vivono prevalentemente nelle regioni occidentali del paese.
    I neri sono circa il 9% della popolazione e risiedono in maggioranza nella regione caraibica o lungo la costa atlantica. La popolazione di colore è composta, per la maggior parte, da Creoli che parlano inglese, discendenti degli schiavi africani riusciti a fuggire, molti posseggono ancora il nome del colonizzatore scozzese che li ha comprati come schiavi (Campbell, Gordon, Downs, Hodgeson). Molti Creoli appoggiarono i Somoza per allearsi con gli Stati Uniti
    Il rimanente 5% degli abitanti sono Amerindi, di pura discendenza dagli abitanti indigeni della zona. La popolazione precolombiana era composta da molti gruppi indigeni. I Nicarao, che diedero il nome alla regione in cui si stanziarono, erano un gruppo legato culturalmente e dialetticamente alla civiltà Maya. La costa caraibica era abitata da indigeni che parlavano la lingua chibcha, ovvero composta dalle tribù provenienti dall'America del Sud, ovvero dagli odierni Colombia e Venezuela. Questi gruppi includono i Miskito, i Rama e i Sumo.

    Turks&Caicos

    La maggioranza della popolazione è nera.

    Trinidad e Tobago

    La composizione etnica della popolazione riflette la storia di conquiste e immigrazione; i due gruppi etnici principali (pari a circa l'80% della popolazione) sono di origine indiana e di origine africana, il resto della popolazione è composto da meticci di origine europea, cinese o araba e siriana.
    I pochi superstiti delle popolazioni native, i caribi, circa 12.000 individui si concentrano intorno alla cittadina di Arima.
    Asiatici 40%, africani, 37,5%, meticci 20,5%, amerindi 1,2%, non specificato 0,8% (dati censimento 2000)

    Saint Vincent e Grenadine

    Il principale gruppo etnico (66% della popolazione) è rappresentato dai discendenti degli schiavi africani, portati sull'isola per lavorare nelle piantagioni. Vi è poi una consistente minoranza di meticci (19%), oltre a piccoli gruppi di indiani provenienti dall'Asia (6%), di caribi (originari abitanti dell'isola, 2%) e di bianchi (discendenti di coloni inglesi e portoghesi).

    Saint Pierre e Miquelon

    La popolazione di Saint Pierre e Miquelon ammonta a 6125 abitanti. La popolazione è di origine basca, bretone e normanna.

    Saint Lucia

    Oltre il 90% degli abitanti di Santa Lucia è di origine africana. Vi è poi una piccola (ma molto importante dal punto di vista economico) minoranza di mulatti che ammonta al 5% della popolazione. Seguono europei (1,1%) e indiani caribi (3%). È presente un piccolo numero di individui, noti come Kalinago (discendenti dall'incrocio fra caribi nativi e schiavi neri sopravvissuti ad un naufragio), che vivono principalmente nella regione di Choiseul e in alcuni centri della costa occidentale. Infine, vi è una ridottissima minoranza di libanesi e siriani.

    Porto Rico

    L'attuale popolazione portoricana è un miscuglio di europei, africani e amerindi con una piccola presenza di asiatici. L'etnia dominante è rappresentata dai bianchi meticci, per la maggior parte meticci appunto, nati dall'incrocio principalmente tra spagnoli (ed altri europei) e dai Taino gli indigeni dell'isola ma anche dagli abitanti delle Canarie, recentemente infatti l'università di Porto Rico ha fatto una ricerca sul DNA mitocondriale degli abitanti dell'isola caraibica ed è risultato che il 61% dei portoricani vanta discendenze dirette dai taino il 27% dagli africani ed il 12% di origine europea quindi questo gruppo etnico di bianchi (o sarebbe meglio dire bianco-taino) possiede un'alta percentuale di tratti somatici degli amerindi Taino. L'altra importante etnia dell'isola è rappresentata dai discendenti degli schiavi neri africani, portati sull'isola dai conquistadores spagnoli. Tra questi si possono individuare le etnie yoruba e bantu originarie dell'Africa Occidentale. L'ultima etnia, che corrisponde a circa l'1% della popolazione totale, è rappresentata dagli asiatici provenienti soprattutto dalla Cina e dal Giappone. Tra le minoranze etniche vanno infine citati gli immigrati cubani, dominicani, colombiani e venezuelani giunti sull'isola in tempi molto recenti.

