[Filosofia] Corso di Laurea in Filosofia della Crisi dello Spirito

III. La morte della Metafisica

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    Romano

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    Corso di Laurea in Filosofia della Crisi dello Spirito

    III. Morte della Metafisica
    di
    Caio Giulio Aquila




    ISCRITTI:
    CITAZIONE
    Caio Duilio Simone
    Paolo Tullio Traiano
    Publio Cornelio Tacito
    DioNero
    Tito Aurelio Antonino
    Lucio Giunio Bruto
    Francesco Agricola Catone
    Jacopo Vibio Frentano

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    La Morte della Metafisica

    La più grande disgrazia dell'uomo è avvenuta quando ha preso coscienza di sé ed ha quindi realizzato l'idea di sé stesso. Da allora un immenso abisso separa l'uomo dal resto del mondo, quanto egli stesso ha posto questa distanza nel momento in cui ha realizzato un preciso pensiero, seguendo un rudimentale ma efficace principio di non-contraddizione, "io sono diverso".
    Da allora, il mondo è divenuto apparenza e l'umano si è tramutato in disperazione.
    Affermato ciò, infatti, egli cominciò a nomare le cose e vedendole diverse tra loro le divise le dichiarò diverse da egli e identiche per se stesse.
    E tra gli stessi uomini fece la divisione, la dialettica - da Diaballo - ed ognuno fece di sé un'idea, per poi, notando la diversità di questi pluralismi ed il resto delle cose nomate, egli fece un'idea del gruppo, dandogli un senso ed unità nella pluralità, e facendo nascere sia l'idea di io, fondamento dell'anima che ne è proiezione, sia l'idea del noi, fondamento dello spirito anch'esso proiezione di quest'idea.
    Tuttavia, questa scoperta, da parte di una scimmia disadattata dal proprio habitat naturale e che s'era scoperta diversa, non l'aveva per nulla resa di diversa dal resto della natura, che prima di lui era confusione, era symbolos, unione:
    egli, ugualmente al resto, rimaneva parte di un processo, cosìcché nasceva tra i dolori del parto, cresceva nella difficoltà immani e moriva come muore ogni cosa.
    Che senso aveva dunque questa diversitò? Perché questa condanna d'avver coscienza del trascorrere delle cose? Coscienza del divenire? Che senso aveva questa vita, se vi era la morte a mettergli punto?
    Quella religione col quale l'uomo aveva imparato a parlare del mondo ed ad essere nel mondo, dove tutto era divino, dove tutto era kaos, disordine, confusione, caso, che non dava né consolazione, né speranza, che non aveva né Dio buono, né crudele, che non aveva né bene, né male, non poteva placare la disperazione dell'uomo dinnanzi alla sua impotenza nei confronti del divenire, né poteva rendere grazie alle conquiste che, prendendo coscienza, egli aveva realizzato, né rendere merito della alla sua brama di conoscenza, verità e dunque potenza. Non poteva, né aveva senso.
    Così procedendo, l'uomo si accense a cercare un fine all'idea che si era fatto di sé stesso in quanto noi, dunque per lo spirito, sia di sé stesso in quanto io, per l'anima, e tentava di dare un senso a quella vita fuggiente che era costretto a vivere.
    Vita che non poteva essere vera in questa terra, perché essa iniziava e finiva, e perché questo terra non dava garanzie, né dava motivo affinché una vita esistesse davvero.
    E così cercò la causa a sé stesso, uno scopo ed un senso, e la trovò nel presupposto stesso della sua ricerca postuma alla sua coscienza ed al suo disperato pensiero.
    Necessitava dunque un mondo dove, se la carne era destinata a divenire altro, almeno la propria identità, la propria individuazione non venisse meno, e fosse eterna, e così immaginò vi fosse un luogo dove l'io era io prima che la carne lo creasse e fosse io dopo che la carne si dissolvesse. Tale era l'al di là, tale l'iperuranio. Ne nacque l'idea di anima ribaltata ed era questa ad essere la garanzia dell'esistenza ed era questa la causa formale che dava forma alla materia.
    Necessitava dunque di un mondo dove vi fosse un'unica verità e dove il legno fosse sempre legno e dove l'acqua fosse sempre acqua e l'uomo sempre l'uomo, e non fossero più confusione, e non fosse un giorno concime, poi pianta, dopo albero, dopo foglia, dopo terriccio e magari bolo e magari mucca e dunque uomo e dopo verme, e così via, tanto quanto il muoversi incessante della materia dettava e quanto l'energia vitale permettesse.
    Così, il mondo delle idee fu ritenuto il mondo della verità ed il mondo del divenire fu divenuto il mondo della corruzione, della spazzatura, e l'essenza fu anteposta all'esistenza.
    Un mondo che sopravvalutava completamente un al di là, frutto dell'immaginazione, su un presente reale, col fine di creare un'unica verità, un'unica prospettiva, ma che rispondesse ad un'unica ed umana esigenza, quella della volontà di dominio sulla natura e sugli uomini, in un mondo che smettesse di essere confusione e che divenisse finalmente prevedibile.
    E su questo si è basato prima il platonismo, una filosofia nata da degli essere più deboli in contrapposizione a quella dei guerrieri, in contrapposizione agli uccisori di Socrate, colui che non capiva la Tragedia, e che poi venne ripresa dal cristianesimo, il platonismo per i poveri. Il mondo delle apparenza era dominato attraverso l'unica cosa che lo rendeva veramente dominabile, un'unica verità, che basava la propria leggittimità su un mondo vero, l'al di là, contrapposto a quello appunto delle apparenze, dove nulla aveva importanza, dove passioni e sentimenti erano passeggeri, dove la violenza era polvere.
    L'idea di creazione, aberrante per il mondo greco ed ebraico delle origini, assente nelle forme più antiche della genesi, quanto nelle filosofie greche, divenne il modo per far sì che vi fosse pure una causa a quest'unica prospettiva che rendeva il mondo prevedibile, stabile, dominabile.

