I cento punti di Matteo Renzi

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  1. Vidkun Quisling
     
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    1 Basta con il bicameralismo dei doppioni inutili.
    Cominciamo dalla testa. Il Parlamento, la sede della rappresentanza in cui si riflette la sovranità popolare, è oggi tra le istituzioni più denigrate e discreditate, anche perché è inefficiente. Quasi mille componenti e due camere che fanno lo stesso mestiere, entrambe titolate a dare e togliere la fiducia al Governo, con due serie di Commissioni che operano sulle stesse materie, due filiere dirigenziali, doppie letture su tutte le leggi, non hanno nessuna giustificazione. Una delle due camere va semplicemente abolita. Ne basta una sola, veramente autorevole, composta da non più di 500 persone. Al posto dell’attuale doppione serve un organo di raccordo tra lo Stato e i governi regionali e locali che possa anche proporre emendamenti a qualsiasi proposta di legge su cui la Camera elettiva si esprime in ultima istanza a maggioranza qualificata.

    2 Le elezioni diano potere ai cittadini non ai segretari di partito.
    Per ridare autorevolezza al Parlamento bisogna innanzitutto abolire il “Porcellum”, l’attuale legge elettorale che consente la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie dei partiti, tornando ai collegi uninominali.

    3 La politica non sia la via breve per avere privilegi e una buona pensione.
    Aboliamo tutti i vitalizi per i Parlamentari e i Consiglieri regionali. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica. Le risorse spese per i singoli Parlamentari devono essere portate alla media europea, distinguendo nettamente le indennità dalle risorse messe loro a disposizione per l’esercizio dell’incarico, che devono essere amministrate dagli uffici del Parlamento.

    4 Un costo standard per le Regioni.
    Oggi i Consigli delle varie Regioni hanno costi sproporzionati, che variano moltissimo senza nessuna giustificazione. Non sono legati alla dimensione dei territori che i Consigli dovrebbero rappresentare e nemmeno al numero dei loro componenti. Si va dai 35 milioni di euro dell’Emilia-Romagna agli oltre 150 milioni di euro della Sicilia. I consiglieri regionali devono avere un compenso e, chiaramente distinto da questo, un budget per le attività di servizio uguali in tutte le regioni. Deve essere definito il “costo standard” per il complessivo funzionamento delle assemblee legislative regionali fissandolo ad un valore compreso tra gli 8 e i 10 euro annui per abitante.

    5 Abolizione delle province.
    Più di 100 province non ce le possiamo permettere. Vanno abolite. Nei territori con almeno 500.000 abitanti si può eventualmente lasciare alle Regioni la facoltà di istituire enti di secondo grado per la gestione di funzioni da loro delegate.

    6 L’unione fa la forza: mettiamo insieme i piccoli comuni.
    I comuni sono il vero pilastro dell’amministrazione tra i cittadini, ma 8100 sono troppi, e tanti tra loro troppo piccoli per gestire i servizi che dovrebbero erogare. Mantenendo salvi i presidi locali e la rappresentanza dei centri minori, dovrebbero raggiungere attraverso unioni o fusioni una dimensione minima di 5.000 abitanti.

    7 I partiti organizzino la democrazia, non siano enti pubblici.
    Il finanziamento pubblico va abolito o drasticamente ridotto e in ogni caso commisurato al solo rimborso delle effettive spese elettorali, condizionandolo al fatto che i partiti abbiano statuti democratici, riconoscano effettivi diritti di partecipazione ai propri iscritti e selezionino i candidati alle cariche istituzionali più importanti con le primarie. Favorire il finanziamento privato sia con il 5 per mille, sia attraverso donazioni private in totale trasparenza, tracciabilità e pubblicità.

    8 Azzerare i contributi alla stampa di partito.
    Con internet, chiunque può produrre a costo zero il suo bollettino o il suo house organ. I contributi alla stampa di partito vanno aboliti.

    9 Le camere di commercio regolino il mercato, non siano imprese.
    Le camere di commercio dovrebbero limitarsi a tenere il registro delle imprese, garantire il mercato e non spendere soldi nella promozione, nell’acquisto e partecipazione nelle imprese, nella formazione e quant’altro non sia missione pubblica di regolazione. Inoltre bisogna portare la democrazia nella scelta dei consigli direttivi. Gli organi di governo delle camere non siano nominati dalle associazioni, ma siano eletti liberamente e direttamente dalle imprese. Anche chi non è iscritto alle associazioni ha diritto di scegliere chi governa le camere di commercio. Il tributo delle imprese sia volontario non obbligatorio.

    10 Il consiglio inutile.
    Il CNEL, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è un organo di rilevanza costituzionale, propone sostanzialmente pareri agli organi costituzionali, puntualmente ignorati. Istituito nel 1948, è entrato in funzione solo dieci anni dopo, trasformandosi rapidamente in una riserva per burocrati, in primis ex leader sindacali e imprenditoriali. In mezzo secolo, le sue proposte di legge sono state appena undici (11). Di queste nessuna ha mai avuto seguito o è stata seriamente considerata. Costa venti milioni di euro l'anno. Va abolito.

    11 Meno poltrone, più efficienza.
    Nel Paese ci sono 24.310 consiglieri d’amministrazione in aziende partecipate dal pubblico, al livello statale e locale. In tre anni bisogna dimezzare il numero dei consiglieri e la relativa spesa, sia accorpando le imprese sia privatizzandole, oltre che prevedendo un massimo di tre consiglieri per le aziende piccole e cinque per quelle grandi.

    12 Gli altri costi della rappresentanza.
    Anche le organizzazioni degli interessi (dai sindacati alle organizzazioni imprenditoriali) devono tornare a concentrarsi sulla loro funzione più propria: difendere i diritti dei loro associati. Quindi, le agevolazioni pubbliche di cui godono vanno commisurate alle effettive funzioni di rappresentanza che svolgono.

    13 Eliminiamo la classe politica corrotta.
    Lo strumento è una amnistia condizionata. Al rispetto di 5 punti: ammissione della colpa, indicazione di tutti i complici, restituzione del maltolto, impegno a non fare più politica. In caso di nuovo reato, la pena si somma a quella del reato oggetto dell’amnistia.

    14 Razionalizzare le missioni italiane all'estero.
    Definire una strategia di coordinamento della presenza militare all'estero in pieno accordo (e non in competizione) con l'Europa, per essere di maggior aiuto alle popolazioni e razionalizzare il costo d'intervento.

    15 Una strategia per il Mediterraneo in trasformazione.
    Siamo il paese europeo più vicino a una fascia di nazioni, dall’Egitto alla Libia, dalla Tunisia alla Siria, che sta vivendo un periodo tumultuoso nel quale la speranza della libertà si mescola con la paura di arretrare sul piano della libertà religiosa e della laicità dello stato. L’Italia dedichi una speciale attenzione a questi paesi aprendo sedi di istituti italiani di cultura, approfondendo gli scambi economici e culturali; offrendosi come un paese che può aiutarli nel passaggio alla democrazia.

    16 Cambiare la Rai per creare concorrenza sul mercato tv e rilanciare il Servizio Pubblico.
    Oggi la Rai ha 15 canali, dei quali solo 8 hanno una valenza “pubblica”. Questi vanno finanziati esclusivamente attraverso il canone. Gli altri, inclusi Rai 1 e Rai 2, devono essere da subito finanziati esclusivamente con la pubblicità, con affollamenti pari a quelli delle reti private, e successivamente privatizzati. Il canone va formulato come imposta sul possesso del televisore, rivalutato su standard europei e riscosso dall’Agenzia delle Entrate. La Rai deve poter contare su risorse certe, in base ad un nuovo Contratto di Servizio con lo Stato.

    17 Fuori i partiti dalla Rai.
    La governance della Tv pubblica dev’essere riformulata sul modello BBC (Comitato Strategico nominato dal Presidente della Repubblica che nomina i membri del Comitato Esecutivo, composto da manager, e l’Amministratore Delegato). L’obiettivo è tenere i partiti politici fuori dalla gestione della televisione pubblica.

    TEMA 2 - FAR TORNARE I CONTI PER RILANCIARE LA CRESCITA

    18 Portare il rapporto debito/Pil al 100% in 3 anni.
    La crisi di fiducia nell’Italia sui mercati internazionali accresce i tassi d’interesse e il peso del debito, che si trasforma in maggiori tasse per tutti. Per alleggerire questo peso e ridare fiducia ai mercati dobbiamo riportare il rapporto tra il debito e il Pil al 100% in tre anni. Questo puo’ essere fatto attraverso: i) privatizzazione imprese pubbliche; ii) privatizzazione municipalizzate; iii) alienazione di parte del patrimonio immobiliare dello Stato (il valore di mercato degli immobili di proprietà pubblica è di 380 miliardi; di questi sono ci sono immobili liberi per un valore di 42 miliardi di euro. Questi ultimi, essendo inutilizzati, possono essere venduti subito. Sul resto si veda quello che serve effettivamente al servizio pubblico e l’eccedenza sia liberata e venduta. Creazione di un fondo immobiliare che si occupi della valorizzazione degli asset). iiii) imposta sui grandi patrimoni. Non solo questo riduce il debito, ma elimina gli spazi per il clientelismo.

    19 Riformare le pensioni per avere ancora le pensioni.
    Sulle pensioni si può, fin da subito, parificare l'età pensionabile delle donne con quella degli uomini, instaurando una finestra anagrafica unica di 63-67 anni per accedere al pensionamento con assegno proporzionato alla speranza di vita secondo coefficienti attuariali aggiornati annualmente. Accelerare il passaggio al sistema contributivo per tutti. Eliminazione delle pensioni di anzianità nell’ambito di un patto tra le generazioni. Parte dei risparmi ottenuti andrà utilizzata per finanziare l’azzeramento dei contributi previdenziali per i giovani neo-assunti.

    20 Nuove regole per evitare il cumulo delle pensioni.

    21 Una rivoluzione copernicana per il fisco.
    Per tornare a crescere bisogna modificare il sistema degli incentivi. Oggi, il nostro Paese tassa i fattori produttivi e premia la rendita. Quel che serve è una rivoluzione copernicana del sistema fiscale che riduca la pressione sul reddito personale e sulle imprese e la accresca sugli immobili e sulle rendite finanziarie.