    Martinica

    La popolazione della Martinica è multietnica. Ciò è dovuto alle numerose popolazioni che hanno abitato nei secoli l'isola: amerindi, europei, africani, indiani, arabi e asiatici.

    Haiti

    Circa il 95% degli abitanti è di origine africana. Il resto della popolazione è formato da mulatti e da sparuti gruppi di europei e levantini (vale a dire libanesi e siriani). Sebbene i Taino, l'originaria popolazione indigena di Haiti, siano stati completamente sterminati, è possibile che alcuni haitiani abbiano ancora nel loro sangue qualche traccia di queste prime popolazioni: ciò sarebbe dovuto a possibili incroci fra i Taino e gli spagnoli prima e fra gli individui nati da queste relazioni e gli schiavi africani poi.

    Guadalupa

    I gruppi etnici principali sono mulatti e neri (72%), asiatici (soprattutto indiani) (14%) e bianchi (7%). La popolazione, che vive per il 90% sull'isola principale, è un'eredità diretta per periodo coloniale. I bianchi sono i discendenti dei coloni europei e sono chiamati blancs-matignon e vivono in gran parte nella zona collinare di Grands-Fonds. Métros sono chiamati i francesi metropolitani, che occupano in maggioranza i posti di funzionario.

    Grenada

    Circa l'80% della popolazione è composto da neri, discendenti degli schiavi africani importati dagli europei. Non resta alcuna traccia degli antichi abitanti amerindi (caribi e aruachi), dopo il massacro perpetrato dai francesi a Sauteurs. Il 12% degli abitanti è invece composto da indiani asiatici, giunti come lavoratori sull'isola tra il 1857 e il 1885. La restante parte della popolazione è costituita da bianchi anglosassoni e mulatti.

    Repubblica Dominicana

    La maggioranza della popolazione è mulatta, nata dall'unione fra europei (in particolare, spagnoli) e africani. Circa l'78% dei dominicani è di discendenza africana, considerando anche molti immigrati haitiani, e i loro discendenti. Il 19% dei dominicani è invece composto da bianchi di origine europea, prevalentemente spagnola. Ci sono infine piccole minoranze di cinesi e arabi mediorientali. La cultura è prevalentemente di stampo ispanico, anche se non mancano influenze africane e statunitensi.

    Bermuda

    Neri 55% , Bianchi 34% , Mulatti 6,5%, Altri 4,5%

    Barbados

    L'80-90% degli abitanti di Barbados (colloquialmente detti Bajan) è di origine africana: si tratta soprattutto di discendenti degli schiavi impiegati nelle piantagioni di zucchero. Il resto della popolazione comprende europei e asiatici, fra i quali vi sono i cosiddetti Redlegs.

    Bahamas

    Scomparsi da secoli gli originari abitanti, gli Arawak, la popolazione dell’arcipelago è oggi formata in prevalenza da neri e mulatti (85%del totale), mentre il resto è di origine europea. Al censimento del 2000 essa aveva raggiunto i 303 000 circa abitanti, saliti a 315 000 secondo l’ultima stima effettuata. Il ritmo di incremento annuo,che negli anni precedenti si era mantenuto elevato, ultimamente è divenuto inferiore al 1%.

