VIII Comizio

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  1. Marco Giuliano Leone
     
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    CITAZIONE
    Quali sono state secondo voi le cause che hanno portato Res allo stato di declino e di abbandono in cui era versata fino a non molti giorni fa?
    Cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo?
    Cosa fare per evitarlo in un futuro più o meno prossimo?

    Non siamo stati in grado di credere abbastanza nei sogni. La colpa è stata di tutti, nessuno escluso credo. Forse alcuni di noi ci hanno messo più impegno e più passione persino in quei tristi momenti della fine, come ad esempio Caio Giulio Aquila, Marco Quinzio Latino, e senza dubbio gli si può rimproverare qualcosa di meno. Ma la verità è che l'apatia e la noia verso Res Publica erano diffuse. Ad un certo momento abbiamo smesso di crederci. Ce ne siamo andati senza nemmeno salutare e tutto è finito così.
    Politicamente abbiamo cercato di smuovere un pò le cose per ritrovare un minimo di interesse e di partecipazione, ma anche l'ultimo governo di Nova Romanitas e successivamente il consolato tecnico Aurelio-Simone avevano poche energie da spendere.
    In più i progetti politici di ognuno di noi avevano preso strade diverse. Anche quando volevamo tornare, non ce l'abbiamo fatta. Ma ha ragione Crasso, Roma è come l'araba fenice. I cittadini romani sono come la fenice che risorge dalle ceneri. I valori repubblicani, Roma, la Romanità, sono una forma di bellezza troppo forte, sono troppo importanti per lasciarli lì. Credo sia per questo che ora siamo tornati: per riconoscenza. Per riconoscenza verso tutto quello che ci ha dato Res Publica. Chi l'ha vissuta l'avrà per sempre nel cuore e non se ne libererà mai. Ne sono certo.
    Mi ricordo l'incontro che abbiamo avuto a Roma con Aquila, Latino, Frentano, quando il forum era già vuoto e ci dicemmo che l'avventura era finita. Ho creduto davvero che non saremmo più tornati, ma capii anche che Res Publica stava li, eravamo noi e tutti gli altri che ci avevano creduto. Il complesso reticolo di relazioni umane, di valori, di virtù, di sfide, di celebrazioni, di ricordi, di sogni. La meglio gioventù.
    Ne ha fatto cenno anche Lorenzo, con l'eterno ritorno.
    E' probabile che tra non molto sentiremo di nuovo il bisogno di qualcosa di diverso, che il forum ci starà stretto. Resistiamo fratelli, costruiamo la Comunità Romana. Tutto quello che verrà dopo, se spontaneo, sarà benvenuto.
    Era scritto. Dovevamo morire per ricostruire qualcosa di più grande e di più bello. La precedente fine di Res Publica possiamo interpretarla così, come un segno del Destino: l'evento che ci ha permesso di prendere consapevolezza del valore di tutto questo, del peccato che commetteremmo a sprecare tutto di nuovo.
    Oggi ho solo parole di ringraziamento per tutti i compagni e i fratelli che hanno risposto alla chiamata di Roma. Se siamo qui è per rappresentarne lo spirito vero. Attraverso la Concordia, l'humanitas, l'universalitas, operiamo una rivoluzione in noi stessi per trasportarla all'esterno.
    Roma, la Repubblica, i Romani, un'unica grande famiglia di spirito.
     
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28 replies since 10/4/2013, 17:32   295 views
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