I gerarchi fascisti vengono processati e condannati.

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  1. Vidkun Quisling
     
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    12 marzo 1945: il Comitato di Liberazione Nazionale, nella persona del presidente del consiglio Ivanoe Bonomi, e il governo approvano la cosiddetta "risoluzione di Roma", nella quale viene ufficialmente istituita una commissione permanente sui crimini fascisti, la quale dovrà vagliare la possibilità di istituire un vero e proprio tribunale speciale contro i reati commessi dal fascismo durante il ventennio e la guerra. La Commissione di Vigilanza istituita dagli Alleati e presieduta dal generale Mark Wayne Clark, liberatore di Roma nel giugno del 1944, approva la decisione di Bonomi e lo affianca con un gruppo di giuristi civili e militari alleati.

    26 marzo 1945: viene ufficializzata la nascita del Tribunale Speciale Italiano, composto da Geoffrey Lawrence (britannico, giudice principale e presidente), William Birkett (britannico, sostituto), Francis Biddle (statunitense, giudice principale), John Parker (statunitense, sostituto), Henri de Vabre (francese, giudice principale), Robert Falco (francese, sostituto), Iola Nikitchenko (russo, giudice principale) e Alexander Volchkov (russo, sostituto).

    28 aprile 1945: a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, Benito Mussolini, la compagna Claretta Petacci, e altri gerarchi del regime fascista come Alessandro Pavolini, vengono arrestati da Fermo Solari, partigiano del Partito d'Azione. Quest'ultimo, dopo una telefonata con Luigi Longo, partigiano del Partito Comunista nel Comitato di Liberazione Nazionale, insieme ad una brigata di Giustizia e Libertà, porta i fascisti a Milano. Mussolini e la sua cricca vengono detenuti nel carcere militare della città ambrosiana, naturalmente controllato a vista dal corpo militare del Comitato di Liberazione Nazionale.

    2 luglio 1945: il ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano, annuncia ufficialmente in una conferenza stampa al palazzo del Viminale, sede del governo, il processo contro Benito Mussolini e i gerarchi del regime fascista e della Repubblica Sociale Italiana. Ferruccio Parri, presidente del consiglio, ricorda che anche i fascisti, responsabili di terribili nefandezze, hanno diritto ad un regolare processo ed ad una regolare condanna.

    15 settembre 1945: il sottosegretario al ministero di grazia e giustizia, Concetto Marchesi, latinista e rettore emerito dell'Università degli Studi di Padova, annuncia l'inizio del processo il 2 gennaio 1946. Viene deciso che gli imputati potranno difendersi da soli, senza un avvocato d'ufficio.

    26 novembre 1945: il cardinale Elia Dalla Costa, Arcivescovo di Firenze, chiede che il processo del Tribunale Speciale Italiano contro i fascisti sia tenuto nella sua città natale, Villaverla, in provincia di Vicenza. Dopo un incontro tra il guardasigilli Togliatti, il generale Clark della Commissione di Vigilanza Alleata e Parri viene contattata l'amministrazione comunale di Villaverla, nella figura del sindaco, il democratico cristiano Angelo Vezzaro.

    23 dicembre 1945: il presidente del consiglio Alcide De Gasperi, accompagnato dal cardinale Dalla Costa, da Togliatti, dal generale Clark e dal Tribunale Speciale al completo, si reca nella città vicentina per un colloquio con il sindaco Angelo Vezzaro. Per l'occasione vengono ospitati nella sede municipale del comune e la signora Giuseppina Revrenna, moglie del sindaco, prepara un banchetto a base di coniglio. Viene deciso che il processo di terrà nella seicentesca villa Ghellini.

    2 gennaio 1946: Geoffrey Lawrence, presidente del Tribunale Speciale Italiano, apre il primo processo internazionale per crimini compiuti da esponenti del regime fascista e della Repubblica Sociale Italiana. Benito Mussolini, Claretta Petacci, Alessandro Pavolini, Roberto Farinacci, Leadro Arpinati, Achille Starace, Guido Buffarini Guidi e Junio Valerio Borghese sul banco degli imputati: tutti si dichiarano non colpevoli.

    13 aprile 1946: Leadro Arpinati viene trovato morto nella sua cella. Il corpo, dopo l'autopsia, viene sepolto nel cimitero di Bologna, la sua città natale.

    1 maggio 1946: durante un comizio in piazza San Giovanni per la celebrazione della festa dei lavoratori, il ministro Palmiro Togliatti nega ogni tipo di provvedimento di amnistia nel processo di Villaverla.

    15 maggio 1946: il giudice Geoffrey Lawrence legge la sentenza dopo dieci ore di camera di consiglio e una votazione all'unanimità del Tribunale Speciale Italiano: Benito Mussolini, Alessandro Pavolini, Roberto Farinacci, Achille Starace, Guido Buffarini Guidi e Junio Valerio Borghese condannati a morte per fucilazione e Claretta Petacci condannata a 10 anni di reclusione da scontare nel carcere di Milano. Lawrence, dopo aver ringraziato il governo italiano, gli Alleati e i colleghi del Tribunale Speciale, ha ribadito che il lavoro dovrà continuare. Nello stesso giorno, il guardasigilli Togliatti approva la nascita del "secondo processo" contro le seconde linee del vecchio regime.

    20 maggio 1946: esecuzione, nel parco di Villa Ghellini, di Benito Mussolini, Alessandro Pavolini, Roberto Farinacci, Achille Starace, Guido Buffarini Guidi e Junio Valerio Borghese. I funerali delle salme vengono celebrati lo stesso giorno da monsignor Massimiliano Randon, parroco della Parrocchia San Domenico di Villaverla, e sepolte in una fossa comune a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como.
     
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