    Aruba

    Gli olandesi, subentrati agli spagnoli, permisero agli indigeni Arawak di allevare bestiame: fu così che l'isola divenne un importante centro di produzione di derrate alimentari per il rifornimento degli altri possedimenti olandesi nei Caraibi.
    Sebbene ad Aruba non vi siano più indigeni puri, buona parte della popolazione (come si nota dai tratti somatici) può vantare, al contrario di quasi tutte le altre isole caraibiche, una sostanziale discendenza Arawak. La maggioranza della popolazione (oltre l'80%) è infatti frutto di incroci tra arawak ed europei. In tempi recenti la disponibilità di posti di lavoro sull'isola ha alimentato un considerevole flusso immigratorio dalle altre isole caraibiche e dalle vicine coste sudamericane.

    Antigua e Barbuda

    Il 91% della popolazione è composto da neri, discendenti degli schiavi importati dall'Africa. Seguono mulatti (4,4%), bianchi (1,7%, soprattutto di origine britannica) e altri (2,9%).

    Cuba

    Cuba è una società multietnica, con base etnica di origine spagnola. È presente comunque una piccola comunità cinese, oltre ciò si è verificata una consistente immigrazione giovanile dal Sahara Occidentale e da molti altri Paesi del mondo; la immigrazione giovanile giustifica la vistosa e massiccia presenza straniera nel sistema scolastico cubano, la percentuale di studenti stranieri rispetto al totale della popolazione studentesca è tra le più elevate al mondo.

    Venezuela

    In Venezuela non sono state effettuate, almeno in età contemporanea, rilevazioni ufficiali di carattere razziale. Le stesse popolazioni indigene sono state censite esclusivamente sulla base delle rispettive lingue autoctone d'uso. Risulta pertanto quanto mai problematico addentrarsi in tale campo, lasciato all'iniziativa di una miriade di studiosi e di istituti di ricerca privati la cui affidabilità lascia molto spesso a desiderare.
    Generalmente si ritiene comunque che circa i due terzi della popolazione venezuelana siano meticci o (più raramente) mulatti, nati dalla fusione secolare fra "bianchi" e "indios" (meticci) o fra "bianchi e "neri" (mulatti). Non manca il prodotto di incroci fra neri e indios (i cosiddetti zambos) e quello derivante, tempo addietro, da tutte e tre le razze che popolano il paese.
    La componente "bianca", piuttosto esigua in epoca coloniale e nel primo secolo di indipendenza, è stata potentemente rafforzata, a partire dagli anni quaranta del Novecento, con l'arrivo di circa 980.000 europei che per la maggior parte si stanziarono definitivamente nel paese andandosi ad aggiungere ad una popolazione che, secondo il censimento del 1941, era inferiore ai quattro milioni di abitanti. Secondo alcune rilevazioni di carattere non ufficiale (dati del 2005) il gruppo etnico bianco costituisce la quinta parte dell'intera popolazione ed è formato soprattutto da immigrati e figli di immigrati di origine europea recente, oltre che da creoli di vecchia ascendenza ispanica.
    I primi a immigrare in Venezuela furono, all'inizio degli anni quaranta del Novecento, alcune migliaia di esuli della Guerra civile spagnola, provenienti generalmente dalla Francia o da altri Paesi latinoamericani che li avevano inizialmente accolti. Seguirono gli italiani nel Secondo dopoguerra (a partire dal 1947 circa) insieme a un gran numero di iberici (di origine galiziana e portoghese soprattutto) e a un limitato numero di francesi, tedeschi, europei dell'est, ecc. Ancor oggi la presenza di comunità europee nel paese è, sia sotto il profilo demografico che economico, considerevole. Fra queste le principali sono la spagnola, l'italiana e la portoghese.
    Gli indios rappresentano invece meno dell'1% sul totale della popolazione (178.000 circa secondo i dati del censimento del 2001). Va ancora una volta sottolineato che il termine di indio ha una valenza, nei rilevamenti statistici, culturale (linguistica in particolare), non razziale.
    La popolazione nera allo stato puro o semipuro costituisce un gruppo razziale molto più numeroso di quello indio (10% secondo alcune rilevazioni di carattere non ufficiale del 2005), concentrato per lo più nelle zone costiere (fra cui la regione di Barlovento nello Stato Miranda).