    Su questa visione dualistica si regge l'intero impianto della metafisica e della cultura occidentale.
    Tuttavia, l'amore della verità, ha portato gli stessi filosofi a quell'ateismo cristiano - parafranso Keerkegaard - ed ha distruggere col dubbio, con la ricerca, con la ragione, a distruggere la stessa cultura occidentale, lo stesso Spirito dell'Occidente cristiano ed europeo.
    Il dubbio dei filosofi, il rifiuto di Spinoza di un Dio creatore, le idee dei razionalisti ed illuministi, la distruzione da parte di Kant della metafisica che ha dimostrazione l'incosistenza delle tesi sulla metafisica, il capovolgimento del rapporto di esistenza e essenza da parte di Hegel, l'interesse verso le strutture sociali-economiche di Marx, la grande costruzione di Schopenhauer, il ribaltamento dell'idea di spirito di Fuerbach, hanno distrutto la filosofia dell'occidente, fino all'ultimo grido

    DIO E' MORTO



    di Nietzsche. Ed il dio che è morto è la Cultura occidentale-cristiana, autodistruttasi nelle sue fondamente, basate su una duplicazione e falsificazione della realtà.
    E la crisi che ne conseguenze è il presente nichilista e senza speranza di una società che ha smesso di pensare.

    Edited by Caio Giulio Aquila - 27/4/2010, 19:02
     
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  2. Paolo Tullio Traiano
     
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    Interessante lezione, in particolare apprezzo l'evoluzione del pensiero nei secoli. Se non ho letto male, manca il pensiero aristotelico della potenza-atto, quindi, come hai giustamente detto, con questto passaggio, si nega la possibilità di creazione dal nulla, intesa come passaggio dalla negazione assoluta al "qualcosa". Come non citare il suo freddo Dio, Motore Immobile, che pensa se stesso, e attira tutto a sè in quanto forma pura.
     
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  3. DioNero94
     
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    No, non hai letto male, manca aristotele.La cosa che mi ha colpito da quest'evoluzione è come la concezzione del mondo cambi da "indomabile e imprevedibile" a "domabile e prevedibile".
     
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  4. Francesco Agricola Catone
     
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    ottima lezione Aquila, riassume in modo chiaro l'evoluzione della metafisica nella storia, fino alla sua morte. Veramente ottimo lavoro.
     
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    CITAZIONE (Paolo Tullio Traiano @ 2/5/2010, 13:09)
    Interessante lezione, in particolare apprezzo l'evoluzione del pensiero nei secoli. Se non ho letto male, manca il pensiero aristotelico della potenza-atto, quindi, come hai giustamente detto, con questto passaggio, si nega la possibilità di creazione dal nulla, intesa come passaggio dalla negazione assoluta al "qualcosa". Come non citare il suo freddo Dio, Motore Immobile, che pensa a se stesso, e attira tutto a sè in quanto forma pura.

    Il pensiero aristotelico segue lo stesso presupposto di quello platonico, mai messo in dubbio dall'allievo, che l'essenza preceda l'esistenza sia ontologicamente che logicamente. Riportare Aristotele, o anche Platone, sopratutto viste le lezioni "preparatorie" precedenti - dove erano stati trattati con grande ampiezza - mi sembrava inutile, non credete?


