[FILOFOSIA] Corso di Laurea in Filosofia della Crisi dello Spirito

IV. Lo Scientismo: ma anche la scienza è prospettica

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    Romano

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    Corso di Laurea in Filosofia della Crisi dello Spirito

    IV. Lo Scientismo: ma anche la scienza è prospettica
    di
    Caio Giulio Aquila




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    CITAZIONE
    Caio Duilio Simone
    Paolo Tullio Traiano
    Publio Cornelio Tacito
    DioNero
    Tito Aurelio Antonino
    Lucio Giunio Bruto
    Francesco Agricola Catone
    Jacopo Vibio Frentano

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    La fine dello Scientismo

    Alla crisi della Metafisica, era seguita la soluzione della Scienza: essa sembrava offrire quelle certezze che la filosofia e la religione non riuscivano più a dare a livello concettuale.
    Il Positivismo è stata questa grande scommessa, esso, infatti, ha regalato l’illusione di un’epoca di benessere ed il sogno per cui la scienza ed il progresso possono far felici tutti, che ha distrutto i presupposti della metafisica occidentale e dato luogo ad uno sfrenato sperimentalismo, e che ha messo in campo la speranza di afferrare la verità scientificamente una volta per tutte; ma che dall’altra, invece, distruggendo i presupposti metafisici, ha anche minato e demolito quelle fondamenta sulla quale, in fin dei conti, si basavano queste stesse illusioni, e che poi, come negazione “storica” di questi sogni, ha avuto sopratutto conseguenza due titaniche guerre mondiali, sanguinosissime e distruttrici.
    Tuttavia, al di là dei processi storici, la Scienza Classica, basata sulla fisica newtoniana e la geometria euclidea, era, di per sé, una scienza basata su presupposti metafisci platonico-aristotelico, il primo dei quali è sicuramente il principio di non-contraddizione. E su questa concezione, si sviluppò il positivismo, che portò la pretesa di verità, la pretesa che la scienza sia la descrizione veriteria del mondo, a livelli quasi fanatici. Ma questa pretesa non ha retto, lasciando dietro di sé la crisi dello Spirito occidentale, e, abbiamo già citato l'evoluzione storica, ora faremo lo stesso su cosa accadde a livello concettuale.
    Il rinnovamento della scienza, dopo la fase positivista, assume un carattere quasi sensazionale: la pretesa di una scienza che fosse descrizione della verità viene definitivamente superata, cioè viene superata quella concezione materialistica della scienza per cui i fenomeni esistono di per sé e non sono suscettibili di spiegazione, anzi neppure esigono che ve ne sia qualcuna, come osserva Werner Heisenberg. Di fatto, la scienza prende atto che anche il discorso scientifico risulta essere un discorso prospettico, seguendo quella strada che la filosofia aveva imboccato già da qualche tempo, sin dal tempo in cui Kant aveva scritto le sue famose antinomie.
    Non si tratta certo di una distruzione della scienza tradizionale: non si vuole certo mettere in discussione la matematizzazione di tutto ciò che riguarda lo scibile umano, ma tuttavia l’intento è quello di mettere in rilievo che sono possibili prospettive scientifiche diverse da quella della scienza e della fisica classica.
    Innanzitutto, questa rivoluzione avviene nella matematica: lo studio del V postulato euclideo, che sin dal II d.c. aveva afflitto gli accademici, e dopo altri scienziati e matematici, nella discussione relativa al fatto se fosse o non fosse effettivamente un postulato, aveva aperto strade impensabili.
    Il punto stesso stava appunto nella natura dei postulati: il loro bisogno di essere completi e coerenti, peraltro indimostrabili, aveva praticamente rivelato che dietro di essi stava un presupposto metafisico di fondo, altro valore, supposto, della cultura occidentale.
    Infatti, dopo le dimostrazioni per assurdo del gesuita Saccheri, importanti matematici come Lobacevsky e Riemen, i quali teorizzarono che il V postulato non esistesse, ma inventandone altri a loro volta, diedero luogo alla geometria dello spazio curvo e quello iperbolico.
    Questa possibilità dimostrò non solo che Euclide aveva ragione nell’asserire che effettivamente il V era un postulato, ma che la validità della geometria euclidea aveva un valore relativo esclusivamente al suo sistema assiomatico. Cioè, era speculativa, non era una verità necessaria. E che altre geometrie erano del tutto possibili e ugualmente validi, se Einstein stesso utilizzò quella dello spazio curvo per la sua teoria della relatività.
    Lo stesso discorso, vale per la Fisica Classica: la scoperta della fisica quantistica, che obbediva a leggi diverse, pure contraddittorie a quella classica, aveva praticamente messo in difficoltà l’intera struttura ideologica di fondo della fisica stessa, portandola ad una situazione inedita e del tutto paradossale. Ciò vi evince soprattutto nel fenomeno della luce: il modello ondulatorio classico di Maxwell era in forte contrasto con quello corpuscolare dei quanti di energia di Plank, portavano a due diverse nozioni e concezioni della materia, dunque della fisica stessa.
    Quale tuttavia delle due è la più valida? Probabilmente, nessuna, ed ancora qui richiamiamo alla memoria le antinomie kantiane. Esse, come afferma lo stesso Bohr, non sono opposte, ma complementari, ugualmente validi ed ugualmente utili.
    Altri riferimenti sono sicuramente la teoria della relatività: la scoperta di Einstein ha messo in crisi la fisica e le certezze della fisica newtoniana, ed aveva dimostrato che lo spazio ed il tempo non sono delle costanti, ma sono grandezze relative all’osservatore che intende misurarle, e non solo, che gli stessi concetti di gravitazione o dello spazio non erano per nulla dei fenomeni esterni ai corpi, né assoluti, ma probabilmente semplici “effetti di un campo”.
    Infine, Freud aveva messo fine sia all’idea di irrazionalità sia al principio metafisico di matrice cartesiano su cui si era basata la medicina: l’uomo non è anima e corpo, dove quest’ultimo è un insieme di pezzi meccanici, ma un'unica unità organica, dove ad essere curata non è la malattia, quasi che si aggiustasse un’auto, bensì il malato. E se è la psiche ad esse malata, allora non esistono pazzi e sani, ma persone più o meno sofferenti, come si evidenzia in psicopatologie della vita quotidiana.
    In definitiva, anche la Scienza aveva subito un contraccolpo: basata su un presupposto metafisico, non dissimilmente da tutto il resto, dove l’uomo aveva ancora una volta tentato di ottenere il possesso della verità, essa aveva dovuto riconoscere quali erano effettivamente i suoi limiti, ma anche le sue notevoli potenzialità.