    22 Abolizione dell’IRAP.
    Finanziare l’abolizione dell’imposta con il taglio dei sussidi alle imprese.

    23 Uscire dal sommerso.
    Ridurre l’aliquota dell’IRES per le imprese che accettano procedure di accertamento rapido e maggiore trasparenza sui bilanci. Questo riduce gli incentivi ed aumenta i rischi a mantenere un’attivita’ nel sommerso.

    24 Le procedure per la crisi d’impresa come leva per la competitività del sistema.
    Gli imprenditori corretti danno lavoro e creano ricchezza per tutti, ma rischiano in proprio. Possono vincere e possono perdere. Quando perdono, vanno incoraggiati a gestire la crisi nel migliore interesse dei creditori e dei lavoratori. Occorrono regole che premino la correttezza e la trasparenza dei comportamenti e che consentano alle imprese che ancora producono ricchezza di ristrutturarsi e tornare sul mercato, nell’interesse di tutti. L’attuale normativa pone non pochi ostacoli agli imprenditori onesti ma sfortunati, e consente talvolta comportamenti opportunistici a danno dei creditori. Occorrono procedure moderne, che proteggano l’imprenditore in crisi ma lo obblighino a mettere tutte le carte in tavola, e che consentano ai creditori di decidere rapidamente. Procedure di crisi più efficienti aumentano la competitività del paese e la sua credibilità per gli investitori, anche stranieri.

    25 No ai condoni.
    Nessuno condono edilizio né fiscale, neppure travestito da scudo per il rimpatrio dei capitali.

    26 Riformare gli ordini professionali.
    Bisogna abolire gli ordini professionali superflui e ricondurre i rimanenti a una funzione di regolatori del mercato e non di protezione corporativa per quanti esercitano già la professione. Bisogna arrivare all’abolizione delle tariffe minime e ulteriore riduzione dei vincoli alla pubblicità per gli studi professionali, in maniera tale che tutti abbiano la possibilità di farsi conoscere.

    27 Liberalizzare i servizi pubblici locali.
    I servizi pubblici locali sono un monopolio d’inefficienza; bisogna liberalizzare i servizi, accorparli in poche società, abbassare i costi di gestione, ottimizzare l’uso del personale, rendere le gestioni trasparenti, allontanare la politica dalle decisioni aziendali.

    28 Antitrust obbligatorio.
    Sarebbe importante che le funzioni dell’autorità per la concorrenza si manifestassero non solo ex post, una volta che il fenomeno di violazione della concorrenza è già manifesto e acclarato, ma anche nel momento in cui le leggi sono discusse. E’ evidente che l’impianto di alcune leggi costituisce una menomazione della concorrenza e questo lo si può osservare già nel meccanismo astratto della norma, prima ancora di osservarne gli esiti concreti. Occorre perciò che nella discussione in Parlamento delle leggi di natura economica venga richiesto obbligatoriamente un parere all’autorità sulla concorrenza, in maniera che sia evidente la sua coerenza con l’obiettivo di non creare chiusure e barriere alla libera competizione di mercato.

    29 Liberalizzare le assicurazioni su infortuni e malattie.
    Le attività svolte dall’Inail, il monopolio pubblico che si occupa dell’assicurazione per le malattie e per gli infortuni dei lavoratori svolge una funzione tipica di qualunque società di assicurazione privata. Bisogna allora aprire all’accesso dell’attività di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro da parte di imprese private di assicurazione o di riassicurazione.

    30 Ridurre il numero delle norme.
    Le leggi statali in Italia sono oltre 21mila. È un numero troppo elevato, doppio o triplo rispetto a quello di altri paesi: in Francia sono meno di 10mila, quelle federali in Germania meno di 5mila. Alle leggi statali vanno aggiunte le circa 25mila leggi regionali, oltre agli atti normativi di livello inferiore. Le leggi e i regolamenti sono troppi, prodotti di continuo e modificati troppo frequentemente, poco coordinati tra loro, mal scritti, interpretati in modo incerto. Si pensa che i problemi si risolvano attraverso la modifica delle norme, piuttosto che la loro applicazione puntuale. Il disegno di legge 1873 del 2009 dimostra che il contenuto essenziale del diritto del lavoro può essere concentrato in poche decine di articoli, scritti per essere distribuiti in milioni di copie a tutti i lavoratori, imprenditori e consulenti e immediatamente comprensibili. Lo stesso si può fare in tutti gli altri campi, dal fisco al diritto civile.

    31 Mettere in competizione il pubblico con il pubblico.
    L’alternativa nella gestione di servizi non può essere solo o pubblica o privatizzata; è possibile creare una competizione fra una scuola e l’altra, fra sistema sanitario di un’area e sistema sanitario di un’altra area; tra un’università e l’altra, insomma all’interno di ciò che rimane pubblico. Quando l’offerta di un servizio pubblico specifico è al di sotto non solo della media, ma degli standard previsti per quel settore, bisogna trovare il modo di penalizzare il responsabile della struttura o addirittura la struttura nel suo complesso. Allo stesso modo, quando in uno specifico servizio, sia per il modo in cui il servizio viene condotto, sia per i risultati ottenuti, la situazione è di grande eccellenza bisognerà trovare il modo di premiare, economicamente e non solo con riconoscimenti, i responsabili e le strutture medesime. Le valutazioni siano fatte facendo partecipare e decidere i cittadini che utilizzano i servizi.

    32 Una Delivery Unit sul modello UK.
    Valutare non basta. Bisogna istituire una “unità di risultato” presso la Presidenza del Consiglio, che sia responsabile del raggiungimento degli obiettivi strategici in materia di istruzione, sanità, trasporti e lotta alla criminalità.

    33 Dirigenti a termine nelle aziende pubbliche.
    Nelle aziende i dirigenti a vita non esistono: ogni anno c’è un bilancio da fare, risultati da raggiungere, verifiche da realizzare. I contratti non sono mai a tempo indeterminato, vanno solitamente da tre a cinque anni e ogni conferma presuppone una verifica positiva. Nel pubblico i dirigenti, anche se falliscono, rimangono lo stesso nell’amministrazione, al massimo sono spostati e se falliscono ancora, vengono spostati ancora e girano nell’amministrazione fino alla pensione. L’incarico dirigenziale nell’amministrazione pubblica è una sfida ancora più grande rispetto a quella privata e perciò l’ambizione rispetto ai risultati deve essere maggiore. La proposta perciò è di avere contratti dirigenziali che durino cinque anni.

    34 Mezzogiorno: investire solo sullo sviluppo.
    Ogni euro investito nel Mezzogiorno, provenga dall’Europa o dallo Stato, deve essere finalizzato allo sviluppo e non al finanziamento della spesa corrente e al mantenimento di un sistema di economia assistita quasi esclusivamente pubblica e parassitaria.

    35 Superare il precariato attraverso il contratto unico a tutele progressive.
    Per superare il dualismo del mercato del lavoro, che vede parte dei lavoratori con tutte le garanzie e gli altri (i giovani) senza nessuna garanzia, occorre introdurre un contratto unico a tutele progressive che dia maggiori certezze ai giovani.

    36 Riformare gli ammortizzatori sociali.
    Bisogna passare dalla cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, a indennità di disoccupazione universali, applicabili anche ai dipendenti di piccole e medie imprese e improntati al criterio del welfare to work sul modello danese.

    37 I contratti aziendali contro i salari poveri.
    Oggi i lavoratori italiani ricevono un salario mediamente più basso rispetto a paesi a noi vicini come la Germania e la Francia. Un modo per avere salari più alti per i lavoratori italiani è quello di sostenere i contratti aziendali che possano, quando le condizioni aziendali lo permettano, crescere oltre quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro.

    38 Aliquote rosa.
    L’Italia ha la più bassa percentuale di occupazione femminile d’Europa. Anche il tasso di attività femminile, cioè il numero di donne che si presenta sul mercato del lavoro, è il più basso. Un’agevolazione fiscale riservata all’assunzione delle donne e per un certo congruo numero di anni può portare a riallineare in alto la parità uomo donna sul piano del lavoro.

    SANITA’

    39 Immediata introduzione di un patto di stabilità interno non derogabile sui parametri dei costi standard.
    Lo scopo è quello di uniformare la spesa sanitaria nelle diverse realtà locali.

    40 Completa riorganizzazione della medicina sul territorio: radicale cambiamento del ruolo della medicina di base.
    Abolizione dell'attuale ruolo del medico di medicina generale. Creazione di ambulatori polispecialistici sul territorio. Consorzio dei medici di Medicina generale.

    41 Far lavorare in “rete” gli ospedali per le terapie di urgenza, ad alto costo, tecnologicamente sofisticati.
    Ciascuno caratterizzato da una propria peculiarità. Razionalizzazione dei servizi. Occorre riservare l’ospedalizzazione dei pazienti solo nei casi in cui effettivamente sia necessaria.

    42 Chiudere tutti gli ospedali con meno di 100 posti letto e che non abbiano un servizio di anestesia e rianimazione aperto 24 ore su 24.
    Questi dovrebbero essere ospedali per pazienti cronici a lunga degenza a bassa intensità di cure ma a basso costo. Dovrebbero essere di supporto agli Ospedali ad alta complessità e alto costo, i quali dovrebbero esclusivamente gestire la fase acuta e poi inviare a strutture con costi ridotti. Ne consegue anche la necessità di un'assistenza domiciliare efficace e ben coordinata. Nei grandi ospedali bisogna cancellare i doppioni, la moltiplicazione dei reparti ad alto costo e ad alta tecnologia creati solo per moltiplicare i ruoli direttivi.

    43 Creazione di percorsi diagnostici terapeutici su base regionale.
    Lo scopo è stabilire procedure e comportamenti comuni rispetto ad una data patologia e in parallelo gestire e organizzare l’offerta delle diverse prestazioni sanitarie.

