Regolamento del Circolo Culturale Ucronia&Utopia

Importante e basilare.

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  1. Vidkun Quisling
     
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    )Il Centro Culturale Ucronia&Utopia è un circolo culturale fondato da parte di Vidkun Quisling.
    2)Il Centro Culturale Ucronia&Utopia fa parte degli Enti Privati ed accetta tutti i cittadini vetlani e quiriti romani di qualsiasi partito o ideologia.
    3)Lunga è la storia del suddetto genere letterario. Il termine « Utopia » fu coniato da san Thomas More (1477-1535), autore per l'appunto del celebre testo « Utopia » (1516) in cui descrive una società ideale, di stampo comunista ante litteram, scoperta nell'era dei grandi viaggi per mare sull'isola omonima. Anche il termine "ucronia" nasce da un'opera letteraria, di un autore francese dell'Ottocento, che postula la sopravvivenza dell'Impero Romano, (il POD è che Cassio Avidio succeda a Marco Aurelio al posto di Commodo, dopo una vittoria nel 175 d.C.). Invece la più antica ucronia conosciuta nella storia della letteratura fu proposta dallo storico latino Tito Livio nei suoi "Ab Urbe condita libri" (IX, 17), allorché si chiese cosa sarebbe accaduto se Alessandro Magno fosse vissuto tanto a lungo da confrontarsi con la potenza di Roma:

    « Nihil minus quaesitum a principio huius operis uideri potest quam ut plus iusto ab rerum ordine declinarem uarietatibusque distinguendo opere et legentibus uelut deuerticula amoena et requiem animo meo quaererem; tamen tanti regis ac ducis mentio, quibus saepe tacitus cogitationibus uolutaui animum, eas euocat in medium, ut quaerere libeat quinam euentus Romanis rebus, si cum Alexandro foret bellatum, futurus fuerit. »

    (Si potrebbe osservare che, sin dall'inizio di quest'opera, nulla ho cercato di evitare con tanta attenzione quanto il discostarmi da una trattazione ordinata degli eventi, e il cercare motivi di piacevole svago per i lettori e un po' di riposo per la mia mente infarcendo questa ricerca storica con amene digressioni. Ciò nonostante, l'aver menzionato un re e un condottiero così grande, mi riporta a considerazioni che tante volte ho fatto tra me e me, e non mi spiace ora valutare quale sarebbe stata la sorte della potenza romana se si fosse scontrata con Alessandro.)

    Ecco alcune famose opere letterarie che trattano di Utopie:

    "Repubblica" di Platone
    "Una Storia Vera" di Luciano di Samosata
    "Defensor pacis" di Marsilio da Padova
    "De pace fidei" di Niccolò Cusano
    "La Nuova Atlantide" di Francis Bacon
    "La Città del Sole" di Tommaso Campanella
    "Sogno di un uomo ridicolo" di Fëdor Dostoevskij (una delle utopie più toccanti)
    "Le scarpe del pescatore" di Morris West
    "Quelli di Anarres" di Ursula le Guin

    "Islandia", di Austin Tappan Wright

    Trattano invece di Ucronie:

    "Se Hitler avesse vinto la guerra", di Winston Churchill
    "Il buonuomo Mussolini" di Indro Montanelli
    "La Svastica sul Sole" di Philip Dick
    "Contro-passato prossimo" di Guido Morselli
    "Occidente" e "Attacco all’Occidente" di Mario Farneti
    "Fatherland" di Robert Harris
    "La Società del Tempo" di John Brunner
    "Delenda Est" di Paul Anderson
    "Un rombo di Tuono" e "Un Tocco di Petulanza" di Ray Bradbury
    "La Macchina della Realtà" di William Gibson e Bruce Sterling
    "Garibaldi a Gettysburg" di Francesco Prosperi (molto controversa)
    "1943, Come l’Italia vinse la guerra" di Giovanni Orfei
    "E se..." di Isaac Asimov
    "Il Ciclo dell'Invasione", "il Ciclo della Colonizzazione", "L'agente di Bisanzio", "Per il trono d'Inghilterra" e "Dramma nelle Terrefonde" di Harry Turtledove
    "Il "Ciclo di Eymerich" di Valerio Evangelisti
    "Se l’Italia" di Gianfranco de Turris
    il cartone animato "Laputa" di Miyazaki Hayao
    il fumetto "Vendicatori per sempre" di John Byrne
    il fumetto "Ucronia" di Tiziano Sclavi
    Trattano infine di Distopie:

