Potere: migliore forma di governo

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    Romano

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    Forma di governo
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    Una forma di governo è il rapporto intercorrente tra gli organi dello Stato che detengono il potere politico.
    Indice
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    1 Forme di governo
    1.1 Forme di governo classiche
    1.1.1 Monarchia
    1.1.2 Monarchia Costituzionale
    1.1.3 Repubblica
    1.1.4 Repubblica direttoriale
    1.2 Lista alfabetica
    2 Voci correlate

    [modifica] Forme di governo

    Un'ampia gamma di forme di governo sono state teorizzate e/o applicate in pratica. Le forme di governo classiche sono: Monarchia, Repubblica e Direttoriale.
    [modifica] Forme di governo classiche

    Le forme di governo possono essere classificate in base alla natura dell'organo cui è affidato il potere sovrano, ossia la funzione primaria, che condiziona e dirige lo svolgimento di tutte le altre funzioni dello stato, e che può essere definita come funzione di indirizzo politico, e al modo in cui tale organo viene individuato e/o eletto.

    Mentre le forme di stato non democratiche sono tendenzialmente caratterizzate da una specifica forma di governo, caratteristica della forma democratica dello stato è quella di potersi coniugare in una notevole serie di differenti forme istituzionali.

    La prima, e universalmente nota, suddivisione all'interno delle forme di governo, è quella risalente all'Antichità ed elaborata da Aristotele nella sua Politica. Egli elaborò tre modelli:

    monarchia, cioè il governo di uno solo;
    aristocrazia, cioè il governo dei nobili (letteralmente "dei migliori");
    democrazia, cioè il governo del popolo.

    Queste tre forme sono passibili di degenerazione e, rispettivamente, in:

    tirannide
    oligarchia
    oclocrazia.

    Nella tradizione latina e medievale poi, tale tripartizione fu ridotta ad una bipartizione fra Regno e Repubblica, a seconda della durata vitalizia o meno della carica del capo dello Stato. Storicamente possiamo infatti trovare sia oligarchie repubblicane, come la Serenissima, sia oligarchie monarchiche, come la Gran Bretagna liberale del Settecento e Ottocento.
    [modifica] Monarchia
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Monarchia.

    L'accentramento monarchico nelle grandi monarchie nazionali come l'Inghilterra, la Francia e la Spagna, portò alla formazione della monarchia assoluta, caratterizzata dal totale accentramento del potere sovrano nelle mani del Re. L'avvento dello stato liberale comportò la stabile apertura di parlamenti nazionali con cui il Re doveva condividere la gestione del paese. Nasce la monarchia costituzionale in cui il Re è ancora il titolare del potere esecutivo, ma perde temporaneamente e non del tutto il potere legislativo affidato al Parlamento, ed il potere giudiziario esercitato da una magistratura indipendente ma comunque controllata dal Re stesso. Dando l'illusione di una democrazia.

    La possibilità di condizionare il governo da parte di un monarca ereditario, seppur limitata da una Costituzione per altro modificabile o non attuabile dal re, è comunque incompatibile con le nuove istanze democratiche affermatesi all'inizio del Novecento e oltre. Il Re cominciò dunque a perdere de facto ogni voce in capitolo nominalmente ma non di fatto nella scelta del Primo ministro e nella determinazione dell'agenda del governo, che veniva ora affidata al giudizio insindacabile, salvo quella del re, delle forze politiche presenti in Parlamento ed elette dal popolo con suffragio limitato alle sole persone appartenenti al ceto buono. Nacque così la monarchia parlamentare, una vera e propria forma di governo che non è repubblicana ma camuffata grazie alla persistenza di un monarca, il quale viene ridotto ad una pura figura cerimoniale rappresentante dell'unità nazionale ma di fatto può riavere tutti i poteri quando vuole.
    [modifica] Monarchia Costituzionale