    44 Esternalizzare, ma non per pagare di più. In via generale le esternalizzazioni aziendali servono sia per assicurare un servizio migliore rispetto a quello interno, sia per ridurre i relativi costi.
    Succede in sanità che l’esternalizzazione dei servizi troppo spesso si traduce non in un risparmio ma in un incremento dei costi, tanto che costa di più l’infermiera “esternalizzata” della infermiera interna. Allo stesso modo troppo spesso i beni e servizi acquistati dalle aziende sanitarie, hanno prezzi medi addirittura superiori a quelli di mercato, mentre sarebbe del tutto ovvio pensare che, dato l’ammontare delle quantità acquistate, si possano ottenere prezzi più bassi. inoltre l'esternalizzazione è troppo spesso gravata da attività professionalmente scadente. Occorre in questo caso strutturare e controllare l'iter formativo individuale

    RICERCA

    45 Un fondo nazionale per la ricerca gestito con criteri da venture capital.
    Istituire un fondo nazionale per la ricerca che operi con le modalità del venture capital e sia in condizione di finanziare i progetti meritevoli al di fuori delle contingenze politiche. Il fondo sarà gestito un comitato esecutivo in carica per almeno 7 anni, costituito per 1/3 da professori impegnati nella ricerca a livello internazionale, per 1/3 da membri della comunità finanziaria esperti di project finance e venture capital, e per 1/3 della Comunità europea.

    46 Incentivi fiscali per contributi alla ricerca universitaria.
    Detrazione dalla base imponibile del 905 di quanto donato alle università e tassazione agevolata per chi investe negli spin-off universitari.

    GIUSTIZIA

    47 Una terapia d’urto per la giustizia civile.
    Oggi l’Italia è intrappolata in oltre 5 milioni di cause civili pendenti presso i tribunali. Occorre assolutamente ridurre in tempi rapidissimi lo stock di cause arretrate, oltre che stabilire norme che rendano meno premiante il ricorso alla giustizia come modalità di rinvio di un pagamento o di una qualunque obbligazione. Si crei una task force composta da magistrati in pensione e da giovani avvocati per affiancare i giudici in carica nello smaltimento in tempi veloci dell’arretrato giudiziario civile.

    48 Avvocati pagati solo su preventivo.
    Al fine di evitare effetti discorsivi dell’applicazione delle tariffe sulla lunghezza dei processi, obbligo di stipulazione di un mandato che comprenda anche il preventivo per lo svolgimento dell’intero incarico, a prescindere dalla durata del procedimento. Ciò consentirebbe di incentivare gli avvocati ad una più rapida conclusione delle cause.

    49 Entri (più spesso) la corte.
    Riduzione a 30 giorni della sospensione dell’attività giudiziaria (20 giorni in estate, 10 giorni nel periodo natalizio). Oggi è sospesa dal 1° agosto al 15 settembre, perciò per 45 giorni. Prevedere lo svolgimento delle udienze anche nel pomeriggio in maniera da accelerare i tempi della giustizia.

    50 Accorpamento delle sezioni giudiziarie staccate.
    Riduzione dei costi degli uffici giudiziari mediante un’organica riforma delle circoscrizioni giudiziarie con accorpamenti delle sezioni distaccate (attualmente sono 220) mantenendo solo quelle che hanno ragione di essere quando il Tribunale circondariale è veramente lontano.

    51 Entri l’informatica nel tribunale.
    Completamento dell’informatizzazione di tutti gli uffici giudiziari anche per il deposito di atti e per estrarre copia di atti di controparte, documenti prodotti, sentenze, con abolizione dei borbonici depositi cartacei e delle marche da bollo, con evidente risparmio di tempo di tutti gli operatori.

    52 Il merito in tribunale.
    Valutazione dell’attività dei magistrati; stipendio in parte collegato alla produttività; maggior controllo e maggiori responsabilità in caso di errori conclamati. Avanzamento di carriera per merito e non solo per anzianità.

    53 Giustizia penale nei tempi giusti.
    Accorciare i tempi medi delle sentenze. Ogni corte d’appello si ponga l’obiettivo di ridurre in un anno del 10 % i tempi di svolgimento medio dei processi. Modernizzazione dei tribunali che seguano le buone pratica di Torino, Trento e Bolzano. Semplificazione dei processi e riduzione dei riti (oggi se ne contano 34) con abbreviazione dei tempi per ottenere la sentenza e certezza di esecuzione della stessa.

    TEMA 3 - GREEN, DIGITAL, CULTURA E TERRITORIO: LE NUOVE LEVE DELLO SVILUPPO

    54 Le città rinnovabili.
    Coinvolgere le amministrazioni cittadine nel raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, assegnando obbiettivi alle grandi aree urbane e ai comuni. Parte degli incentivi per le energie rinnovabili sarà destinata ai piani cittadini per le campagne d'introduzione delle tecnologie eco-efficienti (caldaie di nuova generazione, finestre a isolamento termico), della mobilità sostenibile e degli impianti solari e micro-eolici.

    55 Incentivi rinnovabili.
    Annullamento degli incentivi alla produzione elettrica "inquinante" (carbone e inceneritori), e loro impiego delle rinnovabili "vere". Gli incentivi rinnovabili non saranno impiegati solo per l'installazione d'impianti: ci si concentrerà anche sulla ricerca e sulla creazione di una vera filiera industriale. Si punterà di più sulle tecnologie ancora in sviluppo, come il solare a concentrazione (in alternativa al fotovoltaico) o il vento d'alta quota.

    56 Ammodernare la rete elettrica e il mercato per ridurre il costo della bolletta.
    Definire ed eseguire un piano d'interventi infrastrutturali e regolamentari, con budget e priorità, per ridurre i costi elettrici per le famiglie e le imprese. Le bollette saranno più chiare e leggibili, di modo che il cittadino possa scegliere il fornitore di elettricità che offra le migliori condizioni, e senza costi per il cambiamento.

    57 I rifiuti da problema a risorsa.
    Più raccolta differenziata (imporre ai Comuni 50% entro il 2015 e 70% entro il 2020) ma non fine a se stessa: incentivare, anche attraverso la leva fiscale, il riutilizzo dei materiali differenziati, il compost, le materie per produrre nuovi oggetti.

    58 Agribusiness italiano. Incentivare nuove imprese dell’agribusiness.
    Tutelare il prodotto agro-alimentare nel mondo, contro i falsi prodotti “italian sounding”, al fine di recuperare fette di mercato che spettano ai prodotti della nostra terra.

    59 Non auto blu, ma auto verdi.
    Obbligare tutte le amministrazioni pubbliche ad acquistare solo auto a basso consumo via via che le attuali, a benzina o diesel, devono essere sostituite.

    60 Puntare su internet.
    Accesso a internet veloce per tutti attraverso investimenti sulla banda larga e facendo saltare gli assurdi vincoli legislativi che ci hanno relegato agli ultimi posti della classifica di Freedom House.

    61 E&Open Government.
    Un piano nazionale per digitalizzare i servizi pubblici e ridurre la burocrazia. Adottare un piano complessivo per digitalizzare i servizi pubblici e gestire meglio il welfare, l'educazione, la giustizia, la sanità, i trasporti, la sicurezza. L'Italia deve replicare le migliori esperienze europee nei progetti di eGovernment, per ridurre burocrazia e costi, mettendo i cittadini al centro del servizio. Per le imprese, i servizi digitali aiuteranno a ridurre le incombenze burocratiche.

    62 Mai meno dell’1 %.
    Il Governo decida di investire l’equivalente dell’ 1 % del Pil italiano per la cultura.

    63 La funzione civile del bello.
    Restituire ai cittadini di oggi l’arte del passato. Il patrimonio artistico diffuso nel Paese è un bene comune che ci unisce, sancito anche dall’articolo 9 della Costituzione. Concretizziamolo attraverso il recupero di una minima parte dell’evaso – basta il 4 %.

    64 Defiscalizzare i contributi per la cultura.
    Occorre al più presto che sia defiscalizzato ogni contributo delle aziende e dei privati a favore della cultura. Al solo ruolo pubblico bisogna aggiungere anche quello privato se si vuole rigenerare la cultura italiana.

    65 Autonomia ai musei.
    Oggi la maggior parte dei musei non ha nessuna autonomia rispetto al Ministero dei beni Culturali in fatto di dipendenti (numero, compenso, inquadramento). I musei non incassano gli introiti dei biglietti, che vanno direttamente sul bilancio pubblico nazionale, non possono differenziare i prezzi dei biglietti. Bisogna fare in modo che ciascun museo possa rappresentare un’unità economica in senso pieno: raccogliere gli introiti, pagare le spese relative alla gestione del museo, sia pure riconoscendo delle royalties al ministero dei Beni Culturali.

    66 Un’agenzia internazionale per i musei italiani.
    Mobilitare risorse per la cultura attraverso un sistema analogo a quello istituito in Francia per i diritti internazionali dei musei.

    67 Coordinare il marketing turistico.
    Il nostro Paese va trattato come è un “prodotto” turistico unitario. Non possiamo lasciare alle Regioni le competenze esclusive di promozione, alimentando una scoordinata frammentazione delle attività di marketing turistico. Affidare allo Stato il compito di coordinare le politiche regionali e di sviluppare le attività di comunicazione complessiva.

    68 Rivisitazione delle competenze delle Soprintendenze.
    Oggi, nell’emergenza della conservazione del patrimonio culturale e del paesaggio, le funzioni di tutela sono totalmente esercitate dallo Stato, e risultano appesantite dall’obbligo di intervento su questioni di assoluta ordinarietà. Le Soprintendenze vanno per queste focalizzate sulle azioni più rilevanti per la tutela, lasciando l’attività ordinaria ai Comuni che garantiscano livelli organizzativi adeguati

    69 Una sola voce per la cultura italiana all’estero.
    Fondere gli Istituti di Cultura italiana all’estero con i Centri linguistici – Dante Alighieri e altri – sul modello dei Goethe Institute tedeschi.

    70 Ambasciatori per la globalizzazione.
    E’ sempre più necessario che le ambasciate italiane nel mondo, oltre a svolgere le funzioni diplomatiche, sempre meno essenziali da quando la comunicazione diretta tra i governi ha reso più facile il dialogo tra gli stati, assumano un ruolo di aiuto per le imprese italiane che competono sui mercati del mondo

    71 Scegliere le grandi opere che servono davvero.
    Rivedere il piano delle infrastrutture alla luce di criteri di valutazione economica. Puntare sulle (poche) grandi opere che servono e soprattutto sulle tante piccole e medie opere delle quali il Paese ha davvero bisogno.

    73 Semplificazione delle norme sulle gare d’appalto.
    Aumento della soglia al di sotto della quale si possono indire procedure negoziate e procedure semplificate. Emanazione dell’obbligo di presentazione del DURC da parte di soggetti privati all’amministrazione interessata che dovrà acquisirlo per via telematica. Abolizione dell’arbitrato negli appalti pubblici e congruo indennizzo alla stazione appaltante in caso di ricorso immotivato.

