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Francesco Agricola Catone.
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Prima di iniziare a parlare delle cinque declinazioni latine bisogna fare un piccolo discorso riguardo alla costruzione dei complementi che servono per realizzare una frase latina.
In latino non esistono gli articoli o le preposizioni per esprimere i vari complementi, dunque per esprimere un complemento di specificazione non possiamo usare la preposizione "di", o per scrivere un complemento di termine la preposizione "a".
Per rappresentare quindi ivari complementi è necessario declinare le parole secondo le cinque declinazioni nei sei casi singolari o plurali.
Questi sei casi sono:
IL NOMINATIVO: è il caso in cui vanno sempre il soggetto e il nome del predicato.
IL GENITIVO: è il caso del complemento di specificazione.
IL DATIVO: è il caso del complemento di termine.
L'ACCUSATIVO: serve per esprimere il complemento oggetto.
IL VOCATIVO: per il complemento di vocazione.
L'ABLATIVO: è il caso che può essere tradotto in più modi visto che funge da complemento di mezzo, di unione, di modo e di altri complementi indiretti che andremo ad analizzare in futuro.
Come detto sopra le declinazioni sono cinque e per riconoscere di quale declinazione fanno parte i sdostantivi bisogna vedere come terminano al caso genitivo:
I declinazione: il genitivo finisce in ae.
II declinazione: finisce in i
III declinazione: finisce in is
IV declinazione: finisce in us
V declinazione: finisce in ei
Le terminazioni per gli altri casi variano da declinazione a declinazione..