SECONDA LEZIONE GRECO ANTICO

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  1. cratos94
     
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    AVE POPULULUS ROMAE

    passiamo alla seconda lezione di greco :blink: :asd:
    passiamo alla coniugazioni dei verbi....allora cominciamo...
    Il verbo in greco, come in ogni lingua flessiva, si modifica aggiungendo in coda a una radice verbale una vocale tematica, un suffisso modale e/o temporale una terminazione; talora la radice stessa è ampliata con dei prefissi o degli infissi, per definire i vari temi temporali e le loro funzioni. Si serve inoltre spesso dell'apofonia* o gradazione vocalica per distinguere i temi temporali fra di loro.

    *apofonia= L'apofonia è un fenomeno di mutamento fonetico presente in tutte le lingue indoeuropee; ad esempio, in greco si può notare nei diversi temi verbali di un verbo:

    * trap-/trep-/trop- (τραπ-/τρεπ-/τροπ-)
    * pher-/phor- (φερ-/φορ-)
    * pith-/peith-/poith- (πιθ-/πειθ-/ποιθ-)

    O anche in latino:

    * facio, feci
    * vĕnio, vēni

    Ma è visibile anche in altre lingue, come in inglese (e in generale, nelle lingue germaniche):

    * sing, sang, sung, song
    * rise, raise
    * bind, bound
    * goose, geese

    O in italiano (come nelle lingue romanze):

    * dovere, devo
    * sapere, seppi
    * bene, buono, bontà

    La mutazione vocalica all'interno del tema di un verbo segna una differenza in termini di tempo o modo (dovere/devo; facio/feci; sing/sang/sung; bind/bound), di transitività verbale (rise/raise: il primo è intransitivo, il secondo transitivo), di parti del discorso (bene/buono/bontà: il primo è avverbio-sostantivo, il secondo aggettivo, il terzo sostantivo), o di numero grammaticale (goose/geese).

    Allo stesso modo, ci sono alternanze consonantiche che possono anche essere usate grammaticalmente.

    In inglese:

    * belief (nome), believe (verbo)
    * house (nome), house (verbo) (foneticamente: [haʊs] (nome), [haʊz] (verbo))

    In italiano:

    * devo, dobbiamo
    * volere, voglio

    cmq ritorniamo ai nostri verbi....
    I verbi greci si dividono in due grandi coniugazioni, che si differenziano solo e soltanto nel tema del presente:

    * quella tematica, che si distingue per la desinenza -ω della prima persona singolare del presente indicativo, ed è caratterizzata dal fatto che le desinenze del presente e dell'imperfetto sono inserite sistematicamente su una vocale tematica, che mostra apofonia, ε - ο

    * quella atematica, che si distingue per la desinenza -μι della prima persona singolare del presente indicativo, ed è caratterizzata dal fatto che le desinenze del presente si inseriscono direttamente sulla radice verbale, la cui vocale mostra apofonia (grado allungato nel singolare del presente indicativo, grado normale nelle altre forme).

    Le due coniugazioni del greco corrispondono perfettamente alle due coniugazioni del sanscrito. Una coniugazione atematica in tutto simile a quella greca si rinviene anche in ittita. Il greco, nel presente e nell'imperfetto, conserva al novanta per cento la struttura del verbo indoeuropeo.

    Il verbo greco conosce quattro sistemi temporali fondamentali. A ognuno di essi è associato un determinato aspetto verbale, o qualità dell'azione, in relazione alla sua durata o compiutezza. tali sistemi temporali sono:

    * il presente, tema temporale che definisce un'azione non compiuta e durativa, con sfumature conative ("tentare di...") o iterative o di consuetudine;
    * il futuro, che indica un'azione futura rispetto al momento della sua enunciazione;
    * l'aoristo, che indica un'azione momentanea, colta nel momento finale del suo compiersi, senza alcuna conseguenza perdurante nel presente;
    * il perfetto, che indica uno stato nel presente risultante da un'azione passata (azione di aspetto resultativo).