    73 Liberalizzazione del trasporto pubblico regionale.
    Bisogna incrementare l’offerta di mobilità ferroviaria su base locale, favorendo la liberalizzazione dei servizi. Le Ferrovie dello Stato sono infatti sempre più concentrate sul trasporto ad alta velocità mentre rimane l’esigenza di avere trasporti ferroviari locali frequenti ed efficienti.

    TEMA 4 - DARE UN FUTURO A TUTTI

    74 Istituire gli “affitti di emancipazione”.
    Sul modello spagnolo, vengono istituiti gli “affitti di emancipazione” per i giovani che escono di casa. Si tratta di approntare un’offerta pubblica di “housing”, di appartamenti da dare in affitto a un prezzo ragionevole e per un tempo limitato ai giovani che cercano di uscire di casa, che vogliono sposarsi e non trovano casa, che si muovono dalla propria residenza per motivi di lavoro.

    75 Consentire a tutti gli studenti universitari di finanziarsi gli studi e le tasse.
    Obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno tre banche (di cui almeno una locale e almeno una nazionale) per i finanziamenti agli studi universitari, garantiti da un fondo pubblico di garanzia.

    76 Premio ai laureati meritevoli da investire in formazione.
    I laureati con 110 e lode e la media ponderata superiore al 28,5 ricevano un bonus di 2.000 euro da investire in formazione, in Italia o all'estero, in programmi di studio riconosciuti.

    77 Regolamentazione dei contratti di lavoro per gli studenti.
    Introduzione di un contratto di lavoro per studenti universitari o di scuole di formazione, per un massimo di 32 ore al mese, con minimo salariale e assegnazione di crediti formativi (se il lavoro è attinente al corso di studi, in base alle valutazioni delle facoltà).

    78 Cominciare giovani, cominciare bene.
    Cominciare sin da giovani a coltivare la cultura del rischio d’impresa, mettere in pratica le idee che maggiormente appassionano, provare a creare ricchezza sin da giovani è un valore non solo materiale, ma anche etico per il nostro paese. Bisogna allora che i giovani imprenditori siano agevolati nel loro spirito di costruirsi un futuro in maniera autonoma e in una maniera tale che accresca la ricchezza del paese. La proposta è di favorire le imprese che nascono da persone fisiche con meno di 40 anni (che controllino almeno l’ 85% del capitale): la nuova società si crea e si registra con un unico atto a costo fisso di 1.000 euro e per i primi tre anni ha diritto a una gestione contabile estremamente semplificata e garantita dai Centri Servizi a un costo fisso (1.000 euro l’anno). Le persone fisiche che investono nella nuova impresa anno diritto alla defiscalizzazione parziale (50 %) dei capitali investiti. Per i primi tre anni l’impresa non ha alcun carico fiscale e per i successivi tre anni la tassazione sugli utili sarà parificata all’aliquota oggi vigente per i proventi finanziari (20 %).

    79 Diritto di voto a 16 anni.
    Permetterebbe di immettere circa un milione di giovani elettori nel processo politico, abbassando l’età media del corpo elettorale più anziano del mondo.

    80 Valutare le Università e sostenere quelle che producono le ricerche migliori.
    L’Italia spende per l’università e la ricerca meno dei grandi paesi con cui dobbiamo confrontarci, ma questo non è il solo problema. Il reclutamento dei ricercatori è spesso viziato da logiche familistiche e clientelari. Le risorse vengono disperse tra centri di eccellenza e strutture improduttive. Anche in questo campo si devono introdurre meccanismi competitivi. I dipartimenti universitari che reclutano male devo sapere che riceveranno sempre meno soldi pubblici. Deve essere chiaro che chi recluta ricercatori capaci di farsi apprezzare in campo internazionale ne riceverà di più. È un risultato che si può ottenere usando indicatori quantitativi sulla qualità della ricerca prodotta e il parere di esperti internazionali autorevoli e fuori dai giochi. L’obiettivo è avere una comunità scientifica meno provinciale, che esporta idee e attrarre talenti.

    81 Distinguere tra università eccellenti nella ricerca e università che offrono una buona formazione.
    Non tutte le Università possono essere centri di eccellenza in tutti i settori. Alcune non lo sono in nessuno. Ma non tutte per questo vanno chiuse. Le risorse per la ricerca avanzata e per i corsi di dottorato, finalizzati a formare i ricercatori di domani, devono andare dove vengono spese meglio. In tanti altri casi le Università possono svolgere una funzione formativa ugualmente fondamentale. Anche questa però può e deve essere valutata, usando indicatori oggettivi, insieme ai giudizi degli studenti.

    82 Abolizione del “valore legale” del titolo di studio.
    Introdurre nei concorsi della Pubblica Amministrazione criteri di valutazione dei titoli di studio legati all’effettiva qualità del percorso formativo dei candidati.

    83 Restituire prestigio e reddito agli insegnanti capaci.
    Ossia rivedere radicalmente le modalità di reclutamento e di retribuzione degli insegnanti, sulla base di criteri legati alla competenza e al merito.

    84 Eliminare la formazione che serve solo ai formatori.
    Esiste un’offerta molto ampia di corsi di formazione professionale che vivono solo per mantenere in vita le organizzazioni che organizzano i corsi senza nessun beneficio pubblico. Spostare le risorse da questo ambito in altri dove possono produrre benefici reali e aiutino il paese a riconquistare posizioni nell’economia della conoscenza.

    85 Ebook per tutti.
    Moltissimi libri sono liberi dai diritti d’autore, in pratica lo sono tutti i classici della letteratura italiana. L’invenzione degli ebook ha eliminato i costi di stampa e di distribuzione di un libro e, nel caso specifico, non essendoci diritti d’autore, neppure questa voce di spesa è presente. I costi sono soltanto legati alla accessibilità su web dei titoli e l’organizzazione del loro downloading. Il Ministero della Pubblica Istruzione, con spesa molto contenuta, potrebbe offrire la disponibilità degli e-readers a titolo gratuito a tutti gli studenti e promuovere una diffusione simile, a basso costo, anche dei libri di testo.

    86 Inglese sin da piccoli.
    Portare l’insegnamento dell’inglese ad almeno 5 ore settimanali in tutte le classi a partire dalla scuole elementari. È interesse del Paese che la padronanza dell’inglese sia diffusa, visto che la gran parte della letteratura scientifica, del commercio internazionale, dei prodotti multimediali parlano con quella lingua.

    TEMA 5 PER UNA SOCIETA’ SOLIDA E SOLIDALE

    87 Introdurre il quoziente famigliare.
    Fa parte della realtà italiana che la famiglia sia il luogo di raccolta non solo della solidarietà ma anche dei redditi. Si ricalcolino le aliquote fiscali considerando il quoziente familiare. A parità di reddito paghi meno la famiglia con più componenti.

    88 Detrazione della spesa famigliare.
    Dare la possibilità alle famiglie di detrarre dal calcolo del reddito imponibile totalmente (o parzialmente) alcune voci di spesa legate all’educazione, alla conduzione della casa, all’assistenza per gli anziani. Dovrebbe ogni anno essere emanata una lista delle spese specifiche che possono essere detratte in occasione della dichiarazione dei redditi. In questo modo si crea un conflitto tra chi paga il servizio e chi riceve il compenso che favorirà l’emersione di pratiche d’acquisto in nero molto diffuse in questi ambiti.

    89 Una regolamentazione delle unioni civili.
    La legge deve assicurare pieno riconoscimento alla coppia dal punto di vista contributivo e assistenziale. Ciascun convivente può beneficiare dell’assicurazione sulla malattia del compagno e l’unione conferisce gli stessi diritti del matrimonio in materia di cittadinanza.

    90 Promuovere la natalità.
    Il declino delle nascite in Italia è stato in questi anni molto accentuato: nel 1975 nascevano 2,2 bambini per ogni donna e oggi siamo a 1,4, quasi un figlio in meno per ogni famiglia. L’Italia è oggi il posto dove nascono meno bambini al mondo. Occorre determinare un vantaggio per la famiglia che accoglie i figli dal secondo in poi. Per ogni nascita del secondo figlio va previsto un assegno annuale di quattro mila euro per i primi due anni. Abbattimento della base imponibile dei primi 10.000 euro di reddito derivanti dal lavoro delle mamme con figli sotto i 3 anni.

    91 Adozioni internazionali.
    Più controlli sugli enti autorizzati, anche da parte della magistratura, e anche attraverso verifiche dell’operato di tali enti in rapporto ai costi sostenuti. Ciò al fine di ridurre gli attuali pesanti oneri economici degli adottanti.

    92 Più Nidi e Asili d’infanzia.
    Collocare i Nidi e gli Asili d’infanzia sotto la competenza del Ministero dell’Educazione. Uniformare a livello nazionale la legislazione regionale sul rapporto metri quadri/bambini ed educatore/bambini.

    93 Progetto DAVID per la sicurezza stradale.
    DAVID sta per Dati e analisi; Aderenza alle regole; Vita ed educazione; Ingegneria; Dopo la violenza. Partito da Firenze, DAVID è un modello di metodo esportabile ovunque: si mettono insieme i dati degli incidenti di un Comune (quanti incidenti, dove avvengono, le cause, quali controlli e dove vengono fatti, quanti e quali corsi vengono fatti nelle scuole per la formazione, quale assistenza viene fornita alle famiglie che hanno subito un lutto, qual è lo stato delle strade ecc), per creare un ‘profilo’ degli scontri e finalizzare un piano preciso di intervento. A livello mondiale gli incidenti incidono per l’1,5% sul Pil, mentre la spesa per la prevenzione continua ad essere irrisoria: DAVID ribalta la visione.

    94 Adozione dello jus soli.
    E’ un fatto elementare, addirittura fondamentale negli Stati Uniti: chiunque nasca in Italia è Italiano. Questo risolve alla radice ogni valutazione di ordine discrezionale, ogni aspetto burocratico e sancisce il principio che la terra dove si nasce non è irrilevante, ma è fondante dell’identità.

    95 Immigrazione intelligente.
    Occorre stabilire una politica attiva e molto dettagliata nei confronti dell’immigrazione legale. Si stabilisca un piano nel quale siano definite le competenze professionali che è più urgente per il Paese acquisire e si aprano le porte a queste competenze, da valutare nelle ambasciate e nei consolati italiani nel mondo.