    La monarchia costituzionale è la forma di governo che si afferma nel passaggio dello Stato assoluto allo Stato liberale e si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il Re (potere esecutivo) ed il Parlamento (potere legislativo). Tra questi due centri di autorità non esisteva alcun tipo di raccordo, anche se il Re rimaneva titolare di prerogative che scaturivano dalla sua collocazione al vertice dello Stato. Inoltre, il monarca aveva il potere di nominare i ministri (suoi diretti collaboratori), nonché di sciogliere anticipatamente la Camera elettiva del Parlamento in caso di contrasto con l’orientamento politico del Re. Di contro però il Parlamento, era titolare del potere legislativo, con cui approvava le norme limitatrici dei poteri dell’amministrazione, nonché i tributi, attraverso i quali il potere esecutivo otteneva le risorse indispensabili per la conduzione dello Stato. Perciò una monarchia costituzionale è una forma di governo in cui a capo dello stato c'è un sovrano le cui leggi sono limitate dalla costituzione e per entrare in vigore devono essere approvate dal parlamento.
    [modifica] Repubblica
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Repubblica.

    Nella maggioranza degli Stati gli eventi storici portarono all'abrogazione dell'istituto monarchico e alla proclamazione della repubblica. Attualmente nel mondo sono individuabili tre tipi principali di forma di governo repubblicana:

    nella repubblica parlamentare il governo necessita del sostegno costante di una maggioranza parlamentare che approvi le linee della politica del Governo; sostanzialmente uguale alla monarchia parlamentare, tale forma di governo viene definita monista in quanto i cittadini hanno nelle elezioni parlamentari l'unico momento in cui possono decidere delle sorti del governo del paese, sicché il Parlamento è l'unico organo che gode di una legittimazione popolare. Il governo entra in carica grazie ad un voto di fiducia concesso da una coalizione maggioritaria di deputati.

    Per risolvere il dramma dell'instabilità cronica di tale sistema, sono state ideate "forme razionalizzate" di parlamentarismi (dotate costituzionalmente di mezzi idonei) per determinare una maggiore stabilità, la più famosa delle quali è il Cancellierato tedesco.

    Sempre con l'intenzione di moderare l'instabilità del governo parlamentare, ma allontanandosi da esso, nasce la repubblica semipresidenziale, caratterizzata dalla riattribuzione al capo dello stato di importanti funzioni politiche. In tale sistema, il governo viene a dipendere sia dalla fiducia della maggioranza parlamentare, ma contemporaneamente anche dalla volontà politica del Presidente della Repubblica, eletto dal popolo. Si tratta dunque di una forma di governo dualistica, in quanto il voto popolare investe sia il Parlamento che il Capo dello stato. Significativa, onde marcare la differenza dal parlamentarismo, è l'incompatibilità fra la carica di ministro e quella di deputato.
    Di natura storica diversa è invece la repubblica presidenziale che non nasce da una progressiva evoluzione dalla monarchia, ma dalla creazione ex novo di un neocostituito ordinamento giuridico, che prevede due distinte consultazioni elettorali per l'elezione del capo dello Stato e per il Parlamento. Si tratta di una elaborazione dei rivoluzionari americani.

    Tale forma di governo si fonda sui principi di Montesquieu di una radicale divisione dei poteri pubblici. In tale ordinamento il governo è nelle esclusive mani del Presidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini. Egli non ha tuttavia alcuna possibilità giuridica di influenzare la formazione delle leggi, che è di esclusivo appannaggio del parlamento. Anche la funzione giudiziaria è indipendente dagli altri due poteri.
    [modifica] Repubblica direttoriale
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Forma di governo direttoriale.

    Un caso particolare è infine quello della repubblica direttoriale. Affine al sistema presidenzialista per quanto riguarda la divisione dei poteri, se ne discosta per il semplice fatto che non esiste un capo dello stato monocratico, ma le sue funzioni vengono svolte collegialmente da un collegio ristretto, il Direttorio, nominato dal parlamento ma in seguito da esso totalmente indipendente sino al successivo appuntamento elettorale. Tale forma di stato si trova attualmente vigente in Svizzera, caso isolato nel mondo.
    [modifica] Lista alfabetica
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Lista delle forme di governo.

    Di seguito è riportata è una lista alfabetica non esaustiva. È da notare che è possibile combinare tra di loro più forme di governo. Si prega di lasciare la lista in ordine alfabetico e se modificata, di aggiungere voci in ordine alfabetico.