    A partire da questi quattro temi temporali, che costituiscono l'ossatura del paradigma del verbo greco, si formano tutti i tempi verbali del greco, che sono nel complesso sette:

    * sul tema del presente, si formano due tempi: lo stesso presente, in tutti i suoi modi e l'imperfetto indicativo, indicante un'azione durativa nel passato (e corrispondente in linea di massima all'imperfetto italiano),
    * sul tema del futuro si forma il futuro semplice, in tutti i suoi modi;
    * sul tema dell'aoristo si forma l'aoristo in tutti i suoi modi (esso corrisponde a due tempi italiani, passato remoto e trapassato remoto);
    * sul tema del perfetto si formano tre tempi: il perfetto stesso, indicante uno stato presente derivante da azione passata; il piuccheperfetto, indicante uno stato passato derivante da un'azione ancora anteriore; il futuro esatto o futuro perfetto (solo impropriamente definito futuro anteriore), indicante lo stato futuro derivante da un'azione presente o futura. I tempi del perfetto, per la loro peculiare valenza, non hanno una e una sola corrispondenza con i tempi italiano, ma assumono diverse funzioni, tutte relative all'idea del risultato presente, passato o futuro, di un'azione precedente.

    I tempi del verbo greco si dividono in due categorie:

    * i tempi principali, presente, futuro, perfetto, futuro esatto, che hanno valore di azione presente o futura, e assumono le desinenze primarie, caratterizzate dalla tipica ι finale;
    * i tempi storici, imperfetto indicativo, aoristo, piucchepperfetto indicativo, che articolano l'azione passata, e assumono due caratteristiche: 1) il prefisso verbale noto come aumento (ma solo nell'indicativo -vedi sotto); 2) le desinenze secondarie, che sono totalmente prive della tipica ι finale.

    Come nella flessione nominale*, anche nella coniugazione dei verbi greci esistono tre numeri, singolare, duale e plurale. Il singolare e il plurale hanno le consuete tre persone nell'indicativo, nel congiuntivo e nell'ottativo, ma non nell'imperativo, che non ha le prime persone; il duale ha solo la sconda e la terza persona in tutti i quattro modi finiti.
    *flessione nominale= declinazione dei nomi :asd:

    Il verbo greco ha tre diatesi (in questo, fra le lingue indoeuropee, è eguagliato solo dal sanscrito), tutte flesse, nella maggior parte dei tempi, con desinenze proprie, ben distinte per ognuna di esse (al contrario di ciò che avviene nelle moderne lingue europee occidentali). Queste forme o diatesi sono:

    * l'attivo, che esprime l'azione compiuta dal soggetto;

    * il medio, che esprime un'azione che avviene nella sfera di interesse o di pertinenza del soggetto -esso corrisponde ai vari usi del riflessivo della lingua italiana;

    * il passivo, che esprime l'azione subita dal soggetto ad opera di un attore indicato da un complemento d'agente.

    Le tre forme del greco sono ben diversificate solo in due tempi: il futuro e l'aoristo. Negli altri tempi, presente, imperfetto, perfetto, piucchepperfetto e futuro esatto, il medio e il passivo coincidono, e sono distinguibili solo dal contesto sintattico della frase, in base alla presenza o meno del complemento d'agente.

    Attenzione: il medio del greco può essere usato come riflessivo propriamente detto (verbo che indica un'azione che il soggetto compie su se stesso), ma per lo più quest'ultima forma verbale è chiaramente espressa con il verbo transitivo attivo che regge un pronome riflessivo, che spesso è peraltro sottinteso.


    Come in latino, in sanscrito e in molte altre lingue antiche, alcuni verbi greci depongono la forma attiva e hanno solo la forma media, che ha però valore attivo: essi perciò vengono definiti verbi deponenti medii. Ess.:

    * μάχομαι, "combatto";
    * γίγνομαι: "divengo, nasco, sono"; alla 3º persona sing. e plur. vale "accade, accadono";
    * βούλομαι: "decido, voglio".

    Molti verbi greci sono deponenti in alcune forme, e regolari in altre: così il verbo γίγνομαι, "divengo, nasco, accado, sono", ha un perfetto γέγονα, non deponente (simili paradigmi verbali vengono definiti semideponenti, poiché depongono l'attivo solo in parte).

    Lo stesso verbo atematico εἰμί, "sono, esisto", ha un futuro deponente: ἔσομαι "sarò"

    1. Premesse

    Il presente dei verbi in -ω è caratterizzato dall'inserzione, sulla radice verbale, di una vocale tematica, su cui a loro volta si inseriscono le terminazioni.

    Nella forma attiva:

    * la vocale tematica si presenta come ο ου ω davanti a ν (anche se questa è poi caduta) e μ, mentre si presenta come ε ει η davanti a dentale (σ e τ);

    * le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono: singolare I, II, III pers., ω ς -, duale II e III pers. τον τον, plurale, I, II, III pers., μεν, τε, (ν) σι;

    * la desinenza della III pers. plur. si forma così: *λύ-ο-ντσι; τ si assibila a σ creando il gruppo σσ che si semplifica in σ; caduta di ν e allungamento di compenso di ο: λύουσι.

