Dimissioni e rescissione della cittadinanza.

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  1. Giulio Leone Aurelio
     
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    Con un breve discorso annuncio le mie dimissioni dal Consolato della Repubblica e la rinuncia alla mia cittadinanza.
    Arrivai qui tra voi, tra nuovi amici e fratelli, in modo piuttosto rumoroso, con l'energia che ci contraddistingueva e che era il nostro vanto in mezzo al mondo delle micronazioni. In breve o lungo tempo che sia, siamo cresciuti, intellettualmente e nel cuore, e l'energia, la rumorosità, si sono trasformate nella consapevolezza che si deve agli adulti. Quando i sogni si fanno maturi e cadono dall'albero, bisogna avere la prontezza di afferrarli prima che tocchino terra.
    La nostra Comunità può essere descritta così: in piedi, sotto il grande albero della vita, ad innaffiare e afferrare i sogni che si fanno pronti.
    Me ne vado in punta di piedi per non svegliare Res Publica, che si è addormentata.
    Sono certissimo che il progetto della Rivoluzione Romana e culturale dell'Occidente non si fermi qui, ma va cercata da qualche altra parte senza doversi trascinare dietro la zavorra pesante di un corpo senza vita.
    Se ammettiamo che in questi mesi Res Publica per noi è diventata un peso, gli renderemo un favore, e la lasceremo lì con la dignità ed il rispetto "che si deve ai sogni quando si spengono".
    Una Rivoluzione, quando si fà, richiede sempre un grande numero di sacrifici e di fatica, ma soprattutto richiede idee e sentimenti. Non mi sento affatto di dire che abbiamo fallito, perchè l'esperienza di questo laboratorio politico-culturale è stata bellissima, dalla micronazione all'ambizione di costruire un movimento politico attivo.
    Quanta gente abbiamo conosciuto, quanta ne è arrivata, quanta se ne è andata. E parlo solo per me, per quel poco che ho potuto vedere.
    Ma le lodi di Res Publica le conosciamo tutti.
    Se ci sarà qualcuno che vorrà continuare e prolungare la vita della micronazione e del progetto lo faccia pure, ma direbbe a se stesso una bugia. Altrimenti, invito come ultimo atto, tutti i cittadini a rescindere la propria cittadinanza e il Principe del Senato a comunicare l'annullamento dei trattati e della nostra Costituzione.
    Tanto, dovunque Roma rinasca, noi saremo sempre lì a godere della sua alba.

    Ave atque Vale, fratres.
     
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  2. Aulieno Giulio Maggioriano
     
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    Quindi rescindi anche la cittadinanza?Bhè non posso che trovarmi d'accordo su quasi tutto quello che dici.Arrivederci
     
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  3. Maximus Seiano Conti
     
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    E cosa otterremmo se tutti rescindiamo la cittadinanza? Io credo che sarà il colpo di grazia che farà tramontare definitivamente il sogno di Res Publica. Se vogliamo realizzare davvero Res Publica dobbiamo lavorare tutti insieme, non andarcene ed aspettare che qualcun altro la crei al posto nostro...
     
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  4. Aulieno Giulio Maggioriano
     
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    Il problema,che mi sembra ovvio, è che siamo pochi. E diminuiamo sempre più. Alla fine non potremo far altro che chiudere tutto. Purtroppo è così
     
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  5. Giulio Leone Aurelio
     
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    Ragazzi, abbiamo già chiuso, il 6 novembre.
     
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  6. Maximus Seiano Conti
     
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    E quindi cosa facciamo adesso?
     
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5 replies since 7/11/2011, 15:13   81 views
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