    Anarchia
    Androcrazia
    Aristocrazia
    Autocrazia e dittatura
    Cleptocrazia
    Demagogia
    Dispotismo illuminato
    Dispotismo e tirannia
    Dittatura militare
    Democrazia
    Democrazia deliberativa
    Democrazia diretta
    Democrazia partecipativa
    Democrazia rappresentativa
    Elitismo
    Fascismo
    Federazione
    Ginarchia
    Gerontocrazia
    Meritocrazia
    Monarchia
    Monarchia assoluta
    Monarchia elettiva
    Monarchia ereditaria
    Monarchia costituzionale
    Monarchia costituzionale pura
    Monarchia parlamentare
    Oclocrazia
    Oligarchia
    Partitocrazia
    Paternalismo
    Plutocrazia
    Polisinodia
    Premierato
    Repubblica
    Repubblica direttoriale
    Repubblica Islamica
    Repubblica parlamentare
    Repubblica presidenziale
    Repubblica semipresidenziale
    Repubblica Socialista
    Sistema Westminster
    Stratocrazia
    Tecnocrazia
    Teocrazia

    Queste forme di governo danno uno schema generale della variabilità della struttura di potere racchiusa all'interno del governo di una nazione. Comunque, ogni governo è unico, così come ogni nazione e la sua costituzione - le leggi fondamentali che descrivono la forma di governo dello stato in dettaglio.

    Tali linee guida sono una descrizione insufficiente per le funzioni complete di ogni governo. Come tali, le autorità politiche spesso distribuiscono e strutturano il potere e la responsabilità in maniera più ampia di quanto detti la forma di governo. Una democrazia rappresentativa come quella Italiana, ad esempio, comprende misure per un certo livello di democrazia diretta, in forma di referendum o per la democrazia deliberativa, in forma di un elaborato processo che possa portare a una modifica della costituzione, oltre a comitati e commissioni d'inchiesta (non sempre guidate dai deputati).

    Socialismo, comunismo e fascismo, ebbero origine come movimenti socio-economici e furono trasformati in governo da specifici partiti, che presero il nome dal movimento stesso. La lunga esperienza di questi movimenti con il potere, e i forti legami di ogni ideologia con il controllo governativo e politico, hanno fatto sì che alcuni di questi si guadagnassero il riconoscimento come forme di governo in sé.

    L'Islam come movimento politico, è anch'esso spesso incluso nella lista di movimenti che hanno profonde implicazioni per la forma di governo, ma nella pratica viene applicato in maniera così differente, che ha poco senso trattare tutte le applicazioni come un'unica categoria astratta. Molte nazioni del mondo islamico si autodefiniscono islamiche e spesso il termine si trova all'interno del nome dello stato, ma in pratica, questi governi spesso sfruttano meccanismi di potere (come debito e nazionalismo) che non hanno radici, e talvolta molta opposizione, nell'Islam come religione e come pratica politica.
     
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  2. Giulio Leone Aurelio
     
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    La Costituzione Mista della Repubblica Romana mi sembra la migliore, senza voler usare toni troppo laudativi che secondo me sarebbero comunque appropriati. Roma, a differenza di quanto pensano in molti, fu il primo esperimento di limitazione dei poteri dello Stato: elementi di Monarchia, Aristocrazia e Democrazia erano racchiusi in un unica forma di governo. Sono sempre convinto che in qualsiasi forma di stato, l'assemblea legislativa non debba competere nè sulla Difesa nè sulla Politica Estera.
     
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  3. Jacopo Vibio Frentano
     
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    La migliore è la repubblica a democrazia diretta nei piccoli centri, la repubblica parlamentare rappresentativa nelle grandi comunità.
    La repubblica direttoriale è affascinante...
     
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  4. Vidkun Quisling
     
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    Monarchia costituzionale.
     
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  5. Caio Duilio Simone
     
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    Dittatura, però il dittatore devo essere io :D :D

    Anche io, sono per la costituzione mista, non uguale a quella romana perchè è impensabile per i tempi di oggi, però qualcosa di simile. La democrazia rappresentativa, come si può notare è un fallimento.
     
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  6. Vidkun Quisling
     
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    CITAZIONE (Caio Duilio Simone @ 30/6/2011, 13:27) 
    La democrazia rappresentativa, come si può notare è un fallimento.

    A dire il vero le dittature come si è poTUTO notare sono state un fallimento su qualsiasi fronte possibile ed esistente.
    :ahah:
     
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  7. Caio Duilio Simone
     
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    ma infatti non ho detto che le dittature non sono un fallimento, semplicemente che le democrazia soprattutto quelle attuali sono un fallimento, un'oligarchia al potere.
     