    96 Regolare? Permesso veloce.
    Coloro che hanno bisogno di un permesso di soggiorno perché hanno un lavoro regolare, spesso aspettano parecchi mesi prima di avere il permesso e devono usare un titolo di soggiorno provvisorio, il quale però non permette loro di acquisire un mutuo o di accedere a altre attività che ne stabilizzino la residenza nel nostro paese. Gli immigrati che hanno un lavoro regolare rappresentano una forza e non un pericolo per il paese.

    97 Far diventare legge il 5 per mille.
    Il 5 per mille deve diventare legge, un diritto per contribuenti e volontariato, non più un favore. La stabilizzazione eviterebbe alle organizzazioni il quadro di incertezza regolativo ed economico. Il 5 per mille è il mattone primo di sussidiarietà reale e perciò anche fiscale.

    98 Un secondo 5 per mille: tassare le transazioni finanziarie per sostenere le organizzazioni no profit.
    La proposta è già stata presentata dalla Commissione Europea, ed è venuto il momento di approvarla: la TTF genererebbe 55 miliardi di euro all’anno a sostegno delle attività del terzo settore e avrebbe il significato di riportare la finanza al servizio dell’economia reale e del cittadino.

    99 Servizio civile obbligatorio.
    Un tempo di servizio agli altri coincidente con la maggiore età, della durata di 3 o 6 mesi. I contenuti ed i processi adeguati a gestirlo sono una responsabilità del terzo settore che deve inventarsi anche forme per sostenerlo e finanziarlo.

    100 Sequestrare più rapidamente, gestire meglio immobili, patrimoni e aziende.
    Durante la fase che porta un bene immobile alla confisca definitiva (da 6 a 10 anni) bisogna consentire l’affidamento temporaneo ai soggetti sociali, in attesa della definitiva confisca. L’aggressione dei patrimoni finanziari delle mafie può avere effetti analoghi alla lotta all’evasione, essendo stimato il fatturato annuo di “mafie spa” in 150 miliardi di euro. Le aziende sotto sequestro vanno sostenute nell’impatto con il mercato, formando amministratori giudiziari specializzati, incentivando la riconversione in cooperativa di dipendenti e consentendo nella fase di start up di accedere a forme di fiscalità di vantaggio e abbattimento del costo del lavoro come quelli previsti dalla legge 407. Non sarebbero minori introiti per lo Stato poiché oggi solamente un’azienda confiscata su mille riesce a sopravvivere.



    Edited by Vidkun Quisling - 6/11/2011, 23:56
     
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  2. Jacopo Vibio Frentano
     
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    di sti 100 punti solamente 3 riguardano il lavoro, e sono volutamente non chiari. è un democristiano infido come sempre.
     
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  3. kozzikrathia
     
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    cento ovvietà, incolori, giusto per imbonire gli allocchi.
     
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  4. Maximus Seiano Conti
     
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    Belle parole, ma diventeranno fatti o rimarranno parole?
    Inoltre fareste bene a leggervi questo articolo: http://corrierefiorentino.corriere.it/fire...248176997.shtml
     
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    Romano

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    CITAZIONE (Jacopo Vibio Frentano @ 2/11/2011, 12:11) 
    di sti 100 punti solamente 3 riguardano il lavoro, e sono volutamente non chiari. è un democristiano infido come sempre.

    Condivido Appieno.

    Ho letto i punti. Alcuni mi fanno solo ridere.

    Annoto una mia risposta altrove

    Ma sì, evviva Renzi! Perchè non è lui la soluzione? La persona. E' evidente che il Berlusconismo ha lasciato danni pesantissimi ad ogni strato della società :)

    1) Basta con questa esigenza di antipolitica. Innanzitutto, perché è una contraddizione in termini. L'antipolitica non esiste, perché nel momento in cui si scaglia contro qualcuno, già è qualcosa. E dopodiché perché semmai è antipartitismo. La politica siamo noi, come potremmo essere contro noi stessi?

    Non tollero più le frasi "basta con la politica", "non ci sono politici buoni". Ma che è commercio? Basta con la pasta? La barilla non produce più bene? Cambiamo supermercato? Ao, sveglia. Fare attività politica è caratteristica del cittadino, la componente che lo connota politicamente libero. Quindi, alle persone molto sveglie che dicono basta con la politica (XD) vai con gli economisti rispondo con un sorrisetto, pensando a cosa sia passato loro in testa.

    Innanzitutto, perché non capiscono che governare è una questione di politica (sottolineo) economica. E che in ragion di ciò si operano scelte, tutte possibilmente valide. Se qualcuno ha pensato che l'economia è una scienza perfetta ha sbattuto fortemente la testa, dimenticandosi con troppa facilità che l'economia sottende una politica, delle decisioni che vanno in direzioni ben precise. I keyensiani e i neomonetaristi non sono la stessa cosa per dirne una. Oppure, puntare all'occupazione ed alla competività potrebbe non essere affatto una cosa convergente, anzi.

    2) Basta con le FAVOLE. Innanzitutto, smontiamo venti anni di porcherie berlusconiani? Archiviamo l'idea del leader capace di risolvere tutto? O meglio del Premier che è una parola senza senso in Italia? La facciamo finita con tutta questa esigenza del Capo, l'uomo forte, che ha la fiducia delle masse? Questo è berlusconismo. Questo è il rapporto del potere carismatico, plebiscitario, dittatoriale. Questa non è democrazia.

    Il segretario del partito è il segretario del partito. Punto. Stop. Basta. Non è il CAPO. Non deve esigere fiducia nelle MASSE. Non c'é nulla di tutto ciò. Il POPOLO deve essere libero di credere nelle istituzioni, nel sistema politico, nelle ideologie come avviene in qualsiasi DEMOCRAZIA, sebbene il berlusconismo abbia colpito come un parassito proprio lì, minando queste essenzialità (basta con la politica, ma dai XD).

    Inoltre, basta con le menzogne. Qualcuno ha letto il programma del PD? Ha letto gli emendamenti presentanti in tre anni? Ha dato un'occhiata alla miriade di proposte? Alle soluzioni concrete? Ai risultati? Finiamola. Io ho visto un partito compatissimo in parlamento, laddove gli alleati scricchiolavano. Ho visto un partito sempre capace di essere propositivo in qualsiasi campo. Che si è riorganizzato e sta cercando di ricostruire il rapporto con la base. E che oggi è il primo partito in Italia in termini percentuali.

    Ma cosa volevate, il golpe? Oppure l'UOMO della PROVVIDENZA? Per quello basta Berlusconi. Oppure Renzi. ;)
     
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  6. kozzikrathia
     
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    CITAZIONE (Caio Giulio Aquila @ 4/11/2011, 00:56) 
    CITAZIONE (Jacopo Vibio Frentano @ 2/11/2011, 12:11) 
    di sti 100 punti solamente 3 riguardano il lavoro, e sono volutamente non chiari. è un democristiano infido come sempre.

    Condivido Appieno.

    Ho letto i punti. Alcuni mi fanno solo ridere.

    Annoto una mia risposta altrove

    Ma sì, evviva Renzi! Perchè non è lui la soluzione? La persona. E' evidente che il Berlusconismo ha lasciato danni pesantissimi ad ogni strato della società :)

    1) Basta con questa esigenza di antipolitica. Innanzitutto, perché è una contraddizione in termini. L'antipolitica non esiste, perché nel momento in cui si scaglia contro qualcuno, già è qualcosa. E dopodiché perché semmai è antipartitismo. La politica siamo noi, come potremmo essere contro noi stessi?

    Non tollero più le frasi "basta con la politica", "non ci sono politici buoni". Ma che è commercio? Basta con la pasta? La barilla non produce più bene? Cambiamo supermercato? Ao, sveglia. Fare attività politica è caratteristica del cittadino, la componente che lo connota politicamente libero. Quindi, alle persone molto sveglie che dicono basta con la politica (XD) vai con gli economisti rispondo con un sorrisetto, pensando a cosa sia passato loro in testa.

    Innanzitutto, perché non capiscono che governare è una questione di politica (sottolineo) economica. E che in ragion di ciò si operano scelte, tutte possibilmente valide. Se qualcuno ha pensato che l'economia è una scienza perfetta ha sbattuto fortemente la testa, dimenticandosi con troppa facilità che l'economia sottende una politica, delle decisioni che vanno in direzioni ben precise. I keyensiani e i neomonetaristi non sono la stessa cosa per dirne una. Oppure, puntare all'occupazione ed alla competività potrebbe non essere affatto una cosa convergente, anzi.

    2) Basta con le FAVOLE. Innanzitutto, smontiamo venti anni di porcherie berlusconiani? Archiviamo l'idea del leader capace di risolvere tutto? O meglio del Premier che è una parola senza senso in Italia? La facciamo finita con tutta questa esigenza del Capo, l'uomo forte, che ha la fiducia delle masse? Questo è berlusconismo. Questo è il rapporto del potere carismatico, plebiscitario, dittatoriale. Questa non è democrazia.

    Il segretario del partito è il segretario del partito. Punto. Stop. Basta. Non è il CAPO. Non deve esigere fiducia nelle MASSE. Non c'é nulla di tutto ciò. Il POPOLO deve essere libero di credere nelle istituzioni, nel sistema politico, nelle ideologie come avviene in qualsiasi DEMOCRAZIA, sebbene il berlusconismo abbia colpito come un parassito proprio lì, minando queste essenzialità (basta con la politica, ma dai XD).

    Inoltre, basta con le menzogne. Qualcuno ha letto il programma del PD? Ha letto gli emendamenti presentanti in tre anni? Ha dato un'occhiata alla miriade di proposte? Alle soluzioni concrete? Ai risultati? Finiamola. Io ho visto un partito compatissimo in parlamento, laddove gli alleati scricchiolavano. Ho visto un partito sempre capace di essere propositivo in qualsiasi campo. Che si è riorganizzato e sta cercando di ricostruire il rapporto con la base. E che oggi è il primo partito in Italia in termini percentuali.

    Ma cosa volevate, il golpe? Oppure l'UOMO della PROVVIDENZA? Per quello basta Berlusconi. Oppure Renzi. ;)

    quoto appieno!
     
