"Nego fiducia a Cicerone" C.G.Aquila

In Senato Aquila sfiducia Cicerone Principe del Senato

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    Romano

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    Duplice sententias espressa da C.G.Aquila quando, mettendo da parte fidetas ed all'alleanza politica con Cicerone, gli nega la fiducia e si scaglia contro il Principe del Senato, ritenuto da lui non all'altezza dell'incarico ricoperto.
    Nonostante gli sforzi dell'allora Console Aquila, che qui si giocherà appunto il suo Consolato, l'opposizione non abbandona il Principe, che rimane al potere, anche se con molte critiche.


    I



    Signori Senatori e Senatori,

    Viene prima la patria e poi gli amici ed alleati, se fidetas è, visto che spesso oggigiorno la si dimentica. E siccome non bastano quattro parole declamate, una presenza soltanta nominale ed un'attivazione quando si fiuta il pericolo, necessitando la patria di una presenza degna al rango qui citato, non posso esimermi da una dolorosa scelta, maturata per altro in 4 mesi di delusioni continue:

    CONTRARIO

    II



    Signori Senatori,

    Io credo che non bisogni agire per sentito dire o per nomanza: che Cicerone sia una vecchio cittadino, che sia un ex consolare, che sia stato Senatore, Pretore, Censore ed altri numerose cariche sono meriti che non si tolgono, né possono essere tolti.
    Ma ora è chiaro che Cicerone si assuma le proprie responsabilità a causa di una condotta gravida di manchevolezze che non può e non deve essere accettata: ha svilito la carica di Principe del Senato, che meriterebbe una presenza ed attività più degna.
    Egli si è dimostrato irresponsabile: ha agito pochissimo, limitandosi al minimo possibile e solo sotte forti pressioni e sollecitazioni, con ritardi che hanno dell'incredibile. E non è una condotta recente, riconducibile a fattori meramente scolastici e momentanei: è stato l'intero andazzo di tutto il periodo da quando è Principe, e non solo; già prima, ricoprendo altri ruoli, si era dimostrato abulico e poco produttivo, ma le sue promesse, rivolte tutte al futuro dopo il Principato, sembravano far sperare ora in un grande ritorno dell'ex consolare ai tempi d'oro.
    Ritorno che non c'é stato: Caio Regolo Cicerone ha deluso prima di tutto coloro che lo conoscono meglio, coloro che vi hanno collaborato e sanno come funziona l'intera macchina statale, sanno che questo NON è il ritmo che essa dovrebbe assumere.
    Io non comprendo i nuovi che, non sapendo cosa decidere, si affidano alla fama Ciceroniana: eppure sembra che personaggi quali Aquila, Pater Patriae, due volte Dittatore, ex Principe del Senato, Senatore da sempre, ex Presidente dell'Assemblea Costituente, fondatore di enti quali Scuola Palatina, Università, Nisi o Bellico, ex Console, ex Edile Plebeo, Senatore, Deputato dell'AC, o Cassio, ex Questore, Senatore, membro attivissimo per il suo lavoro presso il Simposio Imperiale o Frentano, ex Triumviro, ex Censore per tre legislazioni, ex reggente della Scuola Palatina, Senatore e Deputato in più periodi, cittadino della prima ora, sembrano giudicare negativamente la condotta odierna di Cicerone, e condannarla. E non credo abbiano fama inferiore al signor Cicerone, non credo proprio.
    E poi com'é possibile che non vi sono nomi alternativi al Cicerone? Io ne vedo molti, sicuramente. Non intendo dirli ora, mi basta chiarire che non sono io. Non penso di dire altro.


    Per chi è interessato al contesto originale:

    https://respublicaspqr.forumcommunity.net/?t=16202379
     
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