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  8. Jacopo Vibio Frentano
     
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    CITAZIONE (Caio Duilio Simone @ 30/6/2011, 18:41) 
    ma infatti non ho detto che le dittature non sono un fallimento, semplicemente che le democrazia soprattutto quelle attuali sono un fallimento, un'oligarchia al potere.

    si dillo a uno svedese.
     
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  9. THE SARD
     
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    Repubblica Socialista
     
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  10. ~Jegan
     
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    CITAZIONE
    La migliore è la repubblica a democrazia diretta nei piccoli centri, la repubblica parlamentare rappresentativa nelle grandi comunità.

    Confermo, poi il problema è capire se è meglio una repubblica presidenziale, semi-presidenziale o parlamentare. E cmq per avere veri rappresentanti e non una oligarchia al potere, basterebbe una potere giudiziario forte e più pressione da parte dei cittadini. La politica italiana ha un costo esorbitante semplicemente perchè i politici fanno i comodi loro e la magistratura non ha il potere di intervenire per impedirlo. Dall'altra parte se i cittadini davvero volessero un cambiamento in tal senso, lo farebbero capire con le buone o con le cattive.
    Cmq non esiste una forma di governo perfetta, e quindi nemmeno la democrazia rappresentativa lo è... attualmente, tuttavia, è la migliore tra quelle che conosciamo e che sono realmente attuabili. Ad esempio la democrazia diretta è una forma sicuramente affascinante, ma assolutamente impraticabile per motivi pratici. Difatti oggi si parla da un lato di libertà degli antichi( che si manifestava attraverso la partecipazione e la democrazia diretta) e di libertà dei moderni( che si manifesta nello Stato di diritto attraverso la libertà individuale).
     
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    Romano

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    esempio la democrazia diretta è una forma sicuramente affascinante, ma assolutamente impraticabile per motivi pratici. Difatti oggi si parla da un lato di libertà degli antichi( che si manifestava attraverso la partecipazione e la democrazia diretta) e di libertà dei moderni( che si manifesta nello Stato di diritto attraverso la libertà individuale).

    La libertà degli antichi e la libertà dei moderni non sta in questi termini. E' giusto che denoti la differenza, ma non sta in questo (partecipazione diretta da un lato e libertà individuale dall'altro: non è vero). La tua frase ignora innanzitutto il diverso paradigma epistemico alla base della nozione di libertà. Dopodiché, non comprende appieno la trasformazione sistematica che avviene, per cui parlare di democrazia diretta in antichità ed in modernità ponendoli in confronto è sì sbagliato, ma solo perché decontestualizzante.
    La libertà degli antichi è libertà d'azione all'interno dell'ordine cosmico non riducibile al condizionamento di qualcun'altro. La libertà dei moderni è realizzazione della soggettività, dunque dell'essere umano in quanto soggetto, che si esprime in prima istanza in campo politico. La stessa differenza che intercorre tra un attore del teatro antico ed uno moderno: uno ha la maschera, l'altro no.
    Tuttavia, la realizzazione della soggettività non significa necessariamente d'arrivare allo Stato di Diritto. Innnazitutto, perché la nozione è una nozione risalente a prima della rivoluzione concettuale hegeliana. Dopodiché, perché Stato di Diritto fa riferimento ad una visione basata sulla logica della differenza, ma non è l'unico di per sé. E dopo? Dopo abbiamo la rivoluzione concettuale hegeliana di uno stato organicistico etico, che prende due strade: una delle due è costituita dallo Stato potenza borghese, dove il soggetto storico s'identifica nell'equazione stato=borghesia, l'altro nel Soggetto Storico espresso dal materialismo storico marxista, che è la classe proletaria. Contrasto duale che è venuto meno con la caduta del muro di Berlino, che ha portato perfino a pensare di "fine della storia" assorbita nel modello liberale, ma che è evidente, dagli studi dei maggiori studiosi moderni, che è errato.

