Dibattito: Scienza e Libertà nascono insieme.

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  1. Giulio Leone Aurelio
     
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    Carlo Rovelli, fisico, nato a Verona nel 1956, è docente di fisica teorica all'Università di Marsiglia, dopo aver insegnato in America. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. Tra le sue pubblicazioni, Cos'è il tempo? Cos'è lo spazio? (2004). Ora un suo volume (vedi la scheda a destra) apre la nuova collana di Mondadori dedicata a scienza e filosofia. In basso in questa pagina, pubblichiamo un estratto dall'introduzione.
    Perché parlare di scienza?
    Penso che siamo in un momentaccio per la scienza. Negli ultimi anni è cresciuto in molti Paesi un atteggiamento di rifiuto della scienza e del pensiero razionale, che a mio giudizio è pericoloso per tutti. Metà degli americani, per esempio, si rifiuta di credere che il mondo abbia più di 6.000 anni, perché, dicono, questo contraddice la Bibbia. Anche in Italia mi pare che sia una diffidenza per la ragione che prima non c'era.
    Pensa che ci sia un rapporto tra scienza e democrazia?
    Sì, penso che sia strettissimo. Questo è uno degli argomenti che discuto nel libro. La ricerca razionale sulla natura e la democrazia sono nate nello stesso luogo e nello stesso tempo: la Grecia del sesto secolo prima dell'era volgare. La democrazia è la scoperta che discutendo, ed essendo pronti a cambiare idea nella discussione, gli uomini possono arrivare a decisioni migliori per il bene comune, che non affidandosi a un re o un principe. La scienza è la scoperta è che discutendo fra loro ed essendo pronti a cambiare idea, gli uomini possono arrivare più efficacemente a conoscere, che non affidandosi a qualcosa di già detto. È la stessa idea.
    Il suo volume affronta il tema della scienza in termini divulgativi; una scelta, come quella della collana, che sembra andare in controtendenza con un oggi che vede uno scollamento sempre più ampio tra sapere e divulgazione. Lo riscontra anche lei?
    Sì. Ma il mio libro non è divulgazione. Un libro di divulgazione è scritto da qualcuno che sa qualcosa, e la spiega alle persone che ritiene meno colte. Il mio libro è il contrario. Propongo delle idee al lettore, e spero che il libro susciti una discussione. Certo, ho anche studiato degli argomenti e racconto quello che ho studiato; ma soprattutto, vorrei sollevare dei problemi. Ho scritto sperando che sia preso come un libro di idee, con cui confrontarsi.
    Che caratteristiche deve avere lo scienziato di oggi, quali sono le sfide della scienza e i limiti più grandi con cui deve fare i conti?
    Penso che abbiamo bisogno di scienziati che sappiano uscire dalle ristrettezze della loro specializzazione e guardare i problemi con uno sguardo ampio, perché è così, credo, che la conoscenza cresce. E abbiamo bisogno di scienziati che sappiano anche parlare con il pubblico, per evitare le incomprensioni. I limiti con cui uno scienziato fa i conti tutti i giorni sono i limiti stessi del nostro sapere. Alla scienza talvolta si rimprovera che pretende di sapere tutto. Uno scienziato trova questo rimprovero buffo: tutta la sua vita è uno scontrasi con le infinite cose che non sappiamo.
    Cosa direbbe a uno studente che si iscrive all'università con l'idea di fare il fisico?
    Che questo mestiere è fra i più belli del mondo. Lascia liberi di seguire i propri sogni, la curiosità, la passione. Lascia liberi di correre con il pensiero. Ma anche che non è un mestiere facile. Anzi è estremamente difficile, perché ci sono sempre i problemi più grandi di noi, gli altri più bravi di noi, e le cose che non riusciamo a fare.
    Lei è tra gli iniziatori della gravità quantistica a loop: cosa manca perché diventi l'ipotesi che unisca la teoria di Einstein e la meccanica quantistica?
    La teoria funziona abbastanza bene. Ma ci sono parecchie cose che ancora non capiamo di essa, e non siamo ancora sicuri che sia completamente consistente. Poi serve un esperimento che ci aiuti a capire se la teoria è corretta o no. Nella realtà della scienza gli esperimenti dirimenti sono rari: quello che succede di solito è un accumulo di indizi. Io leggo il fatto che a Ginevra l'LHC non abbia ancora trovato le particelle super-simmetriche come un indizio positivo, anche se ancora vago. Altre indicazioni potrebbero arrivare dalla cosmologia. La mia speranza è di poter vedere qualche indicazione più chiara prima di morire.
    Della teoria delle stringhe, l'altra ipotesi che potrebbe fare da ponte tra le due teorie che hanno cambiato la fisica nei primi del Novecento, cosa dice?
    Penso che sia bene che si seguano diverse strade, visto che non siamo sicuri, ma personalmente la giudico molto meno promettente di quanto apparisse dieci anni fa.
    A volte si legge che le grandi intuizioni nascono quasi per caso e che sono le più semplici, solo che nessuno le aveva viste prima: come Anassimandro che si chiede come fa il sole a sorgere e tramontare se sotto la terra c'è dell'altra terra e capisce che la terra fluttua nello spazio. È così? Come è arrivato lei a mettere a fuoco la gravità quantistica a loop?
    La ringrazio di questa domanda; non me lo ero mai chiesto. Penso che le idee vengano dalla combinazione di due cose: una profonda immersione in un problema, uno studio lungo, pazzo e forsennato, in cui non si capisce nulla... poi d'un tratto arriva un' intuizione, come se cadesse dal cielo. Ma senza il lungo studio non si arriva a niente. L'idea dei loop, gli «anelli di spazio», è venuta dopo anni che studiavo tutto quello che altri avevano provato a fare per la gravità quantistica. Poi mi ha lasciato la fidanzata, mi sono disperato, ho passato una giornata in barca a vela con Lee Smolin parlando di amori finiti, e la mattina dopo avevo un'idea.
    Lei ha fatto l'università in Italia, poi è andato all'estero e in Italia non è più tornato. Possiamo definirla un cervello in fuga?
    Certo. Faccio parte dell'immensa armata di scienziati italiani che lavorano all'estero.
    Tornerebbe? Come è vista, all'estero, la situazione della ricerca in Italia? Sull'ultimo numero di Le Scienze c'è l'elenco dei progetti scientifici firmati da italiani, un buon numero che ci piazza bene nella classifica, ma pochissimi di questi italiani sono residenti in Italia. È un problema che abbiamo solo noi?
    Tornerei in Italia se potessi avere le stesse condizioni di lavoro che ho trovato in America e in Francia. Il problema non è che gli italiani vadano via: oggi il mondo è piccolo e ci muoviamo tutti, e va benissimo così. Il problema è che moltissime menti brillanti vanno via dall'Italia, ma nessuna mente brillante viene in Italia. Abbiamo lo stesso problema dei Paesi poveri africani: molti dei migliori se ne vanno.
    Lei tiene spesso conferenze in Cina, ed è professore onorario dell'Università di Pechino. Un'università cinese, recentemente, ha fatto richiesta di 1000 docenti-ricercatori-scienziati da assumere. Ed è solo un caso, ce ne saranno certamente altri. Cosa succede in Cina, cosa ci dobbiamo aspettare?
    Che la Cina ritrovi il suo giusto posto fra le nazioni: la più popolata e la sede di una grande e antica civiltà. Non abbiamo niente da perdere né da temere. Il mondo migliora quando ci avviciniamo ad altri diversi da noi.
     