    CITAZIONE
    No, non hai letto male, manca aristotele.La cosa che mi ha colpito da quest'evoluzione è come la concezzione del mondo cambi da "indomabile e imprevedibile" a "domabile e prevedibile".

    No, vedi il presupposto della filosofia platonica-aristotelica è quella che ciò che dice è vero, altrimenti la sua costruzione - consideratelo una sorta di postulato geometrico - cade. Proprio perché nel mondo reale non vi è nessuna realtà se non il divenire.
    Ora se vuoi dominare il reale devi possedere la verità: ma essa non esiste. Allora cos'é? Un'esigenza umana che risponde ad una logica di potenza, dunque di dominio su cose ed uomini.

    Ma è sbagliato :D

    CITAZIONE
    ottima lezione Aquila, riassume in modo chiaro l'evoluzione della metafisica nella storia, fino alla sua morte. Veramente ottimo lavoro

    Vedi, la cosa più interessante è che morta questa metafisica, praticamente muore il positivismo e con essa la pretesa di una scienza come descrizione del reale, che sarà la prossima lezione. Quella dove vi dimostrerò che anche la geometria, cosìccome la matematica, cosìccome la fisica, sono delle pure costruzioni mentali, che non sono universali e sempre vere come pretendono di essere, ma che "funzionano" finché ne sono validi i principi, e smettono di funzionare quando essi vengono meno.

    Ricordate no? Il mondo è apparenza, cos'é non lo sappiamo. Quello che vediamo noi è il cosidetto velo dei maya, una che appare così solo nella nostra testa: c'é, certo che c'é, infatti la realtà è necessaria; ma non sappiamo cosa sia in verità e come in verità si presenti.


    Inoltre, vorrei fare presenti delle cose sul testo soprascritto, ovvero delle definizioni, desumibili dal testo, ma che è meglio chiarire:

    1) L'Anima non esiste, se non come una proiezione dell'io del soggetto trascendentale quando pensa sé stesso o pensa un altro individuo.

    Es: Quello è Marco; già abbiamo proiettato Marco in una dimensione metafisica per cui Marco è sempre Marco, ora e sempre;

    2) Lo Spirito non esiste, se non come una proiezione del Noi dovuta sempre al soggetto trascendentale quando si pensa come gruppo o quando vede un altro gruppo.

    Es: Il popolo italiano; proiettiamo delle determinate caratteristiche, oggettivando mentalmente e "dividendo" (ricordate da sopra, no? Diaballo, dialettica, dividere) la massa indistinta del reale;

    3) Non esiste la verità, ma esistono delle diversità prospettiche dovute al soggetto che le sta guardando ed al sistema di riferimento su cui si reggono;

    Es: Lo spazio è curvo/ Lo spazio è rettilineo; se modifico il V postulato Euclideo posso dimostrare entrambe le cose; allo stesso modo, se osservo la luce, essa si comporta sia come onda (spazio curvo), sia come corpuscolo (spazio rettilineo); qual'é vero? Tutte. Quale falso? Nessuna. Eppure sono contradditori. :lol:

    Ma questo si applica per ogni campo.
     
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  6. Giulio Leone Aurelio
     
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    Fantastico Aquila, hai una preparazione filosofica davvero superiore rispetto alla tua età, anche rispetto a me che la studio all'università, davvero complimenti. La forza di ciò che dici sta sopratutto nel rigore scientifico con cui la esponi e in una retorica notevole.

    L'unico appunto che ti farei è che forse io avrei precisato come Nietzsche, Schopenhauer e anche Marx rispondono alla crisi dei valori dell'Occidente e le soluzioni che ne cercano.
     
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  7. Francesco Agricola Catone
     
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    Eccdellente anche la tua spiegazione Aquila solo una cosa
    CITAZIONE
    3) Non esiste la verità, ma esistono delle diversità prospettiche dovute al soggetto che le sta guardando ed al sistema di riferimento su cui si reggono;

    non sono d'accordo in toto, voglio dire se la forza di gravità fa cadere ogni cosa verso il centro della terra è così e basta.
     
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    Romano

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    CITAZIONE (Giulio Leone Aurelio @ 4/5/2010, 00:48)
    Fantastico Aquila, hai una preparazione filosofica davvero superiore rispetto alla tua età, anche rispetto a me che la studio all'università, davvero complimenti. La forza di ciò che dici sta sopratutto nel rigore scientifico con cui la esponi e in una retorica notevole.