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  7. Caio Fabio Massimo
     
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    Non sono d'accordo Aquila, ora tralasciando Renzi, per governare un paese ci vuole una buona dose di carisma, certamente con un partito forte alle spalle e con idee che sono frutto della collaborazione tra le persone del partito.
    Il carisma serve nelle situazioni di crisi, nelle situazioni di difficoltà, quando il leader o premier come si voglia chiamare prende in mano la situazione. Il carisma è fondamentale per guidare una nazione sennò dove andiamo a finire? Già in parlamento è pieno di morti di sonno.
    Attenzione però io non sto parlando di carisma berlusconiano, ma del carisma che serve all'uomo politico!
    Di gente come Bersani io ne sono stufo! Quello sarebbe il segretario di un partito? L'unica cosa che fa è difendere la sua poltrona, ha paura che gli soffino il posto, ed inoltre al posto di guidare il partito dicendo all'intera nazione ciò che propone il PD cerca soltando di far dimettere Berlusconi quasi fosse diventata una sfida personale!
    Ben vengano i giovani che hanno carisma, quel carisma sano, che si chiamino Renzi o Pincopallino.
    E per quanto riguarda le proposte, almeno lui ce l'ha messe sotto gli occhi, che si possano condividere o meno.
     
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  8. Vidkun Quisling
     
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    CITAZIONE
    Basta con le FAVOLE. Innanzitutto, smontiamo venti anni di porcherie berlusconiani? Archiviamo l'idea del leader capace di risolvere tutto? O meglio del Premier che è una parola senza senso in Italia? La facciamo finita con tutta questa esigenza del Capo, l'uomo forte, che ha la fiducia delle masse? Questo è berlusconismo. Questo è il rapporto del potere carismatico, plebiscitario, dittatoriale. Questa non è democrazia.

    Oh là finalmente qualcosa di sensato Aquila :)
     
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  9. Marco Licinio Crasso
     
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    CITAZIONE (Caio Fabio Massimo @ 4/11/2011, 14:35) 
    Non sono d'accordo Aquila, ora tralasciando Renzi, per governare un paese ci vuole una buona dose di carisma, certamente con un partito forte alle spalle e con idee che sono frutto della collaborazione tra le persone del partito.
    Il carisma serve nelle situazioni di crisi, nelle situazioni di difficoltà, quando il leader o premier come si voglia chiamare prende in mano la situazione. Il carisma è fondamentale per guidare una nazione sennò dove andiamo a finire? Già in parlamento è pieno di morti di sonno.
    Attenzione però io non sto parlando di carisma berlusconiano, ma del carisma che serve all'uomo politico!
    Di gente come Bersani io ne sono stufo! Quello sarebbe il segretario di un partito? L'unica cosa che fa è difendere la sua poltrona, ha paura che gli soffino il posto, ed inoltre al posto di guidare il partito dicendo all'intera nazione ciò che propone il PD cerca soltando di far dimettere Berlusconi quasi fosse diventata una sfida personale!
    Ben vengano i giovani che hanno carisma, quel carisma sano, che si chiamino Renzi o Pincopallino.
    E per quanto riguarda le proposte, almeno lui ce l'ha messe sotto gli occhi, che si possano condividere o meno.

    Quoto Caio Fabio Massimo
     
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  10. kozzikrathia
     
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    CITAZIONE (Caio Fabio Massimo @ 4/11/2011, 14:35) 
    Non sono d'accordo Aquila, ora tralasciando Renzi, per governare un paese ci vuole una buona dose di carisma, certamente con un partito forte alle spalle e con idee che sono frutto della collaborazione tra le persone del partito.

    per governare il paese ci vuole competenza, abilità e tenacia. Il carisma serve solo per prendere il potere, dopo di che è inutile. Non è che se hai carisma i treni arrivano in orario. Prendiamo Veltroni: di carisma ne aveva anche. Una scelta strategica sbagliata ha però contribuito a far cadere Prodi e un secondo errore ha cacciato fuori dal Parlamento i partiti più a sinistra (cosa di per sè magari anche positiva) dando però a Berlusconi la maggioranza più ampia che aveva mai avuto. Una volta arrivata la sconfitta, per un semestre non ha fatto assolutamente nulla a aprte bei discorsi fino a gettare la spugna a un passo dalle elezioni passando la patata bollente perchè non potendo più fare la prima donna non spaeva più da che aprte girarsi. Bersani hanno cercato di silurarlo due o tre volte, la strada è sempre stata in salita e alla fine dopo un anno di purgatorio è in sella al partito. Facile sapere che fra i due modelli è capace di tirare le redini di un sistema paese.
    Il carisma serve piuttosto come mezzo di legittimazione ossia raccolta del consenso di quegli elettori non abbastanza evoluti che nel darlo via (il consenso) non sanno staccarsi dall'elemento personale.

    CITAZIONE
    Il carisma serve nelle situazioni di crisi, nelle situazioni di difficoltà, quando il leader o premier come si voglia chiamare prende in mano la situazione. Il carisma è fondamentale per guidare una nazione sennò dove andiamo a finire? Già in parlamento è pieno di morti di sonno.

    già, sennò dove andiamo a finire? Più o meno dove siamo adesso, il che non è auspicabile.

    CITAZIONE
    Attenzione però io non sto parlando di carisma berlusconiano, ma del carisma che serve all'uomo politico!

    cioè?

    CITAZIONE
    Di gente come Bersani io ne sono stufo!

    gente come Bersani non entusiasma. Perchè è competente, e questo quasi sempre esclude il carisma visto che in genere è difficile eccellere in più cose specie se molto diverse fra loro.

    CITAZIONE
    Quello sarebbe il segretario di un partito?

    sì. Il segretario di un partito non deve sovrastare con la sua figura il partito stesso, è lì per rappresentare tutte le anime di quel partito, anche quelle a cui non appartiene.

    Mi sembra che la tua idea di politica abbia poco a che fare con la serietà. I politici non sono quelli che salgono sulle barricate, schiamazzano e sostanzialmente fanno in Parlamento (o altrove per esso) le discussioni animate da osteria. No, i politici sono lì per fare un lavoro, non per incantare. E' in Italia che abbiamo questo populismo imperante per cui i politici devono anche essere capi popolo

    CITAZIONE
    L'unica cosa che fa è difendere la sua poltrona, ha paura che gli soffino il posto,

    questo è davvero ingeneroso. Bersani fin dall'inizio (due anni fa tutti) si è sempre dichiarato disposto a farsi da parte se serve al progetto. Tu dirai, parole. può essere, eppure si tirò veramente indietro (purtroppo) quando la sua candidatura avrebbe messo in difficoltà quella di veltroni in un periodo già difficile per il PD. Non ha avuto problemi poi a correre per le primarie. Mi chiedo, quando mai Vendola ha permesso a SEL una sfida onesta fra lui e un candidato suo pari? A me sembra mai. E Renzi? Non ha una poltrona anche lui? Non mi sembra si dimetta da sindaco di Firenze per fare politica nazionale. Non decide nemmeno se correre o no alle primarie da tanto gli piace farsi giudicare.

    CITAZIONE
    ed inoltre al posto di guidare il partito dicendo all'intera nazione ciò che propone il PD cerca soltando di far dimettere Berlusconi quasi fosse diventata una sfida personale!

    Bersani di proposte ne ha fatte tante, specie sul lavoro. Spesso anche nei comizi introduce lementi per così "tecnici" su welfare, tasse etc.
    Mi sembrerebbe strano se Bersani dicesse che Berlusconi deve/può restare. Neanche tanto perchè il suo ruolo gli impone altro, quanto piuttosto perchè è il buon senso comune a dire che Berlusconi se ne deve andare. Poi chiaro, se invece che il materiale sul sito del PD guardi gli sgommati prendendoli per un tg vabeh.

    CITAZIONE
    Ben vengano i giovani che hanno carisma, quel carisma sano, che si chiamino Renzi o Pincopallino.
    E per quanto riguarda le proposte, almeno lui ce l'ha messe sotto gli occhi, che si possano condividere o meno.

    non è che esiste un carisma sano o malato. Semmai è l'uso che se ne fa a renderlo nocivo. E vediamo un po' Renzi che uso ne fa.
    Come sindaco di Firenze, nessuna notizia all'orizzonte. Non dico che sia un cattivo sindaco, ma a quanto pare non è "quel genere di carisma" che si riversa nelle cose concrete.
    Come politico, l'unico successo è quello di aver dichiarato sostanzialmente guerra al PD per farsi i suoi comodi personali. Fino ad arrivare a dire "cacciare ME è uno sbaglio". No, scusate, semmai cacciare qualcuno magari scomodo e famoso è uno sbaglio, Renzi sì e un altro no perchènonsonoiono sti gran ca... . E non è che nel PD non ci sia modo di far sapere la propria opinioni. la Serracchiani ce l'ha fatta semplicemente prendendo parola a una assemblea nazionale. Ed è stata candidata alle elezioni più vicine. Renzi s'è mai visto a un congresso, una assemblea? No, macchè. Sui giornali sentiamo spesso leader più o meno importanti della sinistra dare la propria opinione anche in contrasto o anticipatrice di quella della dirigenza nazionale (ad es Fioroni, Chiamparino, Fassino, etc). Nessuno di questi ha mai mobilitato gli elettori sostanzialmente contro lo stato maggiore del partito stesso. Perchè alla fine anche Civati (con cui Renzi non riesce a stare, perchè gli toccherebbe dividere la torta) ha portato la gente in piazza e nessuno gli è andato a dire che scalciava.
    Quindi non facciamoci illusioni, Renzi quelle quattro banalità inspide e incolori che chiunque in questo forum poteva "mettere nero su bianco" le poteva avanzare in qualsiasi altro momento, qualsiasi altro modo. Solo che così non avrebbe potuto dare la scalata personale al partito.
    Poi veramente guardiamolo in faccia sto elenco di cento punti. Già il numero, cento, tanto per essere uno slogan. Ma a nessuno è venuto in mente punti...per cosa? Riformare il paese? Il partito? Ma se ha appena detto di non volersi candidare manco alle primarie! Chiaro, lo farà, e allora, dopo la Leopolda 1, 2 farà un terzo programma? Scusate ma allora questa è propaganda, se hai un programma di idee(provvedimenti in cui credi non è che lo cambi/riscrivi tre volte.
    Mi sembra dunque abbastanza chiaro l'uso che Renzi farà del potere quando gli sarà consegnato. Egemonizzerà la sinistra e tenterà in tutti i modi di trasformare il PD nella sua macchina elettorale a costo 0. E lo farà per i suoi scopi perchè Renzi è quel genere di uomo che non ha idee, non ha progetti di ampio respiro, qualche scopo "finale" a cui tendere. Ed è per questo che se mai Renzi sarà malauguratamente segretario del pd (che sicuramente, in quanto partito vero, si sfracellerà appena ci metterà sopra le sue zampacce) preferirò votare idv o sel, che saranno pure leadercentrici ma con a capo persone più genuine (di Pietro) o con qualcosa in testa (Vendola) che nonostante tutto sanno ancora riconoscere il valore della serietà e della collegialità. E appena debellato Berlusconi, non voterà nessuno dei tre chiamandomi fuori da questo far scendere il Paese sempre più basso.