    Comunque, un modello che mi ha molto affascinato è il modello della Democrazia Deliberativa teorizzata da Jürgen Habermas, filosofo, storico e sociologo tedesco. Di lui non concepisco l'abbandono della soggettiva a favore dell'intersoggetitvità. Però apprezzo il metodo e lo sforzo: quello di costruire una società politica che sia in grado di affrontare la contemporaneità e le sfide che pone, con la stessa distanza tra modello sociale e sistema sociale, giunta oggi alla conflittualità, costruendo un modello di democrazia che si basa sul rispetto della nozione di libertà e sulla costruzione del concetto di verità. Tutto, con l'obiettivo secondario, ma non meno importante, di base l'evoluzione sul concetto di diritto.
    Su cosa si basa? Sul concetto di apprendimento sociale: ogni decisione giusta è tale se viene presa in un percorso di apprendimento sociale, cioè di di percorso fallibilistico, dove essa è diritto quando sopravvive a tutti i tentativi di invalidazione.
    A quel punto, la libertà consiste nel rispetto di tutte i percorsi procedurali per rendere possibile il discorso.
    In poche parole: Habermas basa lo Stato su una legittimazione democratica e dove la Democrazia è sinonimo di dialogo e costruzione dialettica. L'uomo non è più un animale politico (Aristotele), politico e sociale (Tommaso d'Aquino), ma sopratutto è un animale democratico (Habermas).
     
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  12. ~Jegan
     
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    CITAZIONE
    Secondo Constant, una delle differenze più importanti fra la politica antica e la politica moderna, è il carattere rappresentativo dei nostri governi, che era del tutto assente nelle poleis greche, democratiche o aristocratiche che fossero, e negli altri regimi dell'antichità. 85 Essendo il potere politico gestito senza mediazioni, la libertà degli antichi consisteva nell'esercitare collettivamente, ma direttamente, molte funzioni della sovranità. Questa libertà collettiva era compatibile con l'asservimento completo dell'individuo all'autorità dell'insieme, che si manifestava con istituti come l'ostracismo ateniese e il controllo censorio della vita privata spartana per opera degli efori. Gli antichi erano «macchine di cui la legge regolava le molle e faceva scattare i congegni». 86

    Di contro, oggi - dice Constant - per libertà s'intende il diritto di essere sottoposto soltanto alla legge, di non essere arrestato, né tenuto in carcere, né condannato a morte, né maltrattato per la volontà arbitraria di uno o più individui, il diritto di esprimere la propria opinione, di scegliere il proprio lavoro e di esercitarlo, di disporre ed usare della propria proprietà, di associarsi con chi si preferisce, di esercitare la propria influenza sull'amministrazione del governo. In breve, la nostra libertà è il «pacifico godimento dell'indipendenza privata».

    Mi sono attenuto alla definizione di COstant, che è l'ideatore della della distinzione tra libertà degli antichi e dei moderni. Io sinceramente condivido questa analisi... ovviamente bisogna reintepretarla, dato che si tratta comunque di una defiinizione fin troppo individualista. Oggi il sistema politico ha un'importanza molto superiore, rispetto al passato, e interviene constantemente in economia e nella stessa società. E' evidente che una forma di liberismo assoluto come quella ideata da Costant o, ad esempio, da Smith non è presente in nessun Paese civile... neppure negli Stati Uniti o in generale nel mondo anglosassone.
    Tuttavia, tenendo conto di tutto questo, ritengo che la divisione libertà degli antichi- libertà dei moderni di Costant sia comunque molto significativa e dimostri chiaramente l'impraticabilità della democrazia diretta nel sistema politico moderno. Spero di aver chiarito meglio cosa intendevo...
     
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  13. DioNero94
     
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    Per me la migliore è l'Anarchia. :D
     
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  14. ~Jegan
     
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    Giusto, chi fa da sè fa per tre. Torniamo a vivere come in uno stato di natura in cui ognuno pensa per sè e dove ci si ammazza per un pezzo di pane. :D
     
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  15. Vidkun Quisling
     
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    CITAZIONE (~Jegan @ 12/7/2011, 01:38) 
    Giusto, chi fa da sè fa per tre. Torniamo a vivere come in uno stato di natura in cui ognuno pensa per sè e dove ci si ammazza per un pezzo di pane. :D

    Il pensiero dell'Anarchismo non è esattamente così, leggiti qualcosa prima di blaterare anche se comunque non lo approvo completamente.
     
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16 replies since 30/6/2011, 01:25   168 views
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