    L'unico appunto che ti farei è che forse io avrei precisato come Nietzsche, Schopenhauer e anche Marx rispondono alla crisi dei valori dell'Occidente e le soluzioni che ne cercano.

    Grazie. Hai ragione: ma procediamo lentamente, che dici? ;)

    CITAZIONE
    non sono d'accordo in toto, voglio dire se la forza di gravità fa cadere ogni cosa verso il centro della terra è così e basta.

    Ne sei così sicuro? La forza di gravità non descrive ogni verità e non è vera in ogni luogo o caso. Il teorema che la dimostra, è appunto una spiegazione di come avviene un fenomeno che vedi nella terra. Ma non ti dice cos'é quello che vedi.
    Ma mi sapresti dire se l'oggetto cade in linea retta o verso il basso? O se è davvero il grave ad attirare l'altro grave ? Oppure se è, come suggerisce l'elettromagnetismo, una semplice modificazione di campo elettrico? Infatti, nulla esclude che sia un semplice fatto di elettricità tra atomi! Eppure gli atomi, non esistono! Ma anche sì, se si crede alla fisica quantistica, e si deve, perché molte cose funzionano con essa! XD

    In realtà, quello che vedi è il Velo dei Maya, l'apparenza. Quello che chiami legge scientifica uno strumento per descriverla (e ti citerò un famosissimo scienziato, Eisenberg, non so se ho scritto bene, qurllo della legge dell'indeterminatezza), ma non è la verità. Cos'é successo? Boh, abbiamo mille tesi. Tutte valide. Come fai dire chi sbaglia?

    la Scienza non è esatta ed il mondo non è matematico. Infatti, per dirla con simpatia, Dio non sa la matematica, perché se lo fosse, devo ammettere che proprio fa cilecca ;)
     
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  9. Francesco Agricola Catone
     
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    Ripensandoci dopo la tua risposta, hai decisamente ragione.
     
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  10. Jacopo Vibio Frentano
     
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    Aquila ne abbiamo discusso su msn, se una cosa cade cade davvero. Il mondo è matematico e reale, siamo noi che non lo sappiamo
     
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  11. Lucio Giunio Bruto
     
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    CITAZIONE
    Ma mi sapresti dire se l'oggetto cade in linea retta o verso il basso? O se è davvero il grave ad attirare l'altro grave ? Oppure se è, come suggerisce l'elettromagnetismo, una semplice modificazione di campo elettrico? Infatti, nulla esclude che sia un semplice fatto di elettricità tra atomi! Eppure gli atomi, non esistono! Ma anche sì, se si crede alla fisica quantistica, e si deve, perché molte cose funzionano con essa! XD

    La direzione dell'oggetto in caduta dipende dalle forza che sull'oggetto agiscono, se è solo quella di gravità cade in linea retta. Inoltre quando la mela cade a terra non è solo la terra che attrae la mela, ma è anche la mela ad attrarre la terra, si muove solo la mela perchè la resistenza inerziale della terra è maggiore di quella della mela
     
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    CITAZIONE (Jacopo Vibio Frentano @ 5/5/2010, 12:55)
    Aquila ne abbiamo discusso su msn, se una cosa cade cade davvero. Il mondo è matematico e reale, siamo noi che non lo sappiamo

    In realtà, da un punto di vista esclusivamente teoretico ciò è assolutamente falso. In realtà, come puoi dire che cade? Come dice Bruto è attratta. Oppure, è una modificazione di campo, ripeto.


    CITAZIONE
    La direzione dell'oggetto in caduta dipende dalle forza che sull'oggetto agiscono, se è solo quella di gravità cade in linea retta. Inoltre quando la mela cade a terra non è solo la terra che attrae la mela, ma è anche la mela ad attrarre la terra, si muove solo la mela perchè la resistenza inerziale della terra è maggiore di quella della mela

    Falso. In linea retta se lo spazzio è retto: ne sei sicuro? Esso in realtà hanno dimostrato che è anche curvo. Ma anche è iperbolico. Rispettando i principi di coerenza ed unità.
    Inoltre, la fisica ha anche dimostrato che il principio di inerzia non esiste: eppure esso è dimostrabile.

    La fisica non descrive alcuna verità. Ed il mondo non è matematico.