    Edited by Caio Giulio Aquila - 5/7/2010, 20:49
     
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  2. Caio Duilio Simone
     
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    Anche la teoria della relatività di Einstein non è dimostrabile, ma viene accettata lo stesso, come venivano accettati i postulati( ed ancora oggi alcuni sono validi), quindi nei fatti non è cambiato nulla, basiamo le nostre certezze su qualcosa di non dimostrato, stiamo sostituendo alla "metafisica classica" altra "metafisica"....
     
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    Romano

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    CITAZIONE (Caio Duilio Simone @ 5/7/2010, 20:41)
    Anche la teoria della relatività di Einstein non è dimostrabile, ma viene accettata lo stesso, come venivano accettati i postulati( ed ancora oggi alcuni sono validi), quindi nei fatti non è cambiato nulla, basiamo le nostre certezze su qualcosa di non dimostrato, stiamo sostituendo alla "metafisica classica" altra "metafisica"....

    è evidente che non hai capito un cazzo del corso :unsure:

    Non si è passati proprio a nulla: Einstein ha dimostrato, invece, che la pretesa che via sia una sola scienza e che sia vera è una bufala.
    Non ci è nessuna metafisica nuova... gli scienziati usano la fisica quantistica e quella classica in egual misura, e sanno che senza una, l'altra non va avanti.

    I postulati non significano di per sé, ma danno significato alla scienza che si basa su di essi. Dunque, di che diavolo stai parlando?
     
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  4. Caio Duilio Simone
     
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    la fisica classica è una falsità, viene usata solo nei banchi di scuola... la fisica quantistica va avanti benissimo senza quella classica, dato che, come detto, è una falsità. Ho semplicemnte sottolineato che la fisica quantistica si basa su qualcosa di indimostrabile, e viene presa per vera, come lo è stato per la fisica classica nel '700. Molto probabilmente tra "un paio di anni" si dimostrerà che la fisica quantistica si basa su cose false e si creerà un altra teoria..
     
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    Simone, esattamente, per così dire, quando arriverai alla comprensione che falso o vero non hanno assolutamente il benché minimo senso?

    La falsità o la verità di qualsiasi conoscienza dipende esclusivamente dal suo sistema assiomatico. Amen.

    Il resto sono chiacchire da scientisti. Per quel che ci riguarda, al giorno d'oggi, l'unica vera caratteristica d'ogni scienza è la sua falsificabilità, come ci ricorda Popper.

    E concludo con Nietzsche: Ogni cosa è falsa. Ed anche questa frase potrebbe non è essere vera.

     
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4 replies since 5/7/2010, 17:59   106 views
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