    Colombia

    All'ultimo censimento i gruppi etnici classificati nel paese erano i seguenti: 47% meticci, 20% bianchi, mulatti 17%, 10,6% neri, 3,4% amerindi puri, 3% zambos (nati dall'unione tra amerindi e neri) e 0,0001% gitani. Nel 2007 il 10,6% della popolazione che era riconosciuta come afro-colombiana rappresentava la terza più numerosa popolazione nera nelle Americhe, dopo quella degli Stati Uniti e del Brasile. La proporzione dei vari gruppi etnici indigeni variava notevolmente da regione a regione. Nella regione caraibica della Colombia si trovavano i gruppi etnici dei kogi, sanha, wayú, kankuamo, chimila e arhuaco. Nella regione del Pacifico colombiano i gruppi erano kuna, embera, waunama e kwaiker. Nella regione amazzonica erano i tikuna, huitoto, coconuco, andoke, muinane, saliba, yakuna, cubeo, curripaco e tucano. Nella regione andina si comprendevano yuko, baríes, ù as, guambiano, páez e sibundoy muisca. A sua volta, nella regione dell'Orinoco erano presenti i tunebo, tinigua, guayabero, achagua, sáliba, guahibo, piaroa, betoye, yaruro e puinabe.
    La diversità etnica in Colombia è il risultato di un mix di amerindi, coloni spagnoli e discendenti africani. Tra gli immigrati i maggiori gruppi provengono dal mondo arabo, dall'Europa (Spagna, Italia e Germania in testa) e Cina, così come dal mondo ebreo e gitano. Nel tardo XIX secolo Barranquilla ricevette un gran afflusso di immigrati europei (tedeschi, francesi, italiani), arabi del Medio Oriente (Libano e Siria), americani, giapponesi, cinesi e cubani. In Maicao e La Guajira vi è una forte presenza araba e musulmana, la più grande concentrazione della Colombia. Altra notevole presenza di discendenti di immigrati arabi si ha nel dipartimento di Cordoba, Barranquilla, Valledupar, Bogotá e nella Valle del Cauca. La Colombia ha anche una discreta presenza di immigrati provenienti da altri paesi latino-americani come Brasile, Venezuela, Cile, Ecuador, Argentina, Perù.

    Uruguay

    Attualmente la popolazione è composta prevalentemente (per oltre il 90%) da discendenti di immigrati di origine europea (provenienti in massima parte dalla Spagna e dall'Italia). Il forte flusso migratorio dall'Europa ha influenzato cultura e architettura del paese e Montevideo, la capitale, è una città con caratteristiche che richiamano quelle dei grandi centri europei: è stato notato come Montevideo somigli a città come Tel Aviv o Barcellona. Oggigiorno quasi metà della popolazione complessiva dell'Uruguay vive nell'area metropolitana della capitale. La densità della popolazione nella parte meridionale del paese è sensibilmente più elevata che all'interno dove invece gli insediamenti sono demograficamente meno consistenti.
    Le popolazioni indigene (Charrúas, Guanaes, Yaros, Chanaes) che vivevano di caccia e raccolta sono praticamente state sterminate nel XIX secolo.
    La composizione etnica uruguaiana è la seguente:
    Latini (Iberici, Italiani) 88%
    meticci 8%
    neri 4%

    Suriname

    La popolazione del Suriname (secondo il censimento del luglio 2005 pari a 438.144 abitanti) è costituita da numerosi gruppi etnici, il più numeroso dei quali (37%) è quello dato dai discendenti degli indiani provenienti dall'India durante il XIX secolo.
    Un altro gruppo etnico piuttosto nutrito è quello dei creoli, i discendenti bianchi degli europei (31%); i giavanesi provenienti dalle Indie orientali olandesi costituiscono il 15% del totale. Numerose le etnie minori.
    Il 90% della popolazione residente abita nella località di Paramaribo o, in ogni caso, in luoghi della costa.
    Parte della comunità del Suriname si è trasferita in tempi recenti nei Paesi Bassi.
    Indostani 37%, misti indigeni-europei 31%, giavanesi 15%, africani 10%, amerindi 3%, cinesi 2%, europei 1%, altri 1%.