    W.Heisenberg, La scoperta di Planck e i problemi filosofici della fisica atomica

    " Questo carattere [..] fece pensare a l'esistenza d'una struttura matematica insita nella natura...]." dopo una lunga spiegazione di una fisica come la vostra che "raccoglie dati sperimentali ed utilizza dunque la determinatezza univoca dei fenomeni [..]"
    ma "va perduta gran parte dell'antica fisica intuitiva. E qui non si tratta solo dell'applicabilità dei concetti e delle leggi di quella fisica, ma di tutta l'idea di realtà che ha costituito la base delle scienze naturali esatte [...]. Con la frase "idea di realtà" alludiamo qui a quella concezione che ammette l'esistenza di fenomeni obiettivi svolgentisi in un mondo determinato nello spazio e nel tempo, indipendentemente dal fatto che siano osservati o no. Nella fisica atomica le osservazioni non si possono più obiettivare in questo mondo tanto semplice, cioè non possono essere ricondotte a qualche cosa che si svolga oggettivamente e in mondo descrivibile nello spazio e nel tempo[...]"

    Penso sia sufficiente. Ma mi avete anticipate una parte della mia prossima lezione.
     
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  13. Lucio Giunio Bruto
     
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    Falso. In linea retta se lo spazzio è retto: ne sei sicuro? Esso in realtà hanno dimostrato che è anche curvo. Ma anche è iperbolico. Rispettando i principi di coerenza ed unità.
    Inoltre, la fisica ha anche dimostrato che il principio di inerzia non esiste: eppure esso è dimostrabile.

    Mah... sarà... ma io direi piuttosto che non è poi tanto problema di spazio retto o curvo che sia... direi che è un problema di verso e direzione che determinando appunto la traiettoria di un oggetto.
    Che poi l'inerzia, se non vado errato, è un caso particolare del Principio di Proporzionalità

    Ad ogni modo io credo che il mondo sia dettato da leggi ad albero.
    C'è una sola grande legge da cui derivano tutte le altre, e sono tutte interconnesse. Il problema è che noi a volte ci perdiamo qualche ramificazione, ma basterebbe forse capire quell'unico grande dettame per comprendere l'esistente ed il non-esistente.
    Sono certo che vi è il certo, il dubbio è un certo che ignoriamo e le possibilità/verità sono dei certi non compresi, come quando, in un puzzle, non si capisce bene dove attaccare una tessera che pure sembra conciliare perfettamente con delle altre tessere ma in un posto completamente sbagliato
     
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    CITAZIONE (Lucio Giunio Bruto @ 9/5/2010, 14:25)
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    Falso. In linea retta se lo spazzio è retto: ne sei sicuro? Esso in realtà hanno dimostrato che è anche curvo. Ma anche è iperbolico. Rispettando i principi di coerenza ed unità.
    Inoltre, la fisica ha anche dimostrato che il principio di inerzia non esiste: eppure esso è dimostrabile.

    Mah... sarà... ma io direi piuttosto che non è poi tanto problema di spazio retto o curvo che sia... direi che è un problema di verso e direzione che determinando appunto la traiettoria di un oggetto.
    Che poi l'inerzia, se non vado errato, è un caso particolare del Principio di Proporzionalità

    Ad ogni modo io credo che il mondo sia dettato da leggi ad albero.
    C'è una sola grande legge da cui derivano tutte le altre, e sono tutte interconnesse. Il problema è che noi a volte ci perdiamo qualche ramificazione, ma basterebbe forse capire quell'unico grande dettame per comprendere l'esistente ed il non-esistente.
    Sono certo che vi è il certo, il dubbio è un certo che ignoriamo e le possibilità/verità sono dei certi non compresi, come quando, in un puzzle, non si capisce bene dove attaccare una tessera che pure sembra conciliare perfettamente con delle altre tessere ma in un posto completamente sbagliato

    Ma che dici?

    Se lo spazio fosse curvo, praticamente non esisterebbe più neppure la gravitazione, e lo spazio non sarebbe il luogo dove sta la materia, ma una componente, una proprietà di quest'ultima, dovuta ad un "incurvamento"... cioè sarebbe fine della concezione newtoniana di materia, spazio, tempo ecc.. ecc..
    di conseguenza verso e direzione non hanno senso se non i riferimento alla geometria euclidea ed alla fisica classica. Al suo di fuori sono follie! Cosìccome il concetto di proporzionalità.. non è un assoluto, ma un relativo.

    No, assolutamente, questa è una impostazione da ragionamento binario (hai presente i pc?), sui cui vi ci sono ammazzati pensatori fino a questo bendetto secolo passato.. io inviterei a cominciare a riflettere sulle parole prospettivismo e nichilismo.
     
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  15. Lucio Giunio Bruto
     
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    CITAZIONE
    Esso in realtà hanno dimostrato che è anche curvo

     
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