    "I viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift
    "I cinquecento milioni della Begum" di Jules Verne
    "I primi uomini sulla Luna", "La Macchina del Tempo" e "L'Isola del dottor Moreau" di Herbert George Wells
    "Il mondo nuovo" e "Ritorno al mondo nuovo" di Aldous Huxley
    "Noi" di Evgenij Zamjatin
    "1984" di George Orwell
    "Il signore delle mosche" di William Golding
    "Io sono leggenda" di Richard Matheson
    "Il paese della gentilezza" di Damon Knight
    "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury
    il cartone animato "Ryu delle caverne" di Go Nagai
    il fumetto "Devilman" di Go Nagai
    In certi casi, la differenza con la fantascienza in senso stretto è molto sottile. Naturalmente anche Star Trek, Star Wars e Matrix possono essere considerati utopie/ucronie/distopie, ma allora lo sono anche la "Fondazione" di Asimov, "l'Uomo Disintegrato" di A. Bester, la "Regina delle Fate" di Spenser, l'"Odissea" di Omero, l'"Eneide" di Virgilio, la "Tempesta" di Shakespeare, i cartoni animati "Capitan Harlock" e "Danguard" di Leiji Matsumoto, e così via; opere che tutti noi consideriamo ottime, ma che i più ritengono appartenenti ad altre categorie.

    L'elenco testé presentato dimostra come uomini di ogni epoca siano stati affascinati dai passati e dai futuri alternativi, dalle allostorie come riflessione degli infiniti stati di probabilità riguardo il fluire del tempo, a partire dal singolo stato energetico di uno dei milionesimi di miliardi di atomi dell'universo alle grandi decisioni statistico-politiche e sociali degli uomini del passato. E forse è proprio l'impossibilità umana di poter verificare i "se" ed i "ma" che ci porta ad incuriosirci così tanto in questo particolare campo. Tanto più che, a nostro modesto avviso, la tranquillità del sapere che nulla del passato può essere modificato (John Titor permettendo...) ci porta ancor più ad apprezzare queste fantasiose ma coerenti ricostruzioni.

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    4)Cominciamo con un'importante avvertenza: i contenuti del presente sito sono opere di fantasia a carattere letterario, basati sulla consapevole formulazione di ipotesi storiche che partono dall'alterazione di significativi eventi realmente accaduti oppure da ipotesi di modelli di società possibili. Questo va ben chiarito, perchè Utopiaucronia ha ricevuto attacchi da parte di certuni, i quali sostenevano che gli studenti liceali di storia avevano studiato i contenuti del presente sito, confondendoli con la storiografia "reale". Naturalmente l'accusa appare tragicomica, perchè se uno studente del Liceo ignora il fatto che ci sono state solo due guerre mondiali, che i Romani non hanno colonizzato l'America e che noi non siamo ancora arrivati a mettere piede su Marte, allora non ci resta che abbandonarci allo sconforto, chiudere bottega e dedicarci piuttosto alla coltivazione di tulipani. Visto però il dilagante analfabetismo storico e scientifico che attanaglia le odierne giovani generazioni, appare sensato mettere subito in chiaro che "Utopia" significa "ciò che non esiste in nessun luogo" e che "Ucronia" significa "una storia che non si è mai realizzata" (qui si vede quanto sarebbe deleterio abbandonare lo studio del greco).

    La necessità di questo disclaimer è del resto in linea con una convinzione piuttosto diffusa. Infatti quello dell'ucronia (dal greco "senza tempo") o, come dice la scuola americana, della "storia controfattuale", è sempre stato considerato come un giochino ozioso e addirittura guardato con sospetto, rappresentando un'« evasione » dal rigoroso studio della storia così come esso era concepito nella sua veste tradizionale. I più lo catalogavano nel capitolo della "fantascienza", e quindi riguardavano ad esso come un genere letterario minore e buono tutt'al più per studenti e massaie.


    Ma, come spesso avviene, il brutto anatroccolo è diventato un bianco cigno, e l'ucronia si è trasformata, da genere letterario di evasione, in un vero e proprio metodo di analisi della storia: chiedersi cioè come sarebbero potute andare le cose se un solo particolare fosse risultato diverso da quello della nostra Timeline (il cosiddetto POD, Point of Divergence), allo scopo di studiare quali dinamiche politiche, economiche, etnologiche, eccetera sono all'opera dentro la nostra storia. Come ha detto Isaac Asimov in uno dei suoi romanzi, basta spostare un barattolo di vernice da un ripiano all'altro di un armadio, per allontanarci in maniera significativa dalla « nostra » storia così come noi l'abbiamo conosciuta.

    5)Tale Centro Culturale promette l'assoluta fedeltà alla Res Publica quanto alla Repubblica Democratica di Vitla e alla partecipazione popolare.
    6)Ogni cittadino ha il diritto di inventare ed ideare la propria ucronia/utopia e creando situazioni allostoriche immaginarie.
     
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