    Perù


    Il Perù è un paese multietnico, formato dalla combinazione di diverse etnie nell'arco degli ultimi cinque secoli. Le popolazioni indigene vissero nell'attuale territorio peruviano per vari millenni prima della conquista spagnola del XVI secolo. Successivamente, a causa delle epidemie portate dagli europei, la popolazione dimunuì drasticamente: dai 9 milioni di abitanti sitmati nel 1520, ai circa 600.000 intorno al 1620. Durante il viceregno, numerosi spagnoli e africani giunsero in Perù, mescolandosi tra di loro e con la popolazione nativa. Successivamente all'indipendenza si è avuta una graduale immigrazione europea, principalmente da Italia, Spagna, Inghilterra, Germania e Francia. Da segnalare anche una lieve immigrazione di arabi , pakistani , bengalesi e giapponesi. La percentuale è così composta: Meticci 45%, Amerindi puri 31%, Bianchi 15%, Neri (compresi i mulatti e gli zambos) 2%, Asiatici 1%

    Paraguay

    La società paraguayana è una delle più omogenee dal punto di vista etnico, culturale e sociale di tutta l’America latina. Il 46% della popolazione è composto da meticci di origine spagnola e amerindia (soprattutto guaranì). Seguono bianchi (49,3%), amerindi puri (1,8%), e altri principalmente asiatici (3,9%, soprattutto cinesi, taiwanesi e giapponesi di Okinawa).

    Guyana

    Indiani orientali 51%, neri 37,9%, amerindi 9,1% europei e altri 2%

    Guyana Francese

    La composizione etnica del Paese risulta estremamente eterogenea, come lo è, del resto, anche nei vicini Suriname e Guyana. Il gruppo etnico più numeroso è quello creolo (composto dai discendenti degli schiavi africani, mescolatisi in parte con i coloni francesi). Tuttavia, le stime circa la sua consistenza numerica variano a seconda del fatto che si includa o meno la folta comunità haitiana. Si ritiene che, comprendendo anche gli haitiani, i creoli siano il 60-70% del totale (mentre, escludendo gli haitiani, la quota scende al 30-50%). Vi è poi una comunità europea (composta principalmente da francesi) che costituisce il 14% della popolazione. La comunità asiatica si compone invece di due diversi gruppi: gli Hmong del Laos (1,5%) e i cinesi (3,2%, principalmente originari di Hong Kong e della provincia del Zhejiang).
    Nell'interno del Paese vivono invece gli amerindi (3-4% della popolazion totale), divisi in varie tribù: aruachi, caribi, emerillon, galibi (ora noti come kaliña), palikur, wayampi e wayana. Ad essi si aggiungono poi i maroon, discendenti da schiavi africani fuggiti dalle piantagioni e rifugiatisi lungo le rive del fiume Maroni.

    Isole Falkland

    Le isole contano circa 3.000 abitanti, in massima parte di origine britannica (in particolare soprattutto scozzese). A differenza dei residenti in altri territori del Regno Unito, e nel Commonwealth, che hanno varie forme di autonomia, in risposta alla respinta invasione argentina, dal 1983, gli abitanti delle Falkland hanno ora la piena cittadinanza britannica.

