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Caio Duilio Simone.
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Onorevoli membri di codesto Senato,
L'infedeltà e la slealtà sono indubbiamente due aggettivi che ci sono estranei e che lo devono rimanere a tempo imperituro. Quindi, reputo che nessuno mai proporrà un comportamento sleale, infedele nei confronti di coloro che ci sono sempre stati amici.
Eppure? Eppure bisogna pur ricordarsi che noi dobbiamo la nostra fedeltà e la nostra lealtà non ai governi, ma ai popoli ed ai patti che con essi abbiamo stipulato.
Non possiamo stracciare i patti, né tradire gli amici, che abbiamo abbondanti e meritevoli in entrambe le due parti, né far torto loro per qualche nemico che ci ha offeso in passato.
Possiamo permetterci una politica aggressiva? Quale diritto abbiamo di arrogarci di dar ragione agli uni o agli altri? Quale vantaggio ce ne verrebbe dall'appoggiare l'uno l'altro partigiano? Chi siamo noi per far questo? Quale guadagno nel giudicare, condannare o favorire?
Noi non possiamo prendere a cuor leggere una decisione del genere, ergerci ad arbitri di una situazione che non ci compete, né ci può riguardare in tal senso.
Nostro interesse è la pace tra gli amici, che è la nostra pace. Nostro dovere è il rispetto dei patti, che sono i nostri patti. Nostro dovere è aiutare gli amici, tutti quanti senza esclusione alcuna.
Dunque, signori senatori, qual'é la mia proposta? Non stracciare i patti, ma farne altri. Cercare il compromesso. Cercare una pace in uno scontro nuovoloso che turba gli animi italofoni e non ci giova.
E se ci riusciremo? La gloria per noi sarà grande, giacché saremmo riusciti in un obiettivo nobile. Mentre grande sarà a noi il biasimo, se lodati da alcuni, lodiati da altri ci faremo colpevoli della condanna di amici per andar in accorso ad altri amici ancora.
Chi ha detto che vi debba essere una sola Vitla vera ed una falsa? E se ve ne fossero due vere? E se ve ne fosse una sola?
Questo dovremmo aspettarci e favorire, non certo intrigarci nelle discordie che dominano foresterie ai nostri confini, non certo trascinarci anche noi in questo caos latente.
Consulto in senato del 10 Maggio 2761 a.U.c.
Caio Giulio Aquila. -
silvercloud87.
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Devo dare lode ad Aquila che, anche in quel caso, riuscì ad avere una posizione a dire poco perfetta, una posizione difficile che solo sul filo di lana poteva trovare una conciliazione. Da parte sua Aquila ha il merito di avere trovato questo punto di contatto e di possibile accordo. Ma non posso non dire che il suo merito era facilitato dai rapporti con entrambe le entità e daglia accordi vigenti con entrambe.
Bravo Aquila.. -
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Grazie. Sai, è la prima volta che esce dal Senato un'orazione riguardante la Questione Vetlana.
Penso comunque che il Censore ne pubblicherà altre: ci sono orazioni di altri molto belle..
"In merito alla Questione Vetlana" C.G.AquilaDiscorso di Aquila durante il Consulto sulla Questione Vetlana 10/05/2008-2761 |