    Cmq, anche prendendo sul serio per un secondo il buffo elenco:

    1 basta con il bicameralismo dei doppioni inutili. Ma LOL. Ma sì tanto i politici sono troppi, boh, chiudiamo una Aula così tanto per. Mi paicerebbe sapere su che vase Renzi dice che due camere sono inutili. La motivazione manca del tutto, è una grossa tautologia. Il bicameralismo va abolito perchè è inefficiente. perchè è inefficiente? Boh!
    Come una camera solo, giusto perchè unica, dovrebbe essere più autorevole? La maggior parte della gente non sa distinguere tra camera dei deputati e senato, dubito sia questa la ragione del discredito.
    Poi la seconda camera è tanto inutile che subito propone di istituirne una altra. Un organo di raccordo fra stato regioni e pure enti locali (cos'è, manda i sindaci di tutti i paeselli a Roma o solo quelli di città grandi almeno quanto Firenze?). Che vuol dire? La conferenza stato regioni esiste già ed è meno onerosa).

    2 abolire il porcellum.
    Già, è l'unico a volerlo a fare, non c'è che dire

    3 3 La politica non sia la via breve per avere privilegi e una buona pensione.
    Aboliamo tutti i vitalizi per i Parlamentari e i Consiglieri regionali. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica. Le risorse spese per i singoli Parlamentari devono essere portate alla media europea, distinguendo nettamente le indennità dalle risorse messe loro a disposizione per l’esercizio dell’incarico, che devono essere amministrate dagli uffici del Parlamento.

    Bravo Renzino, magari te lo fossi ricordato prima di assumere come dirigenti amici ancora studenti (ah già, i giovani). Mi domando poi che genere di dovere civico stia svolgendo Renzi come sindaco di Firenze visto che sta facendo tutto tranne occuparsi della città-

    5 abolire le prov
    siamo già alla seconda riforma costituzionale annunciata e anche questa non tiene conto di roba tipo: a chi passano le funzioni delle prov? renzi si rende conto che èimpossibile che la Regione possa intervinere efficacemente nell zone meno densamente popolate? Poi ci si stupisce come mai abbiamo una regione che annega...

    6 unire i piccoli comuni
    vedi sopra. Unisci i piccoli comuni e poi? Hai un sovra sindaco che non conosce il suo territorio. In montagna ora che accorpi che 5mila abitanti fai in tempo a scendere dal monte a valle...

    7 il classico stop al finanziamento ai partiti. Sì, tanto quando mai succederà che un miliardario o un qualasiasi cartello di ricconi con interessi ben precisi possa comprarsi dei mezzi di informazioni e correre direttamente in politica=

    8 stop ai finanziamenti ai giornali dei partiti. Ah già tanto c'è internet! L'avesse saputo mia nonna sicuramente Famiglia Cristiana se la andava a leggere sul pc. Scherzi a parte, vsopra.

    11 Meno poltrone, più efficienza.
    Nel Paese ci sono 24.310 consiglieri d’amministrazione in aziende partecipate dal pubblico, al livello statale e locale. In tre anni bisogna dimezzare il numero dei consiglieri e la relativa spesa, sia accorpando le imprese sia privatizzandole, oltre che prevedendo un massimo di tre consiglieri per le aziende piccole e cinque per quelle grandi.
    Ma perchè dimezzare? Perchè fa scena o perchè effettivamente 12155 cons di amm è il numero d'oro? Sarebbe bello sapere in base a quale criterio. Sarebbe anche utile sapere come fare ad accorpare una azienda di trasporti di taranto con una di scavi di Bergamo giusto perchè bisogns stare sotto i 12155 consiglieri nonchè immaginare quale efficienza potrebbe mai vantare questa impresa


    12 Gli altri costi della rappresentanza.
    Anche le organizzazioni degli interessi (dai sindacati alle organizzazioni imprenditoriali) devono tornare a concentrarsi sulla loro funzione più propria: difendere i diritti dei loro associati. Quindi, le agevolazioni pubbliche di cui godono vanno commisurate alle effettive funzioni di rappresentanza che svolgono.
    questo punto è proprio un enigma. Una ente di rappresentanza rappresenta. NOn è che la CGIL possa reppresentare i suoi iscritti di più o di meno facendo alcune cose o altre....


    13 Eliminiamo la classe politica corrotta.
    Lo strumento è una amnistia condizionata. Al rispetto di 5 punti: ammissione della colpa, indicazione di tutti i complici, restituzione del maltolto, impegno a non fare più politica. In caso di nuovo reato, la pena si somma a quella del reato oggetto dell’amnistia.

    Che idiozia, un politico confessa se sa che sta per essere preso. Se sta per essere preso è inutile dargli questa amnistia. se non sta per essere preso continuerà come prima e più di prima. Chissà a quale delle due categorie apaprtiene Renzino

    15 Una strategia per il Mediterraneo in trasformazione.
    Siamo il paese europeo più vicino a una fascia di nazioni, dall’Egitto alla Libia, dalla Tunisia alla Siria, che sta vivendo un periodo tumultuoso nel quale la speranza della libertà si mescola con la paura di arretrare sul piano della libertà religiosa e della laicità dello stato. L’Italia dedichi una speciale attenzione a questi paesi aprendo sedi di istituti italiani di cultura, approfondendo gli scambi economici e culturali; offrendosi come un paese che può aiutarli nel passaggio alla democrazia.

    già che c'era poteva dire qualcosa sulla libertà di culto, Ma ovviamente renzi per raccogliere facili applausi non poteva scontentare nessuno, visto che questo è un tema spinoso dove è impossibile mettere tutti d'accordo, fa capire che Renzi, al governo, non saprebbe che pesci pigliare (o meglio, lo sa molto bene visto che è sulle linee di Formigoni a riguardo...ma evita di dirlo)

    14 Razionalizzare le missioni italiane all'estero.
    Definire una strategia di coordinamento della presenza militare all'estero in pieno accordo (e non in competizione) con l'Europa, per essere di maggior aiuto alle popolazioni e razionalizzare il costo d'intervento.

    sì ok la solita parola magica "razionalizziamo!" Perchè non ci abbiamo pensato prima? Cazzo un comando solo dal montenegro all'afghanistan. V sopra: un comando unico è dannoso, se affiancato da altri comandi locali è sovrabbondante.

    16 Cambiare la Rai per creare concorrenza sul mercato tv e rilanciare il Servizio Pubblico.
    Oggi la Rai ha 15 canali, dei quali solo 8 hanno una valenza “pubblica”. Questi vanno finanziati esclusivamente attraverso il canone. Gli altri, inclusi Rai 1 e Rai 2, devono essere da subito finanziati esclusivamente con la pubblicità, con affollamenti pari a quelli delle reti private, e successivamente privatizzati. Il canone va formulato come imposta sul possesso del televisore, rivalutato su standard europei e riscosso dall’Agenzia delle Entrate. La Rai deve poter contare su risorse certe, in base ad un nuovo Contratto di Servizio con lo Stato.

    ma certo, privatizziamo tutto tanto in Italia non c'è nessuno che può incrementare il proprio monopolio sull'etere...si inizia a capire da che parte sta

    17 fuori i partiti dalla rai
    già sentito udite udite da...Bersani!

    18 Portare il rapporto debito/Pil al 100% in 3 anni.
    La crisi di fiducia nell’Italia sui mercati internazionali accresce i tassi d’interesse e il peso del debito, che si trasforma in maggiori tasse per tutti. Per alleggerire questo peso e ridare fiducia ai mercati dobbiamo riportare il rapporto tra il debito e il Pil al 100% in tre anni. Questo puo’ essere fatto attraverso: i) privatizzazione imprese pubbliche; ii) privatizzazione municipalizzate; iii) alienazione di parte del patrimonio immobiliare dello Stato (il valore di mercato degli immobili di proprietà pubblica è di 380 miliardi; di questi sono ci sono immobili liberi per un valore di 42 miliardi di euro. Questi ultimi, essendo inutilizzati, possono essere venduti subito. Sul resto si veda quello che serve effettivamente al servizio pubblico e l’eccedenza sia liberata e venduta. Creazione di un fondo immobiliare che si occupi della valorizzazione degli asset). iiii) imposta sui grandi patrimoni. Non solo questo riduce il debito, ma elimina gli spazi per il clientelismo.

    Massì privatizziamo tutto. Tanto, c'è un referendum che dice il contrario, il mercato "libero" sta attraversando la sua crisi peggiore da quasi un secolo, la struttura economica italiana è piena di piccole imprese senza alcun potere di mercato e le uniche grandi imprese, con un minimo di potere di mercato che permette di innovare ed espandere nell'economia globale, sono proprio pubbliche (come anche in Franci ao Germania). Massì, vendiamole, che fan cassa, come vendere le caserme dei Carabinieri e poi pagarci l'affitto (magari a qualche cliente, approfittando del crollo del prezzo del metro q?)


    22 Abolizione dell’IRAP.
    Finanziare l’abolizione dell’imposta con il taglio dei sussidi alle imprese.

    beh questo da per scontato che si equivalgano. Ma se si equivalgono non ha senso intervenire!