    * le desinenze secondarie (tipiche in parte del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., (ν) ς -, duale II e III pers. τον την, plurale, I, II, III pers., μεν, τε, ν;

    * il suffisso del congiuntivo è una vocale tematica allungata;

    * il suffisso dell'ottativo tematico è -οι(ε)- (desinenze atipiche: prima persona singolare -μι, presa a prestito dai verbi atematici, in sostituzione dell'antica desinenza -ν, divenuta poco riconoscibile);

    * l'imperativo manca delle prime persone, non ha desinenza nella seconda singolare, ha le seconde persone duali e plurali con le stesse desinenze dell'indicativo; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate dall'elemento τω: -τω -των -ντων.

    Nella forma medio-passiva:

    * la vocale tematica, il suffisso del congiuntivo, il suffisso dell'ottativo sono gli stessi che si trovano nella forma attiva;

    * le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono: singolare I, II, III pers., μαι αι ται, duale II e III pers. σθον σθον, plurale, I, II, III pers., μεθα, σθε, νται;

    * le desinenze secondarie (tipiche del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., μην ο το, duale II e III pers. σθον σθην, plurale, I, II, III pers., μεθα, σθε, ντο;

    * l'imperativo, sempre mancante delle prime persone, ha desinenze secondarie nelle seconde persone singolare duale e plurale ο σθον σθε; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate dall'elemento σθω: -σθω -σθων.

    * le desinenze (σ) αι (σ) ο si contraggono sistematicamente con le vocali tematiche; solo nell'ottativo (σ) ο si appoggia al suffisso modale senza contrarsi.

    Fatte queste premesse, il paradigma tipico dei modi finiti del presente di un verbo in ω si coniuga secondo l'esempio del verbo λύω, "sciogliere":

    PRESENTE INDICATIVO DI λύω


    λύω
    λύεις
    λύει
    λύετον
    λύετον
    λύομεν
    λύετε
    λύουσι


    PRESENTE INDICATIVO DI εἰμί


    εἰμί -
    εἶ
    ἐστί
    ἐστόν
    ἐστόν
    ἐσμέν
    ἐστέ
    εἰσί



    bhe per ora può bastare x chiarimenti o errori nella lezione contattatemi
    VALE POPULUS
     
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  2. cratos94
     
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    scusate ragazzi ma avete visto ke c'è la seconda lezione?! da qualdo l'ho postata ci sono state solo 9 visite .... se queste lezioni nn interessano a nessuno nn le posto più....
    grazie per l'attenzione
     
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    Eroe della Repubblica

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    Tieni conto che, per chi non ha fatto il classico, non è facile seguire.
     
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  4. cratos94
     
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    lo ma nn era il fatto di seguire ma almeno dare un occhiate e scrivere qualcosa in modo che capisca ke il mio nn è lavoro sprecato..
     
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  5. Francesco Agricola Catone
     
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    Scusa Cratos se non ho scritto nulla, ho letto un paio di volte la lezione ma non ho mai avuto tempo di impegnarmici a fondo
     
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  6. Paolo Tullio Traiano
     
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    Cercando di immedesimarmi in chi non ha fatto o non fa il liceo classico, hai fatto una lezione lunga, non tanto per estensione quanto per difficoltà. Non sono comunque cose semplici perchè sono estremamente basilari.
     
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  7. cratos94
     
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    CITAZIONE (Paolo Tullio Traiano @ 18/2/2010, 21:30)
    Cercando di immedesimarmi in chi non ha fatto o non fa il liceo classico, hai fatto una lezione lunga, non tanto per estensione quanto per difficoltà. Non sono comunque cose semplici perchè sono estremamente basilari.

    infatti....cmq io detto ke volevo semplicemente avere un riscontro se quello ke avevo fatto nn era inutile almeno ora so ke quello ke faccio nn è inutile.....cmq scusate se sono stato un po duro.... :unsure:
    cmq lo so ke è un po complicata la lezione ma è basilare e poi ci sono concetti chiave da memorizzare nn sono tantissime.....
    ciao a tutti e scusate ancora!
     
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    Romano

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    Io ho letto, ma non saprei che commentareXD
     
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