    Ecuador

    Questa popolazione è etnicamente diversa; i meticci sono i più numerosi costituendo il 77,42% della popolazione attuale. I bianchi, tra europei criollos discendenti di coloni europei, come anche da immigranti europei più recenti, integrano circa il 10,45% degli ecuadoriani. Gli amerindios, appartenente a diverse nazionalità o raggruppamenti indigeni, rappresentano circa il 6,83%. Il resto della popolazione si compone da un'importante minoranza mulatta che è intorno al 2,73% e afroecuadoriana un 2,23% concentrata principalmente nel nord della costa.
    Il 74,4% della popolazione è costituito da meticci (ossia la combinazione tra indigeni e bianchi),
    il 18,5% è costituito da bianchi,
    il 6,8% da indigeni (principalmente presenti nelle zone montuose andine) e
    il 2,7% della popolazione è composto da mulatti (combinazione tra bianchi e afro)
    il 2,2% della popolazione è formato dalla comunità afro-ecuadoriana
    lo 0,3% della popolazione è costituito da asiatici e arabi.

    Cile

    Il Cile dal punto di vista etnico è relativamente omogeneo: la popolazione cilena è circa il 95% di origine europea. Un altro recente studio stima che la popolazione discendenti di immigrati di origine europea corrisponde a 8,8 milioni o 52,7% dei cileni. In Cile la popolazione è classificata come 95,4% bianchi e bianchi-meticci da parte della CIA.
    Recentemente, secondo il censimento 2002, il 3.2% della popolazione si è dichiarata amerinda.
    Un grande numero d'immigranti d'origine europea non spagnola è arrivato in Cile - principalmente agli estremi nord e sud del paese - durante i secoli XIX e XX, compresi inglesi, irlandesi, italiani, francesi e iugoslavi. Gli immigrati sono stati importanti per l'evoluzione della società e della nazione cilena. Famiglie basche arrivarono dalla Spagna e dalle regioni del sud della Francia nel XVIII secolo, dando impulso all'economia ed entrando a far parte della vecchia aristocrazia castigliana fino a diventare l'élite politica che ancora oggi domina il paese. I cileni di discendenza basca sono stimati fra il 10% (1.600.000) e il 27% (4.500.000) della popolazione.
    Inoltre vale la pena di menzionare i cittadini di discendenza croata, stimati in numero di 380.000. La comunità palestinese è la più grande colonia al di fuori del mondo arabo. I discendenti di inglesi e irlandesi stimati in 700.000. Molti gli emigranti francesi e italiani, prevalentemente emiliani e liguri. Anche i greci immigrarono in Cile costituendo una notevole identità etnica; i discendenti greci si stimano da 90.000 a 120.000, la maggior parte vive nella zona di Santiago o di Antofagasta; il Cile è uno dei cinque paesi con più discendenti greci nel mondo.

    Brasile

    Il Brasile ha una società multietnica.
    La popolazione brasiliana è, principalmente, discendente degli indios, coloni portoghesi, schiavi africani e di diversi gruppi di immigrati, che sono arrivati nel Brasile soprattutto fra il 1820 e il 1970. Gli immigrati erano principalmente italiani e portoghesi, ma anche tedeschi, spagnoli, giapponesi e siriani-libanesi
    Secondo il IBGE, la maggioranza della popolazione brasiliana si considera di colore bianco (49,7%). Il 42,6% si considera di colore marrone (mulatti, meticci, etc) e il 6,9% di colore nero. Il 0,5% della popolazione è di origine asiatica e 0,3% sono indios. Anche le etnie si trovano più o meno squilibrate sul territorio. Tuttavia, in tutto il Paese la popolazione ha un certo grado di ascendenza europea, africana e di índios.
    Bianchi: I bianchi si trovano in tutto il Brasile, ma sono più numerosi in proporzione negli stati del sud e del centro sud, come negli stati di Santa Catarina, Paraná, Rio Grande do Sul e San Paolo. I motivi sono perché questi stati hanno ricevuto molti immigrati europei, in particolare nel XIX secolo.
    Neri: I neri sono presenti in tutto il Brasile, ma sono più numerosi in proporzione negli stati della costa centrale, come in tutto il Nord-est del Brasile, ma anche nello stato di Espirito Santo, Rio de Janeiro, e negli stati di Minas Gerais e San Paolo. Il motivo è perché hanno ricevuto un gran numero di africani a lavorare in canna da zucchero, miniere d'oro e nelle piantagioni di caffè. Essi sono prevalentemente originari dell' Angola
    Mulatti e meticci: Secondo studi genetici, la maggior parte dei brasiliani hanno un certo grado di antenati con razza mista. Un recente studio ha mostrato che l'86% dei brasiliani hanno almeno un antenato africano e che gran parte della popolazione "bianca" ha antenati africani ed índios.
    Asiatici: Gli asiatici sono lo 0.5% della popolazione brasiliana. La maggioranza degli asiatici sono di origine giapponese, anche se negli ultimi decenni sono arrivati molti coreani e cinesi nel Brasile. Si stima che siano 1,5 milione i brasiliani di origine giapponese, 190 mila i cinesi e 100 mila i coreani. Gli asiatici di origine giapponese sono più comuni negli stati di San Paolo, Paraná, Mato Grosso do Sul e Pará.
    Amerindi: La maggioranza degli amerindi si trovano negli stati del nord.