    25 No ai condoni.
    Nessuno condono edilizio né fiscale, neppure travestito da scudo per il rimpatrio dei capitali.
    aveva appena proposto una amnistia

    27 Liberalizzare i servizi pubblici locali.
    I servizi pubblici locali sono un monopolio d’inefficienza; bisogna liberalizzare i servizi, accorparli in poche società, abbassare i costi di gestione, ottimizzare l’uso del personale, rendere le gestioni trasparenti, allontanare la politica dalle decisioni aziendali.
    ma sì certo bisogna bisogna bisogna...come? Eeeeeeeeeehm


    30 Ridurre il numero delle norme.
    Le leggi statali in Italia sono oltre 21mila. È un numero troppo elevato, doppio o triplo rispetto a quello di altri paesi: in Francia sono meno di 10mila, quelle federali in Germania meno di 5mila. Alle leggi statali vanno aggiunte le circa 25mila leggi regionali, oltre agli atti normativi di livello inferiore. Le leggi e i regolamenti sono troppi, prodotti di continuo e modificati troppo frequentemente, poco coordinati tra loro, mal scritti, interpretati in modo incerto. Si pensa che i problemi si risolvano attraverso la modifica delle norme, piuttosto che la loro applicazione puntuale. Il disegno di legge 1873 del 2009 dimostra che il contenuto essenziale del diritto del lavoro può essere concentrato in poche decine di articoli, scritti per essere distribuiti in milioni di copie a tutti i lavoratori, imprenditori e consulenti e immediatamente comprensibili. Lo stesso si può fare in tutti gli altri campi, dal fisco al diritto civile.

    c'è già il ministero della semplicificazione, ottimo esempio di come "le cose ci sono già basta farle funzionare" principio che Renzi ignora quando si parla di Parlamento o aziende pubbliche. Poi, sulle interpretazioni la legge statale non può farci nulla (sono interpretazioni della dottrina appunto) e quanto al ridoridno delle norme sul lavoro "essenziale" non vuol dire un cazzo, non è che siccome è essenziale che non mi licenzini per le mie idee politiche allora si sdogana il licenziamento facile...

    33 Dirigenti a termine nelle aziende pubbliche.
    Nelle aziende i dirigenti a vita non esistono: ogni anno c’è un bilancio da fare, risultati da raggiungere, verifiche da realizzare. I contratti non sono mai a tempo indeterminato, vanno solitamente da tre a cinque anni e ogni conferma presuppone una verifica positiva. Nel pubblico i dirigenti, anche se falliscono, rimangono lo stesso nell’amministrazione, al massimo sono spostati e se falliscono ancora, vengono spostati ancora e girano nell’amministrazione fino alla pensione. L’incarico dirigenziale nell’amministrazione pubblica è una sfida ancora più grande rispetto a quella privata e perciò l’ambizione rispetto ai risultati deve essere maggiore. La proposta perciò è di avere contratti dirigenziali che durino cinque anni.

    ma allora, ilo rimedio proposto non riguarda nulla il problema. Lo sposta solo di cinque anni, semmai il dirigente che "fallisce"gli obiettivi non può più lavorare nella pa. Oppure il dirigente nn può mai lavorare per più di 5 anni nella pa nel suo complesso? Posso ben immaginare quanto impegno profonderà nel suo ultimo rapporto di lavoro...

    37 I contratti aziendali contro i salari poveri.
    le condizioni di miglior favore nei contratti aziendali sono già possibili (purtroppo però la contrattazione aziendale pressochè mai strappa di più di quella nazionale). Certo rimane da chiedersi come mai Renzi applaudiva quando veniva inserita la possiiblità per i contratti aziendali di derogare IN PEGGIO a quelli nazionali?
    Racconta un sacco di palle, perchè credergli?

    41 Far lavorare in “rete” gli ospedali per le terapie di urgenza, ad alto costo, tecnologicamente sofisticati.
    Ciascuno caratterizzato da una propria peculiarità. Razionalizzazione dei servizi. Occorre riservare l’ospedalizzazione dei pazienti solo nei casi in cui effettivamente sia necessaria.
    questa è esattamente la situazione in italia, almeno dove la sanità funziona bene. Renzi in pratica propone come nuovo la realtà già esistente ovviamente condendola con le parole magiche "razionalizzare" "rete".Se qualcuno si chiede per le regioni che già non fanno così...beh, o si candida in ognuna di queste regioni oppure, sia da sindaco che da primo ministro, non avrà la competenza per fare nulla del genere

    45 venture capital
    mi fa ridere solo a leggerlo. Almeno l'itagliano sallo...


    47 Una terapia d’urto per la giustizia civile.
    Oggi l’Italia è intrappolata in oltre 5 milioni di cause civili pendenti presso i tribunali. Occorre assolutamente ridurre in tempi rapidissimi lo stock di cause arretrate, oltre che stabilire norme che rendano meno premiante il ricorso alla giustizia come modalità di rinvio di un pagamento o di una qualunque obbligazione. Si crei una task force composta da magistrati in pensione e da giovani avvocati per affiancare i giudici in carica nello smaltimento in tempi veloci dell’arretrato giudiziario civile.
    bum! Fatemi capire, se sorge un contenzioso io prima di andare dal giudice dovrei passare attraverso questa "task force" composta a cazzo che ha l'unico scopo di sbrigare la mia pratica in fretta. Se poi questa giustizia sommaria del taglione non mi soddisfa a voglio ugualmente andare dal giudice per la tutela del mio sacrosanto diritto, sarò pure svantaggiato rispetto a prima(eppure, se veramente la task force tipo a team funziona, non dovrebbe esserci bisogno di andare dal giudice quindi se ci si va è perchè non ha funzionato e se si prevede che la gente ci va è perchè si prevede che la task force lavorerà male...)! Evidentemente il giudice che applica il diritto in modo imparziale (ad es, senza prendere scorciatoie perchè c'è poco tempo) è qualcosa di troppo vecchio per Renzi.

    50 Accorpamento delle sezioni giudiziarie staccate.
    ma, se ci sono sedi staccate, a qualcosa serviranno staccate no?

    51 Entri l’informatica nel tribunale.
    roba vecchia, che renzi spaccia come sua. E' un progetto che sta già funzionando

    52 Il merito in tribunale.
    Valutazione dell’attività dei magistrati; stipendio in parte collegato alla produttività; maggior controllo e maggiori responsabilità in caso di errori conclamati. Avanzamento di carriera per merito e non solo per anzianità.
    Ah perfetto, quindi se un giudice sbrigsa in fretta la mia causa ha un incentivo in denaro!
    Cosa vorrebbe dire poi controllo? Se il diritto si presta a più interpretazioni l'unica corretta è quella che dà quel giudice, non esiste un controllore. se esistesse violerebbe la separazione dei poteri, oppure sarebbe un altro giudice. E allora, tanto vale...

    53 Giustizia penale nei tempi giusti.
    come? Boh........si faccia, ecchè renzi è troppo giovane per sapere come fare

    67 Coordinare il marketing turistico.
    Il nostro Paese va trattato come è un “prodotto” turistico unitario. Non possiamo lasciare alle Regioni le competenze esclusive di promozione, alimentando una scoordinata frammentazione delle attività di marketing turistico. Affidare allo Stato il compito di coordinare le politiche regionali e di sviluppare le attività di comunicazione complessiva
    due punti sopra vuole dare autonomia ai musei. Mo dice che il turismo deve essere regolato tutto a livello centrale (giustamente, a roma sanno cosa sponsorizzare del territorio molto più del territorio stesso). Come si conciliano le due cose?....boh!
    Per altro, renzi italia come prodotto, berlusconi italia come impresa...messi bene

    71 Scegliere le grandi opere che servono davvero.
    Rivedere il piano delle infrastrutture alla luce di criteri di valutazione economica. Puntare sulle (poche) grandi opere che servono e soprattutto sulle tante piccole e medie opere delle quali il Paese ha davvero bisogno.
    fra le proposte di bersani, spesso compare questa, lasciare stre i grandi cantieri inutili e aprire i piccoli cantieri locali che danno fiato alle imprese

    76 Premio ai laureati meritevoli da investire in formazione.
    I laureati con 110 e lode e la media ponderata superiore al 28,5 ricevano un bonus di 2.000 euro da investire in formazione, in Italia o all'estero, in programmi di studio riconosciuti.
    nb, manca qualsiasi indicazione del livello di reddito.

    78 Cominciare giovani, cominciare bene.
    punto preso pari pari dal programma pdl. E totalmente inutile, in Italia ci sono già troppe piccole imprese polverizzare ulteriormente non serve a nulla. Sostanzialmente sono soldi pubblici a chi sta già bene di suo.

    79 Diritto di voto a 16 anni.
    Permetterebbe di immettere circa un milione di giovani elettori nel processo politico, abbassando l’età media del corpo elettorale più anziano del mondo.

    lol

    82 Abolizione del “valore legale” del titolo di studio.
    Introdurre nei concorsi della Pubblica Amministrazione criteri di valutazione dei titoli di studio legati all’effettiva qualità del percorso formativo dei candidati.
    questo è già così, abolire il valore legale è una misura più drastica di come descritta. Sostanzialme rende inutile la laurea quindi porta chi può già lavorare a NON istruirsi maggiormnete oltre a vanificare per quelli della mia generazione 3 o 5 anni di studio pressochè obbligato.

    86 Inglese sin da piccoli.
    questa roba ce la propina berlusconi da dieci anni. Forse non è neanche sbagliata, mi domando da dove tireranno fuori quelle 5 ore e a scapito di quali materie. perchè di questo si tratta,imparare una filastrocca in inglese e perdersi un pezzo del programma di geografia o italiano,

    87 Introdurre il quoziente famigliare.
    copiato dall'udc

    88 Detrazione della spesa famigliare.
    c'è già

    94 Adozione dello jus soli.
    E’ un fatto elementare, addirittura fondamentale negli Stati Uniti: chiunque nasca in Italia è Italiano.
    problema affrontato nel modo sbagliato. Se la cittadinanza si prende solo nascendo in Italia, le comunità italiane all'estero sparirebbero nel giro di una generazione. Non che ci sia molto affezionato, ma indica la superficialità di renzi nell'affrontare il problema.
     
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  11. Vidkun Quisling
     
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    Qualcuno qui scorda che queste non sono proposte di riforme, leggi ecc. sono semplicemente punti trovati nel sito ufficiale/blog di Renzi dove è possibile inviare qualunque messaggio e/o proposta, nessuno ha detto e sostenuto che questo è un programma certo né che sono i punti fondamentali di una vittoria politica di Renzi.
     
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  12. kozzikrathia
     
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    non esistono "solo punti". L'elenco puntato e numerato è una forma espositiva che nulla dice sul suo contenuto.
     
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  13. Vidkun Quisling
     
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    Appunto.
     
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12 replies since 2/11/2011, 11:46   122 views
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