"Contrario alla fiducia per Cicerone" F.G.Bellico

Discorso con cui nega la fiducia a C.R.Cicerone Principe

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    Romano

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    Con questo discorso, Bellico, unitosi ad Aquila, nega la fiducia a Cicerone, allora aspramente criticato nella conduzione del suo principato.
    E' una delle poche orazioni di Bellico, politico prolisso nel dibattere, che sono realmente curate e che si avvicinino maggioramente ai canoni dell'oratoria politica tradizionale.


    Onorevoli colleghi, è mia intenzione pronunciarmi in questa discussione cercando di mettere da parte opinioni personali e piccoli scontri - presunti o reali - di potere che sono stati ingiustamente chiamati in causa in questi giorni.
    Io credo che non sia compito di noi Senatori, ma in assoluto di alcuno che accetti l'onere di un incarico istituzionale, di trascinare nella gestione della politica quirita quali che siano i nostri personali interessi.

    Orbene mi tocca dover esprimere un triste giudizio sull'operato da Principe del Senato del Viro Caio Regolo Cicerone. Mi spiace perchè sappiamo tutti l'importanza che ha rivestito da quando ha deciso di fondare la Res Publica al finaco di Aquila in poi. Ma voglio rassicurare Cicerone: non è il tuo onore ad essere in discussione e non può esserlo in questa sede sopratutto. Il giudizio che deve essere espresso è di merito. Bisogna tirare le somme del tuo operato in questi mesi. E' indiscutibile, con rammarico, che la tua presenza sia stata molto blanda in questi mesi e si sia limitata al minimo indispensabile cui gli obblighi costituzionali ti chiamano imponendoti certi compiti ineludibili.
    Ho più volte sollecitato il tuo intervento per varie questioni, specie in questa stessa sezione. Non puoi dire che non è vero, così come non possono negarlo gli altri convenuti.
    Probi colleghi, è forse falso quel che dico? Non corrisponde al vero che tutti avreste voluto vedere qualche segno di attivismo maggiore da parte del Principe? Di vederlo più impegnato per la nostra Patria?
    Non è un atto di accusa questo! E' un rammarico perchè siamo certi che un impegno maggiore era possibile. Il problema è che un impegno maggiore è necessario perchè vitale per la Res Publica. Abbiamo necessità di vedere il Principe del Senato semrpe vicino alla Patria che rappresenta!
    Allora io chiedo a Cicerone di farsi da parte, di riconoscere questa sua manchevolezza - che nulla intacca del suo onore e della sua persona - e cominciare daccapo con più impegno.
    Io invito TUTTI, Senatori e Quiriti a ripensare i nquesto momento a cosa rappresenti l'imepgno nella politica Quirita: rappresenta una responsabilità verso il Popolo, una responsabilità cui ci si deve conformare e mantenere fedelmente adempimento imeprituro. Sorgono dei problemi? Li si affronti e li si risolva. Ma nn si viva nella stagnazione, nel bivacco attendendo che il tempo passi cullandoci nel torpore del distacco. Dobbiamo darci da fare! Dobbiamo lavorare!

    Concludo quindi espimendomi come CONTRARIO alla fiudcia chiesta dal Principe del Senato Caio Regolo Cicerone.


    Per chi è interessato al contesto originale

    https://respublicaspqr.forumcommunity.net/?t=16202379
     
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