    Bolivia

    Secondo l'ultimo censimento del 2001 dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE), la popolazione indigena rappresenta circa il 49,95% della popolazione totale. Percentuale che arriva al 73,20% se consideriamo le sole zone rurali.
    Secondo il CIA World Factbook 2006, la popolazione boliviana è costituita dai seguenti gruppi etnici: quechua 30%, aymara 25%, meticci 30%, europei 15%.
    In realtà, in Bolivia esistono attorno a 40 gruppi etnici, la maggior parte ignorati da questi dati e abitanti originari principalmente nelle pianure tropicali della Bolivia orientale. Inoltre il processo di meticciato è stato continuo dal tempo della conquista spagnola e per questo una chiara e inequivocabile definizione etnica non può esser determinata facilmente.

    Argentina

    Diversamente dalle altre nazioni latinoamericane, i bianchi costituiscono la grande maggioranza della popolazione, con stime che variano dal 90% al 97% della popolazione totale. L'ultimo censimento nazionale, basato su richiesta di autoattribuzione agli intervistati, indicò una stima simile (95%). In alcune province argentine (fra cui quelle di Buenos Aires e di Santa Fe), il sostrato indigeno e creolo è praticamente scomparso, sommerso dalle varie ondate immigratorie, mentre in altre costituisce una componente demografica assolutamente irrilevante.
    Dopo i coloni spagnoli, ondate di coloni europei arrivarono in Argentina tra la fine del XIX secolo e la metà del XX secolo. Una grandissima parte degli immigrati arrivò dall'Italia (inizialmente da Veneto e Liguria, più tardi da Puglia, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria), dalla Spagna (primi fra loro galiziani e baschi), e dalla Francia (soprattutto a Buenos Aires e Mendoza). Più piccoli ma significativi gruppi di immigranti vennero da Germania e Svizzera (alla Regione di Laghi di Patagonia), Scandinavia, (Danimarca, Norvegia e Svezia) Grecia, Libano, Regno Unito ed Irlanda (a Buenos Aires, Santa Fé, e Patagonia; vedi anche sistemazione inglese in Argentina), e Portogallo. Anche dall'est-Europa gli immigrati furono numerosi: da Polonia, Ungheria, Russia, Ucraina, Croazia e Lituania, così come dai paesi balcanici (Romania e Montenegro, particolarmente in Chaco). C'è una grande comunità armena, e la valle di Chubut in Patagonia ha una significativa presenza di origine gallese. Il censimento del 2001 registrò i gruppi etnici seguenti:


    Europei 35.678.044 88,9%
    Meticci 2.914.115 6,9%
    Arabi 1.491.171 3,8%
    Amerindi 402,921 0,6%
    Totale 40.301.927 (2007) 100%­

    Edited by Vidkun Quisling - 23/5/2011, 14:29
     
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