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  2. Jacopo Vibio Frentano
     
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    CITAZIONE (Giulio Leone Aurelio @ 18/9/2011, 15:42) 
    Che la Cina ritrovi il suo giusto posto fra le nazioni: la più popolata e la sede di una grande e antica civiltà. Non abbiamo niente da perdere né da temere. Il mondo migliora quando ci avviciniamo ad altri diversi da noi.

    Questo succede quando gli scienziati pensano di capire qualcosa che esula dal loro campo.
     
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  3. Vidkun Quisling
     
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    La scienza non deve essere una religione, deve essere l'umanità.
     
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  4. Giulio Leone Aurelio
     
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    CITAZIONE (Jacopo Vibio Frentano @ 18/9/2011, 17:23) 
    CITAZIONE (Giulio Leone Aurelio @ 18/9/2011, 15:42) 
    Che la Cina ritrovi il suo giusto posto fra le nazioni: la più popolata e la sede di una grande e antica civiltà. Non abbiamo niente da perdere né da temere. Il mondo migliora quando ci avviciniamo ad altri diversi da noi.

    Questo succede quando gli scienziati pensano di capire qualcosa che esula dal loro campo.

    Non ho capito, che intendi?
     
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  5. Jacopo Vibio Frentano
     
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    sostenere che l'avvicinamento con la cina non sia stato/non sia un pericolo per noi è dimostrazione di ignoranza. Uno scienziato che prova a capire la politica ma fallisce.
     
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    Romano

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    La scienza tende alla determinazione di ciò che è esatto e della verità. Non v'é posto per ciò nella libertà. Essa vive dell'ipotetico, della possibilità di dire qualcos'altro e non della determinazione di qualcosa. Essa va alla politica: la possibilità nel possibile di compiere delle scelte, in virtù del fatto che siamo noi a volerle.
    La libertà non può nascere con la scienza. Perché la scienza, esatta com'é, già di per sé compie una violenza, imponendo ciò che dimostra. E la libertà non si può imporre, perché essa, anzitutto, deve persuadere e costituire un'intima persona, autonoma e non eteronoma, convinezione.
     
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5 replies since 18/9/2011, 14:42   29 views
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