Corso di strategie di difesa dell'impero romano - Lezioni

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  1. RomulusLupus
     
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    Lezione II

    Riassunto lezione precedente: durante il periodo della Roma imperiale, al contrario di quanto si pensi, non venne mai adottata una tattica pienamente aggressiva nei confronti dei popoli confinanti più pericolosi, ma si tentava di difendere quanto era stato conquistato nei secoli passati. Un approccio difensivista, insomma, non tanto dissimile da quelli attualmente usati dalle varie nazioni a noi contemporanee. I sistemi utilizzati furono principalmente di tre tipi, articolati lungo i 4 secoli di impero.

    Sistema difensivo Giulio-Claudio - contesto storico

    Il primo sistema di sicurezza si colloca verso la fine della repubblica, sebbene sia continuato anche nel I secolo, sotto il principato. Quest'ultimo era una forma di assolutismo abilmente studiata da Ottaviano che si presentava repubblicana nella forma ed era pertanto parecchio ambigua. Le magistrature controllavano comunque la vita pubblica ed il senato sembrava responsabile di Roma, ma in realtà il potere era tutto nelle mani di Ottaviano, erede di Giulio Cesare e vincitore dell'ultima guerra civile contro Antonio e Cleopatra, poichè era questi che eleggeva i magistrati e controllava le truppe dell'esercito. Non poteva essere accusato di essere un despota o un tiranno poichè ufficialmente ricopriva la carica di un semplice princeps senatus e teoricamente sarebbe dovuto essere vincolato dalla legge e soggetto alla volontà del senato, ma nella realtà dei fatti non era così. Sotto Ottaviano Augusto, le grandi conquiste realizzate durante il periodo repubblicano furono completate nell'arco di pochi anni. Nel 25 a.C. fu portata a termine l'operazione della Spagna, divisa in tre province e della Gallia conquistata da Cesare, anch'essa divisa per l'organizzazione fiscale in tre province. Diversa era la situazione in Germania. Le truppe raggiunsero l'Elba non prima del 12 a.C. e per rendere la Germania una provincia romana era necessario sconfiggere qualsiasi potere indipendente tra il Reno e l'Elba. Solo nel 6 d.C. i Romani si accinsero a portare a termine tale operazione. L'obiettivo era circondare l'attuale boemia per poi attaccare i Marcomanni, il popolo germanico più potente della regione. L'attacco però venne revocato a causa di una ribellione sorta in Illiria nel 9 d.C. Nel frattempo Publio Quintilio Varo che si trovava lì solo per ragioni fiscali, dirottò le sue tre legioni verso la germania ad est del reno, nel tentativo di sedare una rivolta. Di fatto, la rivolta era stata inscenata dai Germani per far cadere il governatore e le sue legioni nella trappola organizzata da Arminio, re dei Cherusci ed ex ausiliario romano, presso la foresta di Teutoburgo. La sconfitta di Varo pose fine ai tentativi di conquistare la Germania. Le zone ad est del Reno vennero evacuate e furono creati due comandi militari, uno per la Germania Settentrionale ed uno per la Germania Meridionale con l'obiettivo di monitorare le zone ad ovest del Reno. A sud Roma ebbe più fortuna. Le regioni alpine vennero annesse all'Italia, l'Illiria dopo anni di combattimenti per la conquista e per sedare le rivolte, venne suddivisa in due parti: la regione costierà diventò Dalmazia, mentre quella interna venne denominata Pannonia. Ad Oriente vi furono nuove conquiste. Venne annesso il regno della Galazia, già stato "cliente" di Roma, ma rimanevano comunque altri stati clienti che si estendevano fino alla Siria. Augusto non tentò di vendicare la sconfitta inflitta dai Parti all'esercito di Crasso a Carre, anzi stipulò un compromesso col quale si stabiliva il governo dell'Armenia da parte di un re investito da Roma stessa. In realtà questa fu un'abile mossa strategica studiata da Augusto che aveva la duplice funzione di tenere lontani i Parti dall'Armenia e contemporaneamente attrarre a se la stima dei Romani che credevano ad una "conquista" dell'Armenia. Nel 9 d.C. tutte le energie erano state esaurite a causa della sconfitta di Varo e delle rivolte illiriche. Morto Augusto nel 14 d.C. subentrò il suo figliastro Tiberio. I senatori vili e timorosi non esitarono a ricoprire anche lui della carica di princeps senatus. Tiberio era abile, ma dotato di una personalità alquanto sinistra che non lo portò agli stessi livelli del padrigno e non intraprese nessuna guerra di conquista. A lui subentrò Caio, detto Caligola, che fu poi ucciso nel 41 d.C. In seguto prese il potere Claudio, zio di Caligola che ottenne il potere corrompendo le guardie pretoriane. Sotto Claudio fu invasa la Britannia sebbene non interamente, venne insediato il trono di Giudea con Erode Agrippa e sedò una rivolta in Mauretania. Sebbene i senatori tentassero costantemente di risollevare la repubblica con le loro congiure, Claudio morì avvelenato nel 54 d.C. per mano della madre di Nerone, che, ansiosa di vedere il figlio sul trono, si servì della tristemente nota "Locusta", donna preparatrice di veleni. Sotto Nerone si placarono diverse rivolte (Armena e Giudaica), ma l'ultimo discendente della dinastia Giulio-Claudia non arrivò a vederne la fine, uccidendosi nel 68 d.C. Egli, con il proprio atteggiamento, aveva perso l'appoggio del senato e dei pretoriani, venendo infine dichiarato hostes publicus.

    Spero di essere stato chiaro ed esauriente. Alla prossima settimana, e, come al solito, se ci fossero dubbi o domande sono a vostra disposizione.

    Valete ;)
     
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7 replies since 11/9/2011, 17:53   304 views
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